tag:blogger.com,1999:blog-59135219375531725332024-03-14T16:16:03.331+01:00Castelli di CarteFinanza, economia, globalizzazione e altre instabilità. Per cercare di capire cosa fare tra crisi finanziaria, banche fallite, rischio di default sul debito pubblico...Alessandrohttp://www.blogger.com/profile/02419063824950231034noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-30442879481570466022009-01-22T03:14:00.006+01:002011-08-27T13:43:31.790+02:00"Eccesso di debito" ed "eccesso di credito"Stand ha pubblicato un altro articolo molto interessante: <a href="http://duecents.blogspot.com/2009/01/la-morte-della-speranza.html">La morte della speranza</a>. Come sempre consiglio di leggerlo tutto, ma qui mi voglio concentrare su ciò che Stand identifica come il cuore del problema:<br />
<blockquote>Il debito del sistema è cresciuto troppo rispetto alla ricchezza che il sistema stesso è in grado di produrre.</blockquote>Sacrosanto. E concordo che questo è un pezzo del problema dei sistemi economici e finanziari attuali.<br />
<br />
Ma manca la controparte. Non può esistere un problema di "debito eccessivo" senza che esista anche un problema di "credito eccessivo". Ogni dollaro preso in prestito è un dollaro prestato.<br />
<br />
E non ci sono monete legali e riserve frazionarie che possano spiegare da dove arrivi il "credito eccessivo". Se ci sono troppe persone che si sono indebitate oltre misura e non potranno ripagare i propri debiti significa che ci sono state altrettante persone che hanno risparmiato oltre misura e ora vedranno evaporare i propri "risparmi".<br />
<br />
La mia ipotesi è che l'eccesso di credito nel sistema sia un problema reale e sia da attribuire, per lo meno nei paesi avanzati, ai sistemi pensionistici obbligatori come accennato in <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/11/il-segreto-del-sistema-finanziario_29.html">Il segreto del sistema finanziario</a>. Essere obbligati ad investire per la pensione (ma non a risparmiare visto che ci si può sempre indebitare) è stato il propellente della bolla del debito, più dei tassi di interesse e della moneta legale.<br />
<br />
Non si può risolvere il problema dell'eccessivo debito assunto del sistema se non si risolve contemporaneamente il problema di un sistema che impone si estendere eccessivo credito. Ma di questo secondo problema non si interessa nessuno.Unknownnoreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-36018454314106320492008-11-29T14:04:00.009+01:002011-03-25T22:54:22.023+01:00Il segreto del sistema finanziarioQualche giorno fa ho passato una serata con un amico, un tipo molto in gamba e con una educazione formale in economia. Abbiamo parlato a lungo dello stato del sistema finanziario mondiale e della gravità della crisi. Lui ha confermato la ragionevolezza del quadro generale che ho sintetizzato dai vari blog che seguo e allora ho deciso di proporgli anche una mia idea originale.<br /><blockquote><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Ok, ti rivelo il segreto del sistema finanziario. Tu hai un mutuo giusto? Quanto ti è rimasto da pagare?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Sì. Il capitale residuo è di tot mila euro."<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "E hai dei risparmi investiti?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Ma sei matto? Che senso ha investire quando hai i debiti? Di questi tempi poi. Al contrario quando posso pago qualche rata anticipata. Per esempio quando ho cambiato lavoro ho ritirato tutto il TFR e ho abbattuto un bel po' di capitale."<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Molto saggio. Quindi non hai niente da parte, giusto?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Solo il minimo per le emergenze. Dove vuoi arrivare?"<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Quanto hai accumulato di contributi pensionistici in vita tua?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Non ci ho mai pensato. Beh, vediamo, sono circa 4 mesi di stipendio l'anno, per tutti gli anni che ho lavorato. Sarà all'incirca... tot mila euro... ehi, è quasi esattamente quanto mi rimane da pagare di mutuo!"<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Beh, il tuo allora è un caso emblematico. Dunque in realtà tu hai tot mila euro di investimenti accumulati attraverso i contributi pensionistici obbligatori e quasi esattamente altrettanti debiti. Ma sugli investimenti se ti va bene ci prendi il 2% e sul mutuo ci paghi il 5%. Se tu potessi scegliere cosa faresti?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Direi che estinguerei immediatamente il mutuo..."<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Ma non puoi scegliere. Non è geniale?"<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Geniale?"<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Certo geniale per il sistema finanziario. Dove credi che finiscano i tuoi contributi pensionistici? Magari in forma indiretta, ma alla fine vanno a finanziare il debito degli italiani."<br />Un attimo di silenzio.<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Cristo Santo! Vuoi dire che mi sto prestando i soldi del mutuo da solo?"<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Già, ma solo dopo aver lasciato almeno il 3% di spread alla banca."<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Ma è pazzesco. Non ci avevo mai pensato in questi termini."<br /><span style="font-style: italic;">Alessandro</span>: "Tutti noi siamo costretti per legge a pompare nel sistema finanziario circa un terzo del nostro stipendio ogni mese, ma non siamo veramente costretti a risparmiare per la pensione, infatti siamo liberi di indebitarci quanto vogliamo. Dunque per legge siamo liberi di non risparmiare per la pensione a patto di pagare il pizzo del 3% l'anno alle banche."<br /><span style="font-style: italic;">Amico</span>: "Non fa una grinza."<br /></blockquote>Esistono varie forme di investimento obbligatorio, e quello dei contributi pensionistici è solo quello più diffuso nei paesi occidentali. La ragione profonda di tutte le leggi che obbligano le persone all'investimento è che si tratta della condizione ideale per il sistema finanziario, tutte le motivazioni portate dalla politica sono solamente di facciata.Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-73814990972378840212008-11-17T02:33:00.007+01:002011-08-27T13:46:42.520+02:00Default sul debito pubblico italiano e uscita dall'euro, può accadere veramente?La risposta breve è: sì, può accadere veramente, ma per il momento il rischio non sembra imminente.<br />
<br />
Per la risposta lunga partiamo da due commenti di un utente anonimo al <span style="font-style: italic;">post</span> precedente:<br />
<blockquote>anonimo, 13 novembre, 2008 11:53 ha detto...<br />
<br />
Non capisco perché duecents (Stand) ritenga più probabile il collasso del sistema bancario di Austria o Grecia o Irlanda o Spagna piuttosto che il default dell'Italia o l'uscita dell'Italia dall'Euro [vedi il commento di Stand a <a href="http://duecents.blogspot.com/2008/11/salva-le-banche-salva-il-mondo.html">"Salva le Banche, Salva il mondo"</a>]. ...<br />
<br />
anonimo, 15 novembre, 2008 02:40 ha detto...<br />
<br />
... Consolidare il debito pubblico e ripartire: come dopo un fallimento, appunto. Ci rimetterebbero solo coloro che hanno prestato i loro soldi senza fare attenzione a chi li stavano prestando. E poi, soprattutto, mi interessava sapere cosa ne pensi tu e quante probabilità vedi che l'evento si possa verificare. Nelle ultime settimane ne hanno parlato oltre al solito Ambrose Evans Pritchard (uscita dall'euro) ed anche (preoccupante!) John Mauldin (solo di sfuggita) e Niels Jensen.</blockquote>Procediamo con ordine.<br />
<br />
Intanto va separata la possibilità di collasso del sistema bancario dal collasso del sistema di finanziamento pubblico. Ad esempio in Islanda sono fallite le banche più grandi del Paese, ma il debito pubblico non è in default. Mi sembra chiaro che Stand pone l'accento sulla condizione del sistema bancario. Ovviamente sistema bancario e finanza pubblica sono legate indirettamente, poiché <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/10/i-governi-europei-garantiscono-il-bel_12.html">più misure prende un governo per trasferire le perdite del proprio sistema bancario sul contribuente</a> (garanzie dei depositi e dei prestiti interbancari, nazionalizzazioni, prestiti della banca centrale con garanzie insufficienti, etc) e più aumenta la probabilità che il collasso del sistema bancario di un Paese inneschi il collasso del debito pubblico. Quindi un Paese come l'Italia che ha un debito pubblico eccessivo ha meno possibilità di aiutare il proprio sistema bancario.<br />
<br />
Non so quali parametri usi Stand per prevedere "quale di questi 4 paesi che usano l'euro collasserà per primo", ma immagino che gli elementi da considerare siano: dimensione del debito bancario, esposizione delle banche ai mercati finanziari maggiormente in crisi, esposizione del sistema economico nazionale alla recessione globale e dimensione del debito pubblico.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Dimensione del debito bancario</span><br />
<br />
Un buon punto di partenza per capire la dimensione del problema nel sistema bancario Paese per Paese è un eccellente articolo di Floyd Norris sul New York Times del 10 ottobre 2008: <a href="http://www.nytimes.com/2008/10/11/business/worldbusiness/11charts.html">The World’s Banks Could Prove Too Big to Fail — or to Rescue (en)</a> dal quale ho tratto il grafico sotto:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPGiF0Vm6_3K3jqiAhOaMH6xEqnYdSCYPqSXb11SOqB3KNykH392zfYNOhc_F0OrWOTxQdMvH7cYb_V-Qh8fqHXWOTouhAENZIYO6fatJEGC8GE07lXBqEjA97UOjwbVGks9nL_ByL4w/s1600-h/1011-biz-CHARTS.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5268823080228500962" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPGiF0Vm6_3K3jqiAhOaMH6xEqnYdSCYPqSXb11SOqB3KNykH392zfYNOhc_F0OrWOTxQdMvH7cYb_V-Qh8fqHXWOTouhAENZIYO6fatJEGC8GE07lXBqEjA97UOjwbVGks9nL_ByL4w/s400/1011-biz-CHARTS.gif" style="cursor: pointer; display: block; height: 125px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br />
Quello che conta è la dimensione del cerchio celeste, la dimensione del debito a breve termine del sistema bancario di un Paese in rapporto al PIL. Ad esempio<br />
<ul><li>il sistema bancario belga ha debito che ammontano al 285% del PIL e leva finanziari di 33. Fortis, la più grande banca belga è collassata a fine settembre ed è stata nazionalizzata con l'aiuto di Olanda e Lussemburgo (Paesi con forte esposizione al suo debito).</li>
<li>il sistema bancario svizzero è al 260% del PIL e leva finanziaria di 29. UBS, una delle banche più grandi del mondo, è stata parzialmente nazionalizzata.</li>
<li>l'intero sistema bancario islandese è collassato.</li>
<li>il sistema bancario britannico con il suo rapporto debito/PIL di 156% e leva di 24 ha visto 2 nazionalizzazioni di banche relativamente importanti, acquisizioni forzate e la parziale nazionalizzazione di Royal Bank of Scotland, una delle banche più grandi al mondo.</li>
<li>e poi ci siamo noi con il nostro 86% di rapporto debito bancario su PIL. Se ci salveremo sarà per via la leva finanziaria di 12, tra le più basse al mondo. E qui la parola chiave è "se".</li>
<li>è da notare che secondo questi parametri il sistema bancario degli Stati Uniti risulta di gran lunga tra i più solidi del mondo! E invece l'intero sistema finanziario americano è sostanzialmente nazionalizzato e totalmente dipendente dagli aiuti di Stato. Una delle ragioni di questa anomalia è probabilmente negli Stati Uniti gran parte del sistema finanziario composto da aziende che non sono formalmente delle banche.<br />
</li>
</ul><br />
<span style="font-weight: bold;">Esposizione delle banche ai mercati finanziari in crisi</span><br />
<br />
Un altro parametro è l'esposizione a mercati finanziari in fase di collasso, per quello che ne so:<br />
<ul><li>Regno Unito, Irlanda e Spagna hanno avuto bolle immobiliari addirittura più grandi di quella americana, e i vari sistemi bancari sono esposti al collasso del mercato immobiliare</li>
<li>le banche inglesi hanno investito nei Paesi Emergenti in Asia, le banche spagnole hanno investito in America Latina e le banche austriache e in parte italiane hanno investito nei Pesi dell'Est Europa. Quella che ormai si preannuncia come una recessione mondiale ha già fatto collassare i mercati finanziari dei molti Paesi Emergenti e non è chiaro quanto vicino sia il fondo.</li>
</ul>In effetti per quanto sorprendente l'affermazione di Stand che il sistema bancario austriaco sia messo peggio del nostro <a href="http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/3260052/Europe-on-the-brink-of-currency-crisis-meltdown.html">potrebbe basarsi sulla forte esposizione, l'85%, ai mercati dell'est Europa (en)</a>.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Esposizione dell'economia alla recessione globale</span><br />
<br />
La recessione economica che ormai attanaglia quasi tutte le economie occidentali indebolisce i profitti delle banche anche nel settore più tradizionale e sicuro dei servizi bancari nazionali attraverso l'aumento dei fallimenti societari. Soprattutto le economie basate sull'export di beni e servizi "di lusso" dovrebbero risentirne.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Debito pubblico e debito estero</span><br />
<br />
Altri parametri da valutare sono la dimensione del <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Debito_pubblico">debito pubblico</a> di un Paese e la quantità di debito estero, ossia debito finanziato da stranieri. Avere dati aggiornati sulla dimensione e sulla struttura del debito di un Paese è molto difficile perché in quest'ultimo anno e in particolare in questi ultimi mesi la struttura del sistema finanziario dei paesi occidentali ha subito cambiamenti radicali e straordinariamente veloci. Poiché la stragrande maggioranza dei dati ufficiali si riferiscono nel migliore dei casi al 2007 qualsiasi analisi comparativa rischia di essere fuorviante.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">E quindi?</span><br />
<br />
L'Italia è considerato uno dei Paesi europei più a rischio per quello che riguarda la recessione economica e la possibilità di default sul debito. D'altra parte ha uno dei sistemi bancari più arretrati e sclerotizzati (che in questo caso è risultato un vantaggio) e quindi meno esposti sui mercati in fase di collasso. D'altra parte l'Italia è molto esposta al rischio di una recessione economica severa.<br />
<br />
Fare un bilancio di tutti i vari fattori e stabilire una probabilità di rischio di collasso del sistema bancario non è affatto facile e c'è gente che paga belle cifre alle banche d'affari per avere in anteprima studi di questo tipo. Io non ho dati e strumenti sufficienti per fare un'analisi del genere. A scopo orientativo posso azzardare le valutazioni che seguono:<br />
<ul><li>il rapporto debito bancario su PIL è tra i più elevati d'Europa - MALE</li>
<li>la leva finanziaria del sistema bancario italiano è una delle più basse al mondo - BENE (bene per le banche, perché la leva bassa si spiega con leggi che garantiscono le banche a scapito di risparmiatori e investitori, ma questa è un'altra storia)</li>
<li>in Italia abbiamo avuto una bolla immobiliare nella media e i criteri di assegnazione dei mutui sono rimasti relativamente stringenti - BENE</li>
<li>le banche italiane, con l'eccezione di Unicredit, non hanno grosse esposizioni a mercati esteri - ABBASTANZA BENE<br />
</li>
<li>l'economia italiana è fortemente sbilanciata nella produzione di beni e servizi "di lusso" e a basso contenuto tecnologico (turismo, moda, cibo, etc), quindi è fortemente esposta a una recessione lunga e severa - MALE</li>
<li>il debito pubblico italiano è tra i più alti al mondo e i tassi si titoli italiani sono già sotto pressione - MOLTO MALE</li>
<li><strike>sembra che la maggio parte del debito pubblico sia finanziato internamente e la quota di debito estero dovrebbe essere bassa - BENE<br />
</strike></li>
<li><a href="https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/it.html">il 60% del debito pubblico era detenuto da stranieri a fine 2007</a> - MALE<br />
</li>
</ul>La mia impressione è che il sistema bancario italiano abbia assorbito relativamente bene il colpo della crisi finanziaria, ma sia l'economia che le banche sono relativamente più esposte alla crisi economica. E a causa dell'elevato debito pubblico, qualsiasi errore nel affrontare l'evoluzione della crisi da parte del governo rischia di innescare la fuga di capitali fuori dall'Italia e il conseguente collasso del sistema finanziario pubblico. Per il momento siamo ancora al primo atto e altri Paesi sono al centro dell'attenzione, meglio fare attenzione ai dettagli della trama, perché una volta iniziato il secondo atto i riflettori rischiano di esserci addosso molto presto.<br />
<br />
Per concludere, Karl Denninger dice di <a href="http://market-ticker.denninger.net/archives/651-Yes-We-Will-Have-A-Depression.html">tenere d'occhio l'Irlanda, attentamente</a>.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Aggiornamento:</span> come segnalato da Umberto nei commenti il debito esstero italiano è decisamente alto al contrario di quello che mi sembrava di ricordare. Nota per sè stesso: "controlla sempre le fonti!"<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Aggiornamento:</span> sembra che <a href="http://www.rgemonitor.com/euro-monitor/254464/is_ireland_the_next_iceland">a puntare il dito in direzione dell'Irlanda cominciano ad essere in parecchi</a>.Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-58379126982252596422008-11-11T23:57:00.011+01:002011-08-27T13:49:48.137+02:00Il rischio di default dei Paesi secondo i CDS (Credit Default Swaps)<b>Avviso:</b> questo post è di novembre 2008, chi fosse interessato alle ultime notizie può partire da <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2009/12/grecia-rischio-di-default-sul-debito.html">Grecia: rischio di default sul debito pubblico, è una cosa seria?</a>.<br />
<br />
Uno dei mostri finanziari degli ultimi anni è un prodotto finanziario che si chiama <span style="font-style: italic;">Credit Default Swap</span> o <span style="font-style: italic;">CDS</span> e che in sostanza è una polizza assicurativa contro il rischio di credito di una controparte. Ad esempio io posso sottoscrivere un CDS venduto da AIG contro il default sulle obbligazioni di General Motors. Io pago un premio annuale ad AIG e se General Motors dovesse ripudiare il proprio debito e ripagarne solo una parte, diciamo il 50%, AIG si imegna a rimborsarmi fino al valore nominale delle obbligazioni assicurate. Dunque i CDS sono strumenti finanziari nati per spostare il rischio di credito da un soggetto ad un altro. Ma possono essere usati in meniera speculativa, ad esempio comprando l'assicurazione su obbligazioni che non si possiedono si può trarre profitto dal fallimento di una azienda.<br />
<br />
L'esempio non è peregrino poiché:<br />
<ol><li>GM è tecnicamente fallita da anni, ma proprio in questi giorni stà raggiungendo lo stadio in cui si portano i libri in tribunale e ha chiesto di essere salvata dal governo,<br />
</li>
<li>i CDS sul debito di GM hanno un valore nominale di oltre $1.000 miliardi di dollari, molto superiore al valore delle obbligazioni emesse,</li>
<li><a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/09/il-collasso-di-aig-prosegue-la.html">AIG è tecnicamente fallita a sua volta</a>, tanto da essere stata nazionalizzata a settembre e proprio oggi ha chiesto allargamento e ristrutturazione del piano di salvataggio governativo.</li>
</ol>Sui CDS si possono scrivere pagine e pagine, ma per il momento quello che ci interessa è che esistono anche i CDS che assicurano i titoli di Stato dei vari Paesi e si può utilizzare il costo dell'assicurazione per stimare il rischio relativo del default sul debito.<br />
<br />
La tabella che segue (aggiornata al 7 novembre) è tratta da <a href="http://bespokeinvest.typepad.com/bespoke/2008/11/country-default-risk.html">Country Default Risk</a> di Bespoke Investment e continene il premio anticipato annuale in dollari richiesto sul per assicurare $10.000 di titoli di Stato per i prossimi 5 anni:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGcZaPvKUqUBalRcle4lBFGUJ6oFhICbZo5tXZEZe12gpUPeXpJlK-9vqKIhy-zxYCFNoLuXcOJBSnTYRitNageTrwVChyphenhyphenSWmJsbvI3WD21JAeWt9a7nClV-LCRaAy1mqHIPx-1mrxsyk/s1600-h/6a00d8349edae969e2010535d97470970b-400wi.png"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267547169157477202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGcZaPvKUqUBalRcle4lBFGUJ6oFhICbZo5tXZEZe12gpUPeXpJlK-9vqKIhy-zxYCFNoLuXcOJBSnTYRitNageTrwVChyphenhyphenSWmJsbvI3WD21JAeWt9a7nClV-LCRaAy1mqHIPx-1mrxsyk/s400/6a00d8349edae969e2010535d97470970b-400wi.png" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 383px;" /></a><br />
Da cui si evince che un assicuratore per assicurare $10.000 di debito argentino vuole $4.453 sull'unghia altrettanti l'anno prossimo e così via. Cioè, il mercato assicurativo da per certo il default dell'Argentina entro i prossimi tre anni.<br />
<br />
Nelle prime posizioni riconosciamo alcuni dei Paesi già identificati come problematici e altri che non sapevo essere così tanto in difficoltà come il Venezuela.<br />
<br />
I CDS ci permettono di rispondere ad una domanda posta da Stand di Due Cents nel suo ultimo post <a href="http://duecents.blogspot.com/2008/11/salva-le-banche-salva-il-mondo.html">Salva le Banche, Salva il mondo</a>:<br />
<blockquote>Austria, Irlanda, Grecia, Spagna. Si accettano scommesse su quale di questi 4 paesi che usano l'euro collasserà per primo. Se ne riparlerà in un prossimo post della loro situazione, nel frattempo sentitevi liberi di fare la vostra puntata</blockquote>I soldi degli assicuratori sono per: Grecia, Irlanda, (Italia), Spagna e Austria, nell'ordine. Ma viste le decine di miliardi di dollari di perdite che stanno fioccando tra le compagnie assicurative esattamente perché hanno sottostimato il rischio di credito, non mi sorprenderei affatto se anche i numeri dati sopra risultassero troppo ottimistici.Unknownnoreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-64520339933928495262008-10-18T23:47:00.005+02:002011-08-27T13:29:57.075+02:00Capire la crisi finanziaria per sapere cosa fare (prima parte)Due domande mi sono fatto fin dall'inizio della crisi e del mio conseguente interessamento per la macroeconomia e la finanza:<br />
<ul><li>"Cosa possiamo fare come società, per superare la crisi?"</li>
<li>"Cosa posso fare io come piccolo investitore, per sopravvivere alla crisi?"</li>
</ul>In questo anno e mezzo ho letto le opinioni più disparate, ho studiato i vari modelli e ho finito per costruirmi, faticosamente, le mie risposte. Visto che queste sono anche le domande che mi vengono rivolte più spesso mi piacerebbe diffonderle, ma ci sono sue problemi. Uno, che le mie risposte sono basate su interpretazioni e modelli che non sono affatto intuitivi e per renderli digeribili al pubblico del blog servirebbero qualche decina di post introduttivi. Due, che le soluzioni che vedo sono estremamente brutali e politicamente inaccettabili.<br />
<br />
Insomma per fare un buon lavoro divulgativo avrei bisogno di ampia quantità della risorsa più preziosa... il tempo. Ma il passo della crisi e quello della mia vita reale non mi concedono questo lusso. Quello che segue è la prima parte del concentrato di quello che so e che penso.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Intro</span><br />
<br />
Il terremoto si manifesta come un evento improvviso, distruttivo e ineluttabile. Non esiste una soluzione per il problema terremoto, perché il terremoto non è il problema, il terremoto è una parte della soluzione. Il problema è l'energia elastica che si è accumulata silenziosamente nelle viscere della terra negli ultimi 100 anni e sono le case costruite in economia in una zona che tutti sanno essere sismica.<br />
<br />
Alla stessa maniera non esiste una soluzione soddisfacente per una crisi finanziaria, perché la crisi finanziaria non è il problema, al contrario, la crisi è una parte della soluzione. Il problema è il cattivo credito che si è accumulato silenziosamente nel sistema finanziario negli ultimi 30 anni e sono le banche sotto-capitalizzate in un mondo del credito che tutti sanno essere instabile.<br />
<br />
Per capire cosa sia questo "cattivo credito" serve un corso super-intensivo di economia secondo al scuola austriaca che qui sotto metto nella mia interpretazione e per aforismi. Molte maggiori informazioni si trovano sul <a href="http://mises.org/">sito del Ludwig von Mises Institute (en)</a>.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Ricchezza, credito e debito</span><br />
<br />
La <span style="font-style: italic;">ricchezza</span> è la disponibilità di beni e servizi attuali. I beni si dividono in categorie:<br />
<ol><li>risorse scarse che mantengono valore sul lunghissimo periodo come metalli preziosi, opere d'arte e terra, soprattutto se agricola o contenente risorse naturali,</li>
<li>beni di lungo periodo come gli immobili, infrastrutture, libri, competenze tecnologiche e culturali,<br />
</li>
<li>beni di medio periodo come macchinari, arnesi, elettrodomestici, autoveicoli, mobili, software e armi,</li>
<li>beni di breve periodo come apparecchi elettronici e vestiti,</li>
<li>beni di uso immediato come cibo, prodotti per la casa e denaro contante.<br />
</li>
</ol>Per i servizi esistono categorie simili.<br />
<br />
Il <span style="font-style: italic;">capitale</span> è quella parte di ricchezza che è funzionale a produrre altra ricchezza (un televisore non è capitale, mentre un trattore sì).<br />
<br />
Il <span style="font-style: italic;">credito/debito</span> è l'impegno contrattuale di una parte a fornire all'altra parte della ricchezza futura, in genere in cambio della disponibilità di ricchezza attuale. In sostanza il<span style="font-style: italic;"> </span>credito/debito è una promessa di disponibilità di ricchezza futura.<br />
<br />
L'<span style="font-style: italic;">economia</span> si occupa della produzione e del commercio della ricchezza.<br />
<br />
La <span style="font-style: italic;">finanza</span> si occupa della generazione e del commercio del credito.<br />
<br />
Alcuni corollari:<br />
<ol><li>La maggior parte della ricchezza deve essere consumata poco dopo essere stata prodotta.<br />
</li>
<li>Chi ha promesso ha un debito. A chi è promesso ha un credito.</li>
<li>Per ogni euro di credito c'è un euro di debito. Questo è uno dei concetti chiave per capire la crisi finanziaria e sopratutto il come vada risolta.</li>
<li>Ricchezza e credito sono diversi come sono diversi presente e futuro.</li>
<li>Il bilancio del conto in banca e del deposito titoli non è ricchezza, ma credito.</li>
<li>Le azioni delle aziende danno la proprietà di mezzi di produzione, dunque sono ricchezza di medio/lungo periodo.<br />
</li>
</ol><span style="font-weight: bold;">Denaro e risparmio<br />
<br />
</span><a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/06/l-del-denaro.html">Il <span style="font-style: italic;">denaro</span> è semplicemente il bene meglio scambiabile</a>, niente di più, niente di meno. Nei contratti economici e finanziari si usa il denaro come misura di valore, ma non è obbligatorio (ad esempio posso affittare un campo agricolo per €1.000 l'anno o per la metà della produzione).<br />
<br />
Qualsiasi modello economico/finanziario deve poter essere descritto senza usare il concetto di denaro, ossia un modello che non sta in piedi una volta tolto il concetto di denaro, non sta in piedi e basta. (Rileggete le definizioni della sezione precedente, in nessun caso è necessario il concetto di denaro)<br />
<br />
Il <span style="font-style: italic;">risparmio</span> è la differenza tra il valore della ricchezza prodotta da una persona e il valore della ricchezza consumata dalla stessa persona in un dato periodo di tempo. Questo è uno dei concetti più importanti della finanza. Il risparmio è un surplus di ricchezza prodotta. Questo surplus di produzione può essere utilizzato per:<br />
<ul><li>acquistare ricchezza di medio/lungo periodo (ad esempio, azioni)</li>
<li>estinguere un debito (ad esempio, pagare la rata del mutuo)</li>
<li>estendere del credito (ad esempio, prestando alla propria banca tramite un deposito di denaro sul proprio conto corrente o prestando allo Stato tramite la sottoscrizione di un BOT)</li>
</ul>Alcuni corollari:<br />
<ol><li>Il denaro non misura il valore e al contrario ha un valore fluttuante esso stesso.</li>
<li>Il prezzo di un bene è una misura di valore relativo.</li>
<li>L'inflazione è la diminuzione del valore del denaro, mentre la deflazione è l'aumento.</li>
</ol>(fine della prima parte. Continua...)Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-1261320070689061912008-10-09T09:06:00.011+02:002011-03-25T22:54:22.642+01:00Compagno Tremonti: "Benvenuti nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Europee!"Come forse ho già detto, non riesco ad appassionarmi alle piccole cose di casa nostra e di questo mi scuso con i lettori che invece sono interessati a capire cosa ci sta succedendo e cosa aspettarsi qui in Italia. Oggi però per caso ho ascoltato una parte della conferenza stampa del ministro del Tesoro della repubblica italiana, Giulio Tremonti, che illustrava <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/10/banche-tesoro-azioni.shtml?uuid=b6d6938c-95c9-11dd-90a6-de6808ab7dd1&DocRulesView=Libero">le misure straordinarie prese dal governo per garantire e stabilizare il sistema bancario italiano</a> in aggiunta alle misure straordinarie annunciate dal presidente della Banca Centrale Europea J.C. Trichet.<br /><br />Il messaggio è semplice: appiattimento totale sulla linea americana e socializzazione delle perdite del sistema bancario. Il tutto ovviamente "per il bene dei risparmiatori".<br /><br />Anche la forma del messaggio ricalca fedelmente <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/09/palson-e-compagnia-tradotti-da-mish.html">la retorica al contrario di Hank Paulson</a>, negando tutte le affermazioni fatte da Tremoniti in conferenza stampa si ottiene un quadro della realtà piuttosto fedele.<br /><br />Partiamo dall'antefatto: tutte le banche hanno fatto investimenti speculativi ad alto rischio con i soldi dei risparmiatori: speculazione immobiliare diretta (mutui al 100%, prestiti ai costruttori/speculatori immobiliari), acquisizioni bancarie, trading di strumenti finanziari (spesso legati alla speculazione immobiliare negli Stati Uniti o ad altri tipi di speculazione), credito al consumo, etc. Negli ultimi 6 anni la dirigenza, il personale, i fornitori, gli azionisti e i creditori delle banche (i cosiddetti <span style="font-style: italic;">stakeholders</span>) hanno realizzato profitti da capogiro a causa del livello stratosferico di rischio finanziario che le banche si assumevano.<br /><br />Quello che sta accadendo oggi è che si sta rivelando non solo la dimensione colossale del rischio finanziario assunto dalle banche, ma anche il fatto che questo rischio finanziario è stato prezzato malissimo. Allo stato attuale è facile prevedere che le perdite complessive per le il sistema bancario internazionale saranno maggiori dei profitti realizzati negli ultimi 6 anni. <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/08/una-lezione-su-come-perdere-in-18-mesi.html">Per la banca d'affari americana Merrill Lynch (oggi proprietà di Banc of America) questa previsione si è già realizzata</a>.<br /><br />Tu: "Ma questo vuol dire che i banchieri non capiscono un accidente di finanza?"<br /><br />Io: "Esatto."<br /><br />Ogni banca si è limitata a fare una cosa un po' più stupida della banca accanto per guadangare un po' di più. Senza che nessuno, meno che mai i gli organismi di sorveglianza, si chiedesse se il livello di idiozia raggiunto fosse pericoloso o meno. Iterando questo processo per 20 anni si ottiene la più grossa crisi finanziaria della storia. Questa.<br /><br />La soluzione del mercato è tanto semplice e quanto brutale: gli <span style="font-style: italic;">stakeholders</span> che hanno volontariamente investito/speculato in una banca e che hanno realizzato i colossali profitti in passato oggi si beccano le ancor più colossali perdite. Come si insegna ai bambini: "Chi rompe paga e i cocci so' li sua".<br /><br />La soluzione dei compagni Paulson, Trichet e Tremonti è ugualmente semplice: onde proteggere i colossali profitti realizzati dagli <span style="font-style: italic;">stakeholdes</span> le ancora più colossali perdite delle banche verranno realizzate dal contribuente, cioè da tutti. È il socialismo per i ricchi: "Privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite".<br /><br />Questa è pianificazione di stato della finanza, la burocrazia sceglie chi vince e chi perde. Alessandro Profumo vince, io e te perdiamo.<br /><br />Quello che ha caratterizzato l'esperienza comunista dell'URSS e che ne ha determinato il fallimento, non è stata l'ideologia, ma l'implementazione basata sul potere assoluto della burocrazia.<br /><br />Benvenuti nell'URSE, Unione delle Repubbliche Socialiste Europee.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-27670573564751699652008-08-30T23:30:00.013+02:002011-03-25T22:54:23.501+01:00Credito al consumo: un modello finanziario del gioco del cerinoUn settore della finanza che mi è sembrato un castello di carte totalmente insensato fin da molto presto nel mio percorso di studi finanziari è il cosiddetto credito al consumo. Rispetto ad altri settori della finanza è molto semplice descrivere il modello finanziario e la sua intrinseca debolezza con un esempio.<br /><br />Tuo cugino ti si presenta a casa a giugno e dice: "Caro cugino, visto che quest'anno io e mia moglie ci siamo spesi fino all'ultimo centesimo dei nostri stipendi e in vita nostra non abbiamo messo da parte il becco di un quattrino quest'anno non possiamo permetterci le vacanze. Ma se ci presti i 2.500 euro che ci servono per andare in crociera ti prometto che tra un anno te li rendiamo col 10% di interessi." Se accetti la proposta stai facendo del credito al consumo. E se pensi di aver fatto un buon affare considera che:<br /><ul><li>l'unico modo in cui tuo cugino può estinguere il debito è riducendo il proprio tenore di vita. Infatti l'anno prossimo non solo dovrà rinunciare alle vacanze (cosa che non ha saputo fare quest'anno), ma dovrà anche risparmiare i 2750 euro che si è impegnato a restituirti,</li><li>ma l'unico motivo per cui tuo cugino ha bisogno di credito al consumo in primo luogo è perché ha sempre mantenuto in vita sua un tenore di vita al limite delle proprie possibilità e non ha mai saputo risparmiare<br /></li></ul>ossia la proposta che hai accettato è: "Quest'anno non ho saputo né risparmiare 2.500 euro, né rinunciare alle vacanze, ma ti prometto che l'anno prossimo risparmierò 2.750 euro e rinuncerò alle vacanze". Quante probabilità ci sono che ciò avvenga?<br /><br />Ma c'è una scappatoia, l'anno prossimo tuo cugino può continuare col tenore di vita di sempre e presentarsi da un altro parente a chiedere un prestito di 5.250 euro, sempre al 10%, col quale saldare il debito con te e farsi la vacanza. In tempi di credito facile, questo balletto del debito può andare avanti parecchi anni anche perché tutti i finanziatori effettivamente rientrano di capitale e interessi e tuo cugino si costruisce una solida reputazione di "debitore affidabile".<br /><br />Finché un giorno i tempi del credito facile finiscono, tuo cugino non trova da rifinanziare il debito ormai consistente e irripagabile e qualche parente si ritrova con un grosso cerino in mano. La famiglia va incontro a una classica crisi finanziaria come descritta in <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/04/si-fa-presto-dire-crisi.html">Si fa presto a dire crisi</a>.<br /><br />Basta sostituire i parenti con banche e finanziarie e abbiamo il modello di <span style="font-style: italic;">business</span> del credito al consumo. Per sua stessa natura la domanda di credito al consumo viene da chi farà più fatica a saldare il proprio debito e cercherà di rifinanziare più frequentemente. Il gioco consiste nel non rimanere l'ultimo col cerino in mano o si rischia di <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/08/una-lezione-su-come-perdere-in-18-mesi.html">fare la fine di Merrill Lynch</a>.<br /><br />Ovviamente questo gioco non può finire bene.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-18427701936155657542008-08-09T16:52:00.007+02:002011-03-25T22:54:23.580+01:00La Seconda Grande Depressione o la Seconda Depressione Mondiale?Il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale">31 agosto del 1939</a> nessuno chiamava "Prima Guerra Mondiale" il drammatico conflitto del 1914-18. I contemporanei la chiamavano semplicemente "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_guerra">la Grande Guerra</a>", esattamente come chiamavano semplicemente "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_depressione">la Grande Depressione</a>" i dieci anni di profonda crisi economica iniziati con il crollo del mercato azionario di New York del 1929.<br /><br />Gli eccessi finanziari dei ruggenti anni '20 impallidiscono a confronto all'orgia di debito e speculazione finanziaria che ha impazzato nei paesi occidentali negli ultimi venti anni, e oggi come allora si prepara lo scenario per una crisi economica globale. <a href="http://www.rgemonitor.com/roubini-monitor/253283">Tutti i Paesi del G7</a> sono appena entrati in recessione (USA e Giappone), o sono sull'orlo di una recessione (Italia e Canada) o sembrano in procinto di entrare in una recessione (Gran Bretagna, e probabilmente anche Francia e Germania). Oggi come allora <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/08/cosa-si-pu-fare-per-risolvere-la-crisi.html">il danno è stato fatto da tempo ed è troppo tardi per evitare una crisi economica</a>, ma oggi come allora gli eccessi del passato non sono sufficienti a trasformare la recessione globale incombente in una grande depressione mondiale.<br /><br />Allora i potenti del tempo, politici, banchieri, industriali e tutti coloro che avevano tratto vantaggio dagli eccessi finanziari degli anni Venti hanno tentato fino allo strenuo di salvare i fallimentari modelli economico-finanziari che stavano collassando, al costo di trasformare la crisi economica del '29 nella vera e propria depressione del '33. Come ben illustrato da <a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/08/london-banker-olio-di-serpente-e.html">London Banker in Olio di serpene e Deflazione</a> una volta che il sistema economico è costruito su politiche autodistruttive, la risposta delle <span style="font-style: italic;">elite</span> del passato è sempre e solo di riproporre un'ulteriore dose delle stesse politiche autodistruttive. Finché la devastazione economica e politica porta alla nausea, al rigetto del passato e in fine al cambiamento culturale e politico. Solo che nel '33 in Germania il cambiamento politico si chiamava partito nazionalsocialista.<br /><br />Oggi più di allora per trasformare la recessione globale in qualcosa di veramente devastante paragonabile a una seconda grande depressione servirebbe il lavoro assiduo, meticoloso e determinato di <span style="font-style: italic;">elite</span> politiche, economiche e finanziarie decise a mantenere lo <span style="font-style: italic;">status quo</span> costi quel che costi. Capaci di ignorare le più basilari regole della logica che imporrebbero di abbandonare modelli comportamentali che si sono dimostrati non semplicemente autodistruttivi, ma banalmente autodistruttivi. Capaci di precipitare ottusamente se stessi e il proprio Paese nell'abisso pur di non cedere il più piccolo brandello di potere...<br /><ul><li>George W. Bush (o per essere più precisi <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Dick_Cheney">Richard B. Cheney</a> e <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Henry_Paulson">Henry M. Paulson</a>),</li><li>Vladimir V. Putin,</li><li>Hu Jintao,</li><li>Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud,</li><li>J. Gordon Brown,</li><li>e nel nostro piccolo, Silvio Berlusconi.</li></ul><br />...<br /><br />Dicevo. Suona meglio "la Seconda Grande Depressione" o "la Seconda Depressione Mondiale"?Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-52612061467040249662008-08-09T02:58:00.011+02:002011-03-25T22:54:23.608+01:00London Banker: "Olio di serpente e deflazione"Il post di London Banker <a href="http://www.rgemonitor.com/financemarkets-monitor/253292/snake_oil_and_deflation">Snake oil and Deflation</a> è tanto profondo quanto devastante. Condivido in pieno la sua analisi degli eccessi economico-finanziari che oggi hanno raggiunto il parossismo e condivido lo scoramento per quello che ci aspetta in futuro e insieme la determinazione nel voler lottare per ottenere un sistema diverso e funzionante.<br /><br />Condivido tanto le sue idee che pubblico di seguito la mia traduzione del suo pezzo, per permettere anche a chi non mastica l'inglese economico-finanziario di apprezzarne il pensiero. Chiunque ne abbia la possibilità legga l'originale perché l'inglese usato è molto bello e intraducibile.<br /><blockquote>È probabile che in futuro avremo grandi dibattiti su chi, come, perché e percome della recessione/depressione incombente, sopratutto se porterà al conflitto globale e al riallineamento delle valute che segnerà la fine del sistema Bretton Woods II e dell'egemonia economica degli Stati Uniti d'America. Alla base abbiamo la citazione con la quale ho aperto il mio pezzo della settimana passata:<br /><br /><span style="font-style: italic;">"Le crisi finanziarie non distruggono il capitale; esse semplicemente rivelano fino a quale punto fosse stato già distrutto dall'impiego capzioso in attività palesemente improduttive"</span> - John Stuart Mill<br /><br />La difficoltà è che le politiche che hanno finanziato le attività improduttive e a forte debito sono estremamente popolari fino a rappresentare la cultura di almeno due generazioni. Se da una parte la recessione/depressione deflazionistica renderà queste politiche addirittura più costose e distruttive di quanto siano state nel portaci al punto di rottura, le stesse politiche sono dei moventi politici così basilari che il cambiamento economico e politico sarà impossibile senza un vero e proprio cambiamento culturale.<br /><br />Dovrebbe essere ovvio che farsi prestare denaro a breve termine nel mercato commerciale per prestare denaro a lungo termine a cattivi debitori [NdT: ad esempio a debitori <span style="font-style: italic;">subprime</span>] finanziando mutui e credito al consumo sulla base di garanzie non adeguate non e un modello economico ragionevole. Eppure in qualche maniera l'alchimia finanziaria moderna è stata accettata come capace di trasformare il piombo in oro con una spruzzata di polvere magica AAA. Dovrebbe essere ovvio che una casa, una volta costruita, non è un bene produttivo in quanto non genera reddito e al contrario assorbe una frazione significativa del reddito del suo proprietario tramite gli interessi sul mutuo, le tasse di proprietà, la manutenzione e le utenze. Dovrebbe essere ovvio che il debito personale (ad esempio le carte di credito), contratto per l'acquistato di beni di consumo, non produce alcun flusso di denaro produttivo col quale ripagare il debito, anzi diventa un ostacolo per il consumo futuro poiché gli interessi eroderanno una parte maggiore di redditi stagnanti. Dovrebbe essere ovvio che un'auto che pesa il doppio e consuma il doppio non è altrettanto produttiva di una piccole ed efficiente e costando il doppio finirà col danneggiare di più il risparmio e l'investimento produttivo a causa del debito eccessivo. Dovrebbe essere ovvio che il settore finanziario, nel ruolo di intermediario tra i risparmiatori e le attività produttive bisognose di capitale non dovrebbe mai crescere al punto da rappresentare da solo il trenta percento dell'attività economica. Ciononostante i mercati di tutto il mondo hanno seguito senza scrupoli la strada della sotto-produzione, del non-risparmio e del sovra-consumo come se fosse la strada per la prosperità anziché uno sperpero di capitale in attività palesemente improduttive.<br /><br />Sarà davvero un politico molto coraggioso che dirà che i giovani dovrebbero risparmiare il venti percento per finanziare l'acquisto della loro prima casa (come è la regola generale nei paesi che non hanno mai conosciuto i cicli di boom e crisi immobiliare come la Germania e la Svizzera). Sarà davvero un politico molto coraggioso che dirà che i consumatori dovrebbero risparmiare il denaro per acquistare beni di consume e automobili [NdT: ossia senza ricorrere al credito al consumo]. Sarà davvero un politico molto coraggioso che aumenta le tasse sulle case mono-familiari [NdT: molto diffuse in USA] e sulle automobili di proprietà nel bel mezzo di una crisi immobiliare e del boom del prezzo del petrolio. Sarà davvero un politico molto coraggioso che dice che il settore finanziario non dovrebbe essere sovvenzionato dal governo per mezzo di detrazioni sugli interessi, detrazioni su speculazioni improduttive, elusione fiscale attraverso finanziarie <span style="font-style: italic;">off-shore</span> e tutte gli altri metodi finalizzati a permettere finanziamenti alle prossime elezioni.<br /><br />In breve, il sitema che per sessanta anni e precipitato nel più grosso ciclo del debito della storia potrebbe non essere adeguato ad affrontare il più grosso ciclo di deflazione della storia, se decide di prescrivere lo stesso "olio di serpente" che ha ammalato l'economia in primo luogo, anziché la dieta (fiscale) bialciata e l'eserczio (economico) che tutti sappiamo che sarebbe necessario [NdT: lo "Snake Oil" ossia "olio di serpente" è una medicina tradizione cinese, in inglese it termine è usato nel senso dispregiativo di "unguento miracoloso", soprattuto nel caso si tratti di una truffa].<br /><br />Persino gli organismi di controllo bancari, che dovrebbero sapere meglio di altri che l'aumento repentino del valore di beni da investimento è l'indicatore più sicuro di futuri fallimenti bancari, hanno deciso invece di credere alla favola e ignorare la realtà. Invece di intervenite per evitare gli eccessi finanziari, i regolatori si sono congratulati con se stessi per avere sotto controllo un settore finanziario robusto e innovativo, mentre riscrivevano le loro regole in modo da abbracciare i deludenti modelli del mercato basati sul <span style="font-style: italic;">rating</span> che permettevano di sotto-capitalizzare rischi maggiori e meno trasparenti.<br /><br />Se il problema di base che ha portato all'attuale congelamento dei mercati del credito è la dislocazione del credito in attività improduttive durante gli anni del boom, allora nessuna quantità di nuovo credito risolverà il problema a meno che le distorsioni che hanno promosso la dislocazione non siano affrontate da cambiamenti di normativi e fiscali. Salvataggi e ricapitalizzazioni di attività del passato scavano solo un buco più profondo, sperperando altro capitale delle giovani generazioni nelle attività improduttive già finanziate dalla generazione attuale.<br /><br />Correggere il <span style="font-style: italic;">bias</span> verso lo sperpero di capitale non sarà né semplice, né popolare. Correggere il <span style="font-style: italic;">bias</span> verso l'investimento non produttivo richiederà un cambiamento enorme nelle strutture politiche, nei canali di intermediazione finanziaria, nelle abitudini di risparmio e di consumo, e incentivi economici che mettono in dubbio virtualmente ogni assunzione fatta da almeno due generazioni di uomini di affari americani e esportata ai consumatori di tutto il mondo.<br /><br />[...]<br /><br />Il credito al consumo è visto come una necessità fondamentale da virtualmente tutte le classi di lavoratori. Spostare la popolazione dal prestito al risparmio richiederà un enorme cambiamento normativo e culturale. Poche delle generazioni cresciute nella gratificazione istantanea dei desideri cambieranno volentieri e volontariamente a vivere secondo le proprie possibilità e risparmiando per le necessità future.<br /><br />In breve, non esistono soluzioni facili. Abbiamo ipotecato la nostra prosperità futura al ripagamento del nostro debito attuale. Vivremo meno bene in futuro, come anche i nostri bambini, per un certo periodo. Tramite inflazione o deflazione il nostro debito dovrà essere estinto. Il risparmio dovrà essere inconraggiato e dovrà essere allocato in investimenti produttivi, che produrranno non solo prosperità futura, ma anche equità sociale per minimizzare i conflitti sociali.<br /><br />Quelli che ci hanno venduto o imposto l'attuale insieme di norme e pratiche ri-imbottiglieranno il loro "olio di serpente" sotto nuove etichette. Dobbiamo essere attenti prima di comprare quantità industriali decine di miliardi di dollari delle stesso vecchio "olio di serpente" che ha già ammalato le nostre economie e processi politici. Negli Stati Uniti classifico i salvataggi di Bear Stearns/JPMorgan e Fannie/Freddie come "olio di serpente", che perpetra i sussidi alla speculazione nell'improduttivo mercato immobiliare. In Gran Bretagna classifico le voci sulla riduzione delle tasse sulle compravendite immobiliari ugualmente come "olio di serpente". L'"olio di serpente" sfortunatamente fa vincere le elezioni perché fa leva su votanti che sono politicamente importanti. Come risultato potremmo essere sul punto di entrare in una fase pericolosa in cui le strutture democratiche sono sbilanciate verso politiche economiche dannose che danneggiano ulteriormente la crescita e la prosperità future perché l'investimento in attivitàinproduttive è talmente diffuso da formare parte della cultura popolare.<br /><br />La deflazione mette in dubbio molte delle assunzioni che funzionano in un contesto inflazionistico: "La proprietà è un investimento sicuro" e "Investire in azioni sul lungo periodo conviene" e "I governo non fanno mai bancarotta". Quando le persone sono costrette a riconsiderare le fondamenta delle loro nozioni finanziarie, allora riconsidereranno anche le fondamenta delle nozioni politiche. È stato in simili circostanze che nazioni del passato hanno abbracciato l'odio razziale, le divisioni etniche, le discriminazione sessuali, l'imperialismo economico e la guerra come mezzo per distogliere il pubblico discontento dalle <span style="font-style: italic;">elite</span> in pericolo.<br /><br />Ma tieni a mente chi ti ha venduto l'"olio di serpente" che ti ha fatto male, e sii sospettoso delle nuove bottiglie di qualsiasi forma e dimensione offerte dagli stessi commercianti.<br /></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-55047220559530119762008-06-15T17:12:00.009+02:002011-03-25T22:54:23.922+01:00L'origine del denaroVorrei parlare di cosa è una crisi bancaria (<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Bank_run"><span style="font-style: italic;">a run on the bank</span></a>) e delle instabilità intrinseche ai sistemi finanziari moderni, ma per farlo vorrei parlare prima di cosa è una banca e come funziona un sistema bancario con riserve frazionarie (<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Fractional-reserve_banking"><span style="font-style: italic;">fractional reserve banking</span></a>). Per comprendere il quale serve ben chiaro il concetto di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moneta_legale">moneta legale</a> (<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Fiat_currency"><span style="font-style: italic;">fiat currency</span></a>) contrapposto al quello di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Moneta_merce">denaro fisico</a> (<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Commodity_money"><span style="font-style: italic;">commodity money</span></a>).<br /><br /><span style="font-size:130%;">Come nasce il denaro naturale</span><br /><br />Il cammino a ritroso mi ha portato a trovare diversi articoli su cosa è il denaro e sulla sua origine tra cui:<br /><ul><li><a href="http://www.strike-the-root.com/4/baker/baker2.html">The Origin of Money (And How It Was Stolen from You)</a> by Alexander "Ace" Baker, <span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:Georgia;" >May 17, 2004</span></li><li><a href="http://mises.org/story/1333">The Origin of Money and its Value</a> by Robert P. Murphy, <span id="ctl00_ctl00_ContentPlaceHolder1_ContentPlaceHolder1_lblDatePosted">9/29/2003</span></li></ul>Dal punto di vista scientifico non si sa molto su come sia emerso l'uso del denaro, ma è possibile fare diverse supposizioni su basi sociologiche. L'idea è più o meno questa.<br /><br />In principio era il baratto tra individui specializzati. Uno dei principi fondamentali dell'economia individuati da <span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:Georgia;" ><a href="http://www.mises.org/">Ludwig von Mises</a> è che un gruppo di individui produce di più se ciascuno si specializza e scambia il frutto del proprio lavoro, piuttosto che mantenendo la completa autosufficienza individuale. Il commercio è quindi una condizione naturale delle società umane, per quanto primitive, e di fatto il baratto è una capacità quasi innata.<br /><br />Il baratto semplice ha però un grosso problema, ossia un individuo deve offrire alla controparte qualcosa di immediatamente utile e di valore congruo per poter ottenere quello che desidera. Chiunque ricordi i tempi in cui scambiava le figurine dei calciatori sa che la soluzione innata è di barattare cose immediatamente utili ('con Tardelli finisco la Juve') con cose considerate generalmente utili per ulteriori baratti ('se me lo dai ti do un Platinì e due Cabrini').<br /><br />L'evoluzione naturale del baratto è che uno dei beni di scambio finisce per essere considerato generalmente quello più facilmente scambiabile e finisce per essere utilizzato nella maggior parte dei commerci come controparte del bene con utilità immediata. Quando ciò avviene nella società è emerso un bene monetario. Questo fenomeno di emersione spontanea di una forma di denaro naturale è accaduta molte volte e con molti beni diversi, alcuni hanno funzionato meglio, altri peggio e l'evoluzione ha portato a forme di denaro sempre più competitive. Alcune delle proprietà che favoriscono un bene nel diventare il bene monetario sono ad esempio: la divisibilità in unità molto piccole, la semplice trasportabilità, la possibilità di essere immagazzinato, la possibilità di scambiare una unità per un'altra equivalente e la stabilità della quantità totale nel tempo. I metalli preziosi e l'oro in particolare sono emersi storicamente come i beni monetari più efficienti e a più larga diffusione. Per gli economisti della scuola austriaca l'oro di fatto è il denaro naturale.<br /><br />La società che adotta una forma avanzata di denaro naturale, basato ad esempio sull'uso di monete d'oro o d'argento, è in grado di perfezionare la specializzazione e in generale di aumentare la produttività dei propri individui. Inoltre è in grado di esprimere il valore di beni futuri, ossia è in grado di sviluppare un sistema finanziario.<br /><br />Per concludere con </span>Alexander "Ace" Baker:<span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:Georgia;" ><blockquote>Il denaro non è un concetto astratto e arbitrario, al contrario è un fenomeno estremamente reale con conseguenze estremamente benefiche per l'esistenza umana. <span style="font-style: italic;">Ha una funzione ben precisa. Perché mai dovremmo accontentarci di qualcosa che non sia lo strumento migliore per lo scopo?</span><br /></blockquote><br /><span style="font-size:130%;">Come nasce una moneta legale?</span><br /><br />Oggi tutte le nazioni del mondo adottano una forma di denaro non legato ad beni reali e che riceve il proprio status monetario per legge anziché dal consenso del mercato, ossia adottano una moneta legale (<span style="font-style: italic;">fiat currency</span>). Dal punto di vista tecnico le monete legali come l'euro e il dollaro soddisfano quasi tutte le caratteristiche monetarie (divisibilità, trasportabilità, possibilità di essere immagazzinato, etc.) tranne due fondamentali:</span><br /><ol><li><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:Georgia;" >la quantità totale di denaro non ha alcun limite naturale, poiché nuovo denaro può essere stampato a piacimento dalla banca centrale,</span></li><li><span style="color: rgb(0, 0, 0);font-family:Georgia;" >la cartamoneta non ha alcun valore intrinseco, ma il valore deve essere imposto dalla legge.</span></li></ol>Non si tratta di difetti di poco conto. Come è possibile che una forma di denaro tanto inferiore ad esempio all'oro abbia praticamente conquistato il mondo in meno di un secolo? Come è possibile che i governi di tutto il mondo si siano gettati come un sol uomo tra le braccia delle rispettive banche centrali? Quanli sono i vantaggi dell'utilizzare un denaro artificiale? Ma soprattutto, per chi sono questi vantaggi?<br /><br />Ci sono varie spiegazioni dei vantaggi delle monete legali per il funzionamento delle economie moderne e quindi a favore dei popoli nazionali a cui sono imposte. A me però sembra più convincente una famosa osservazione del barone Nathan Mayer Rothschild, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Rothschild">della famiglia di banchieri</a> tra le più influenti nell'Europa nel XVIII secolo:<br /><blockquote>"I care not what puppet is placed upon the throne of England to rule the Empire on which the sun never sets. The man who controls Britain's money supply controls the British Empire, and I control the British money supply."<br /><br />"Non mi curo di quale marionetta sia posta sul trono d'Inghilterra a comandare l'Impero su cui non tramonta mai il sole. L'uomo che controlla la quantità di denaro in Inghilterra controlla l'Impero britannico, e sono io che controllo la quantità di denaro in Inghilterra."<br /></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-38461816412552155262008-05-31T23:32:00.013+02:002011-08-27T14:37:20.845+02:00Segui i soldi, il lungo viaggio dalla Cina al consumatore USAIl post precedente dedicato al significato del <span style="font-size: 100%;"><a href="http://castellidicarte.blogspot.com/2008/05/deficit-e-surplus-corrente_30.html">deficit e surplus corrente</a> si conclude con il percorso kafkiano di un televisore e dei soldi per comprarlo a credito che, partiti entrambi dalla Cina, arrivano insieme in Texas. Poiché questo percorso è il nocciolo della globalizzazione e in un paio di punti si fa tortuoso proviamo a percorrerlo di nuovo e con più calma.<br /><br />In una delle mille fabbriche cinesi un operaio finisce di assemblare un televisore LCD, per produrre il quale ci sono voluti componenti e manodopera molto reali e poco pagati in yuan, la moneta ufficiale cinese. Il televisore viene venduto in una partita insieme ad altre centinaia di televisori uguali per 700 yuan l'uno a un importatore americano. L'importatore alla frontiera aveva cambiato circa $100 a pezzo al cambio ufficale di circa 7 yuan per un dollaro, direttamente dalla banca centrale cinese.<br /><br />Fin qui tutto regolare. L'importatore se ne torna a casa insieme ai suoi televisori, alleggerito dei dollari necessari all'acquisto, ma contento. Infatti conta di rivenderli a $200 al pezzo con un discreto margine anche contando i costi di trasporto e tutto il resto.<br /><br />Ma che fine fanno tutte le banconote da $100 lasciate alla frontiera?<br /><br />Qui c'è la prima tortuosità del nostro percorso. Il cambio ufficiale dollaro/yuan è imposto dalla banca centrale cinese su valori artificialmente bassi in modo da incentivare l'export cinese. Difatti una parte significativa del successo commerciale della Cina deriva dalla svalutazione competitiva operata sistematicamente sullo yuan. Il risultato dello yuan artificialmente debole è che il resto del mondo trova i beni cinesi più economici, mentre i cinesi trovano più cari i beni provenienti dall'estero. Il risultato è che ai cinesi non interessa di cambiare i proprio yuan per dollari e comprare beni americani, perché possono avere quasi tutto più economicamente sul mercato cinese.</span><span style="font-size: 100%;"><br />I buona sostanza, i $100 rimangono nelle casse della banca centrale cinese che non sa esattamente cosa farci, se non chiamarli 'riserve monetarie'!<br /><br />La banca centrale cinese naturalmente non tiene queste riserve monetarie in grossi mucchi di banconote da $100, ma cerca di investirli in strumenti finanziari a basso rischio in modo da recuperare la perdita di valore dovuta all'inflazione. Qui la questione si fa ancora più tortuosa poiché il democraticissimo governo degli Stati Uniti non disdegna di essere finanziato dall'amico governo chinese attraverso la sottoscrizione di obbligazioni del Tesoro (chiamate <span style="font-style: italic;">treasuries, bills </span>o<span style="font-style: italic;"> notes</span>) o di quelle di agenzie governative (chiamate <span style="font-style: italic;">agencies</span>), ma chiaramente non può permetter che lo stesso governo cinese, comunista e non democratico, possa investire a suo piacimento nell'economia americana. Quindi buona parte delle riserve monetarie cinesi finisce in titoli di stato americano permettendo al governo Bush di fare spese pazze (ad esempio la guerra contro il terrore) e contemporaneamente abbassare le tasse alle persone e alle aziende.<br /><br />Ma torniamo ai nostri $100 al pezzo che dalla frontiera cinese sono arrivati nelle casse del dipartimento del Tesoro. Per ogni pezzo da $100 di fiananziamento ricevuto sono richiesti $100 in meno di tasse oggi (e molti di più in futuro, ma questo è materiale per un altro post) e il risultato efficacie è che i contribuenti si ritrovano in tasca l'intero valore dei tagli fiscali finanziati dalla banca popolare cinese e contemporaneamente sul groppone il debito equivalente.<br /><br />Eccolo là come almeno una parte dei $100 iniziali finiscono nelle tasche di Joe Sixpack giusto in tempo per poter andare a ritirare l'ultimo modello di LCD appena arrivato dalla Cina.<br /><br />Ma quanto conta veramente il finanziamento della banca popolare cinese all'economia degli stati uniti? Le cifre fornite da Brad Sester sulla <a href="http://blogs.cfr.org/setser/2008/05/29/what-cannt-go-on-still-hasn%e2%80%99t-slowed-let-alone-stopped-chinese-reserve-growth/">crescita delle riserve monetarie cinesi nel 2007</a> sono dell'ordine dei $600 miliardi, il PIL degli stati uniti è stato di circa $14,000 miliardi, il finanziamento cinese è stato all'incirca il 4% del PIL.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5913521937553172533.post-34001556329984114692008-04-24T23:34:00.016+02:002011-03-25T22:54:24.189+01:00Si fa presto a dire crisiOk, è in corso una crisi finanziaria, ma che cosa è una simile bestia e come si è originata?<br /><br />Secondo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_finanziaria">Wikipedia</a>:<br /><blockquote>In un contesto macroeconomico si è in presenza di una <b>crisi finanziaria</b> quando la domanda di denaro [...] è superiore all'offerta da parte delle <span class="mw-redirect">banche</span> e degli investitori.</blockquote>Sorprendentemente le crisi finanziarie sono tutte molto simili. Al colmo della generalizzazione e della sintesi la storia ricorrente è più o meno questa: nel corso degli anni un gruppo di persone presta una grossa quantità di denaro a un altro gruppo di persone senza pretendere sufficienti garanzie. I debitori trovano un modo per scialacquare tutto il denaro e quando finalmente i creditori chiedono la restituzione del capitale improvvisamente ed inaspettatamente tutti i partecipanti scoprono che:<br /><ol><li>i debitori non sono in grado di saldare il debito in quanto non guadagnano abbastanza,</li><li>anche pignorando tutti i beni dei debitori non si arriva a saldare il debito,</li><li>improvvisamente tutti sono più poveri, gli ex-creditori non vogliono o non possono più prestare denaro, mentre gli ex-debitori non vogliono o non possono più indebitarsi.<br /></li></ol>La crisi finanziaria corrisponde a questo periodo finale di 'epifania' durante il quale si comprende l'irresponsabilità delle proprie azioni precedenti.<br /><br />In particolare dall'analisi <span style="font-style: italic;">a-posteriori</span> risulta che:<br /><ol><li>i debitori avevano scelto di indebitarsi poiché non riuscivano a mantenere il proprio tenore di vita solo col proprio lavoro. Dunque era evidente fin dall'inizio che, a meno di eventi eccezionali, non sarebbero mai riusciti a restituire il debito.<br /></li><li>i creditori hanno accettato a garanzia del prestito beni di valore dubbio o a rischio di deprezzamento o nessuna garanzia. Dunque era evidente fin dall'inizio che in caso di bancarotta dei debitori il valore delle garanzie non poteva coprire l'intero debito.</li><li>doveva essere assolutamente evidente fin dall'inizio che né i debitori, né i creditori avevano interesse a fare un affare che non poteva non finire male.</li></ol>La crisi finanziaria arriva quando alla fine, inevitabilmente, il magnifico castello di carte crolla.<br /><br />Questa situazione per quanto sembri paradossale si presenta in continuo nella storia e nella cronaca, e chiunque pensi che i personaggi della crisi devono essere dei perfetti imbecilli per finire in una trappola del genere chiedo:<br /><ol><li>hai sottoscritto dei BOT? sai che questo vuol dire che sei un creditore dello stato Italiano? ti sei mai chiesto a quale impiego produttivo sia stato destinato il tuo prestito? probabilmente pagare stipendi e pensioni per questo mese? e cosa hai accettato come garanzia di tale prestito? </li><li>hai mai depositato denaro presso una banca? sai che una volta consegnato al cassiere, il contante appartiene alla banca e non più a te? sai che questo vuol dire che sei un creditore della tua banca e il numero sull'estratto conto è il saldo corrente del tuo prestito? ti sei mai chiesto a quale impiego produttivo sia stato destinato il tuo prestito? probabilmente finanziare credito al consumo? e cosa hai accettato come garanzia di tale prestito?</li></ol>Per finire e sempre in estrema sintesi, nella crisi finanziaria che stiamo vivendo il gruppo di persone che ha prestato il denaro e rischia seriamente di non rivederlo sono svariati miliardi di abitanti dei paesi emergenti, Cina, Paesi del Golfo, India, Russia, Brasile, etc, più il Giappone, mentre il gruppo di persone sulla strada della bancarotta sono svariate centinaia di milioni di abitanti dei paesi avanzati in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Portogallo, Italia e Grecia.<br /><br />Sembra incredibile, eh!Unknownnoreply@blogger.com0