martedì 11 maggio 2010

UE: "Difenderemo l'euro a tutti i costi"... anche a costo di distruggerlo

Nell'ennesimo salvataggio del fine-settimana oggi i Paesi dell'Unione Europea hanno annunciato un piano da 750 miliardi di euro per "salvare l'euro". Contemporaneamente la Merkel ha subito una sonora sconfitta in una importante elezione regionale perdendo anche il controllo del Senato tedesco.

Cosa preveda il piano sembra non interessare molto alla stampa, e nemmeno da quali tasche usciranno questi 700 miliardi di euro, d'altronde se attuato si tratterebbe solo del piano d'intervento finanziario più imponente della storia fatto con i nostri soldi, perché fare domande o cercare di approfondire?

Ma quello che preoccupa di più è l'obbiettivo dichiarato per l'intervento che è quello di colpire la speculazione sulla possibile uscita dall'euro dei membri più deboli: Grecia, Portogallo e Spagna in questo momento. Cioè non risolvere il problema della spesa statale fuori controllo, o quello dei bilanci statali sistematicamente falsificati, o quello della corruzione politica... No il più enorme trasferimento di ricchezza della storia viene annunciato (non ancora approvato) con lo scopo dichiarato di "colpire gli speculatori".

Il piano è il seguente: prendere 700 miliardi di euro dai contribuenti europei e prestarli sottocosto a tutti gli Stati che fin'ora hanno dimostrato di non essere stati in grado di ripagare i propri debiti.

Ai più attenti il geniale piano ricorderà quello identico di salvataggio delle banche americane, la TARP, approvato a ottobre 2008 negli Stati Uniti subito dopo il fallimento di Lehman Brothers, che non ha impedito il fallimento seguente di Washington Mutual e Wachovia Bank e di centinaia di altre banche locali. E che inoltre non ha impedito che i mercati collassassero fino al minimo di marzo 2009, quando incidentalmente è iniziato l'ulteriore programma di quantitative easing della FED.

Oggi i mercati azionari europei sono entusiasti e ne hanno ben donde, poiché con questa mossa i ministri finanziari hanno promesso di spostare una grossa quantità di perdite potenziali sui titoli pubblici da banche e assicurazioni sui privati cittadini. Sfortunatamente questo ennesimo caso di "rubare ai poveri per dare ai ricchi" non da nessun vantaggio all'euro. Al contrario, è ora chiaro che banche e Paesi non hanno nessun bisogno di sentirsi responsabili per i propri errori. Le mie speranze per sul futuro dell'euro sono al lumicino.

L'effetto annuncio ha lanciato l'euro da 1,275 a 1,31 sul dollaro in poche ore. Un movimento spaventoso per il cambio tra le due principali valute mondiali.

Mentre scrivo, nemmeno 24 ore dopo, l'euro è di nuovo a 1,275. I nostri geniali ministri finanziari con 700 miliardi di euro non sono riusciti a farsi belli nemmeno per un giorno. Che figura barbina!

giovedì 6 maggio 2010

Crash

Sì, sì. Tutto si aggiusta da solo.

Sì, sì. Non ci dobbiamo preoccupare.

Sì, sì. Parliamo della crisi al passato.

Solo nell'ultima settimana abbiamo: un Paese qui accanto in rivolta permanente, l'euro al collasso e a serio rischio di auto-distruzione e oggi anche un mini-crash dei mercati finanziari senza ragione apparente.



Questo è il problema delle soluzioni di cartapesta, tanto ci vuole a metterle in piedi quanto poco a farle crollare.

Non so se è già iniziata la prossima ondata della crisi, nessuno lo sa, ma sarà proprio così: inspiegabilmente rapida e senza motivo apparente.