venerdì 31 ottobre 2008

Dolcetto o scherzetto?

Una brillante vignetta di Chris Britt (via The Big Picture).

Come contesto per chi non lo sapesse, una parte rilevante delle pensioni degli americani sono investite in azioni, quindi il crollo del 46% dell'indice S&P500 dal picco del 2007, con il 17% solo nel mese di ottobre, vuol dire un grosso taglio a quasi tutte le pensioni.

mercoledì 29 ottobre 2008

Il Fondo Monetario Internazionale al lavoro 24 ore al giorno 7 giorni su 7

Come detto più volte le "Crisi monetarie" sono il prossimo stadio della crisi finanziaria e ovunaue ci sia una crisi monetaria li arriva il Fondo Monetario Internazionale.

Il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund o IMF) è una organizzazione internazionale intesa a promuovere la cooperazione e la stabilità nei mercati finanziari e valutari. A parte le belle parole è un organizzazione che raccoglie fondi dai governi dei paesi membri, in particolare dai Paesi occidentali, e interviene nell'eventualità di una crisi monetaria attraverso grossi prestiti. Poiché ai prestiti sono associate condizioni di "risanameto" finanziario imposte dai Paesi finanziatori, il Fondo è stato aspramente criticato, soprattutto dal premio Nobel Joseph Stiglitz (che, tra parentesi, è uno dei pochi economisti che ha visto la serietà dell'attuale crisi finanziari con qualche anticipo).

Di questi tempi all'IMF stanno lavorando come non succedeva da 10 anni (en). Il fondo è vicino a impegnare un quarto dei sui $200 miliardi di riserve monetarie in prestiti d'emergenza (en), il tutto in pochi giorni. I salvataggi già accordati sono:
  • Islanda ($2 miliardi)
  • Ukraina ($16.5 miliardi)
e i Paesi ufficialmente in cerca di un accordo sono:
  • Pakistan ($14.5 miliardi)
  • Ungeria ($10 miliardi)
  • Bielorussia
  • Serbia
Sulla base delle voci che circolano sul numero e la dimensione dei Paesi in difficoltà non ancora ufficialmente in contatto con l'IMF si fa subito ad arrivare a cifre sui $500 miliardi di fabisogno di prestiti d'emergenza, che sarebbe troppo anche per il Fondo.

E mentre gli adulti (il mercati del credito) si ingengano a tenere inseme il sistema finanziario mondiale col solo aiuto di una attach e due metri di nastro adesivo, i bambini (i mercati azionari) si divertono sulle montagne russe (en). Dopo aver guardato giù nell'abisso per due giorni consecutivi i mercati americani oggi sono esplosi verso l'alto di quasi il 10% mettendo a segno la seconda performance gionaliera della storia. Anche di questi tempi di volatilità estrema la giornata di oggi impressiona.


E a proposito di volatilità, le prodezze di Wall Street sono ben poca cosa in confronto con l'assurdità raggiunta oggi dal titolo Volkswagen a Francoforte, che è passato da circa €200 di venerdì a €1005 come quotazione massima di oggi! È il 400% in due sedute per una casa automobilistica in un periodo di crisi del mercato dell'auto! La causa della colossale anomalia è da ricercare nello scontro tra le speculazioni al rialzo di Porsche, attuale azionista di maggioranza di Volkswagen, e al ribasso di numerosi hedge fund e banche d'affari. Sembra che la Porsche abbia sopraffatto i ribassisti con tanto impeto che gli è scappata la situazione di mano e probablmente ne ha fatto carneficina. Per buona parte del pomeriggio venivano date tra le vittime addirittura Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Se il temuto imminente Armageddon finanziario sia scampato o meno è difficile da dire, soprattutto con numerosi Paesi in crisi ancora non stabilizati, ma certo che la giornata di oggi potrebbe aver dato un po' di fiducia agli investitori e potrebbe (dico potrebbe) segnare un minimo locale che potrebbe reggere anche qualche mese. Sfortunatemente i minimi dei mercati azionari e i giorni prima di un crollo di borsa si somigliano molto, volatilità estrema e situazioni assurde. L'unica cosa certa è che nei prossimi giorni non ci si annoierà.

lunedì 27 ottobre 2008

Mercati finanziari ancora in allarme rosso e crisi montarie ancora in agguato

L'Armageddon finanziario messo in agenda per venerdì scorso e inaspettatamente cancellato all'ultimo momento, sembra tornato all'ordine del giorno già oggi. Come venerdì il problema sembra centrato intorno alle "crisi monetarie" di numerosi Paesi Emergenti e potrebbe facilmente contagiare tutti i mercati mondiali già in precarie condizioni dal punto di vista tecnico. Mish ha appena pubblicato un eccellente articolo in proposito con bei grafici, in cui evidenzia che ad essere nei guai questa volta sono le banche europee, in particolare in Austria, Spagna, Svizzera, Gran Bretagna, Germania e Svezia. Italia il maggior rischio dovrebbe essere Unicredit che si è espansa fortemente in Europa dell'Est.

Il fatto che proprio in questi giorni ricorra il 79° anniversario del crollo di Wall Street del '29 certo non aiuta a mantenere la serenità.

domenica 26 ottobre 2008

Alan Greenspan sul banco degli imputati come responsabile della crisi economico finanziaria

Alan Greenspan è stato il presidente della Federal Reserve per cinque mandati consecutivi dal 11 agosto del 1987 al 31 gennaio del 2006. Per buona parte del suo incarico e fino all'inizio dell'attuale crisi finanziaria nell'agosto del 2007 è stato considerato dal grande pubblico un mostro sacro della finanzia moderna e una specie di genio delle politiche monetarie, tanto da essere soprannominato dalla stampa "the Maestro".

In un formidabile rovescio di fortuna oggi il signor Greenspan si ritrova sul banco degli imputati con l'accusa di essere uno dei principali artefici del colossale castello di carte che è la finanza mondiale e quindi dei principali responsabili della devastazione che l'attuale crisi economico-finanziaria sta seminando negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Il signor Geenspan ammette di aver avuto "parzialmente torto" nella sua ostinazione nel respingere qualsiasi tipo di regolamentazione dei prodotti finanziari moderni e si è definito "scioccato" e "incredulo" di fronte alla patente idiozia degli standard di concessione del credito adottati dalle banche nello stato avanzato della bolla immobiliare. La difesa è stata in pratica :"non credevo... non immaginavo... non capivo... invoco come attenuante la mia incapacità di intendere e di volere e mi appello alla clemenza della corte".

Grottesco.

Il seguente montaggio è assolutamente geniale:


Greenspan: Those of us who have looked to the self-interest of lending institutions to protect shareholders' equity, myself expecially, are in a state of shocked disbelief.
Captain Renault: I'm shocked, shocked to find that gambling is going on in here!
Croupier: Your winnings, sir.
Captain Renault: Oh, thank you very much.
Captain Renault: Everybody out at once!

Greenspan: Quelli di noi che guardavano all'interesse delle istituzioni finanziarie per proteggere il patrimonio degli azionisti, specialmente me stesso, sono in uno stato di incredulità scioccata.
Capitano Renault: Sono scioccato, scioccato, nello scoprire che praticate il gioco d'azzardo qui dentro.
Un crouper: La sua vincita signore.
Capitano Renault: Oh, grazie mille.
Capitano Renault: Tutti fuori, forza!
Sfortunatamente non ho trovato citazioni del mio disprezzo per il signor Greenspan nel blog se non una evidenza indiretta dentro alla presentazione in Una introduzione alla crisi economico finanziaria dove nella diapositiva 14 identifico l'inizio simbolico della bolla del credito mondiale con la nomina di Greenspan a presidenta della FED al posto di Paul Volker. Quindi correrò il rischio di sembrare uno di quelli che attacca le persone solo quando sono al declino (d'altra parte mio il disprezzo per il suo successore Ben Bernanke dovrebbe essere abbondantemente evidente in diversi post come ad esempio I compagni Paulson e Bernanke contro il popolo degli USA).

La storia avrà il suo bel da fare a giudicare Alan Greenspan. Mi azzardo a prevedere che sarà riconosciuto come uno dei responsabili e forse come un vero e proprio autore della crisi finanziaria del 2008 e di tutto quello che ne seguirà.

"Crisi monetarie" il prossimo stadio della crisi finanziaria

Dopo la giornata campale che hanno vissuto il mercati dei cambi venerdì (vedi Dislocazioni monetarie ovunque, Sterllina, Euro crollano, Yen e Dolaro esplodono), nel week-end l'attenzione dei blog finanziari si è spostata su quello che sembra il prossimo passaggio nell'escalation della crisi finanziaria globale: le crisi monetarie.
E se fin'ora l'epicentro della crisi erano stati gli Stati Uniti e le banche americane, ora che l'attività sismica più violenta si sta spostando nei Paesi Emergenti, sono le banche europee a ritrovarsi immerse fino al collo nella proverbiale cosa marrone e puzzolente. Si dice, $4.700 miliardi si cosa marrone e puzzolente.

La stampa internazionale comincia ad appassionarsi all'argomento:
Perché si svegli la stampa italiana c'è da aspettare ancora qualche giorno, ma state sicuri che una volta che non ci sarà più nulla da fare, ci avvertiranno del pericolo che correvamo.

Ah! Per chi avesse mai sentito parlare della cosiddetta teoria del "decoupling" molto in voga l'anno scorso e intendesse capire cosa fosse, può risparmiarsi la fatica. Come sostenuto da Nouriel Roubini fin dal principio della crisi, la teoria del "decoupling" è morta e sepolta.

venerdì 24 ottobre 2008

Dislocazioni monetarie ovunque, Sterllina, Euro crollano, Yen e Dolaro esplodono

Segnate la data di oggi sul calendario, la battaglia in corso nei mercati monetari mondiali sarà ricordata a lungo. Sterlina e Euro sono in caduta libera e il Dollaro vola.

Ma la vera notizia è che lo Yen è esploso verso l'alto e ha rotto la soglia dei 96 Yen per Dollaro considerato uno dei limiti di sopportazione del carry-trade. Si tratta di una delle più colossali speculazioni finanzie della storia, non ci sono parole per descrive quello che dovesse accadere se lo yen carry-trade dovesse subire un crollo repentino.

Le mie personali precauzioni sono:
  • prepararsi alla possibilità di una vacanza bancaria, ossia il governo chiude tutte le banche per qualche giorno o settimana. Niente bancomat, carte di credito, bonifici, disinvestimenti, niente di niente. Solo freddo denaro contante.
  • prepararsi alla possibilità che la catena di approvigionamento dei negozi si interrrompa. Senza pagamenti in banca, la distribuzione rischia di fermarsi. Appena ciò accadesse tutti ammasserebbero tutto e i banchi dei supermercati si svuoterebbero in poche ore. Pensate allo sciopero dei camionisti di un paio di anni fa.
  • prepararsi alla possibilità che il mondo sarà molto diverso da come lo conosciamo. Molte minacce e molte opportunità.

giovedì 23 ottobre 2008

Crollo delle borse, i trader che seguo si stanno preparando a un'altro Armageddon!

Ooops! Sembra che i maggiori indici americani abbiano appena rotto dei livelli tecnici molto osservati dai trader e la maggior parte dei blog che seguo che si occupano anche di mercati azionari si stanno preparando a un altro paio di settimane altrettanto orribili di quelle del crollo scorso.

I mercati sono imprevedibili, ma se gli indici non rimbalzano sui minimi dello scorso crollo, a pochi percento di distanza, la prossima fermata potrebbe essere un 20% più sotto. E poi un rimbalzo e così via.

mercoledì 22 ottobre 2008

Crisi finanziaria: Argentina vicina al default sul debito per la seconda volta in meno di 10 anni

Mentre i mercati del credito cominciano a dare segni di assestamento (en), continuano a montare le preoccupazioni per un'ulteriore escalation della crisi finanziaria: il default sul debito degli Stati sovrani. Come avevo accennato in Il Sole24Ore sulle garanzie per i risparmiatori e I governi europei garantiscono il bel tempo per cinque anni il numero di Stati in serie difficoltà finanziarie e conseguentemente il numero si valute a rischio di implosione è preoccupante.

L'Argentina è oggi al centro dell'attenzione dopo che ieri il governo ha annunciato di voler nazionalizzare l'intero sistema pensionistico privato (en). È già accaduto una volta, nel 2001, subito prima del collasso finanziario e del conseguente default sul debito.

Un default sul debito sovrano significa che un Paese non rispetta gli obblighi sul proprio debito pubblico, le possibilità sono: mancato pagamento degli interessi, pagamento del debito con altro debito, riduzione unilaterale del valore dovuto (face value) potenzialmente fino a zero.

Se l'Argentina implode ci si può aspettare un'ulteriore ondata di panico sui mercati mondiali. E un numero sufficiente di altri Paesi si trovano in condizioni sufficientemente disperate da far temere un effetto domino simile alla crisi delle tigri asiatiche del 1997. Sotto i riflettori ci sono: Pakistan, Ukraina, Ungheria, Kazakistan, Indonesia, Filippine, repubbliche baltiche e chissà chi altro.

E comincia a circolare la voce che il default sia imminente.

sabato 18 ottobre 2008

Capire la crisi finanziaria per sapere cosa fare (prima parte)

Due domande mi sono fatto fin dall'inizio della crisi e del mio conseguente interessamento per la macroeconomia e la finanza:
  • "Cosa possiamo fare come società, per superare la crisi?"
  • "Cosa posso fare io come piccolo investitore, per sopravvivere alla crisi?"
In questo anno e mezzo ho letto le opinioni più disparate, ho studiato i vari modelli e ho finito per costruirmi, faticosamente, le mie risposte. Visto che queste sono anche le domande che mi vengono rivolte più spesso mi piacerebbe diffonderle, ma ci sono sue problemi. Uno, che le mie risposte sono basate su interpretazioni e modelli che non sono affatto intuitivi e per renderli digeribili al pubblico del blog servirebbero qualche decina di post introduttivi. Due, che le soluzioni che vedo sono estremamente brutali e politicamente inaccettabili.

Insomma per fare un buon lavoro divulgativo avrei bisogno di ampia quantità della risorsa più preziosa... il tempo. Ma il passo della crisi e quello della mia vita reale non mi concedono questo lusso. Quello che segue è la prima parte del concentrato di quello che so e che penso.

Intro

Il terremoto si manifesta come un evento improvviso, distruttivo e ineluttabile. Non esiste una soluzione per il problema terremoto, perché il terremoto non è il problema, il terremoto è una parte della soluzione. Il problema è l'energia elastica che si è accumulata silenziosamente nelle viscere della terra negli ultimi 100 anni e sono le case costruite in economia in una zona che tutti sanno essere sismica.

Alla stessa maniera non esiste una soluzione soddisfacente per una crisi finanziaria, perché la crisi finanziaria non è il problema, al contrario, la crisi è una parte della soluzione. Il problema è il cattivo credito che si è accumulato silenziosamente nel sistema finanziario negli ultimi 30 anni e sono le banche sotto-capitalizzate in un mondo del credito che tutti sanno essere instabile.

Per capire cosa sia questo "cattivo credito" serve un corso super-intensivo di economia secondo al scuola austriaca che qui sotto metto nella mia interpretazione e per aforismi. Molte maggiori informazioni si trovano sul sito del Ludwig von Mises Institute (en).

Ricchezza, credito e debito

La ricchezza è la disponibilità di beni e servizi attuali. I beni si dividono in categorie:
  1. risorse scarse che mantengono valore sul lunghissimo periodo come metalli preziosi, opere d'arte e terra, soprattutto se agricola o contenente risorse naturali,
  2. beni di lungo periodo come gli immobili, infrastrutture, libri, competenze tecnologiche e culturali,
  3. beni di medio periodo come macchinari, arnesi, elettrodomestici, autoveicoli, mobili, software e armi,
  4. beni di breve periodo come apparecchi elettronici e vestiti,
  5. beni di uso immediato come cibo, prodotti per la casa e denaro contante.
Per i servizi esistono categorie simili.

Il capitale è quella parte di ricchezza che è funzionale a produrre altra ricchezza (un televisore non è capitale, mentre un trattore sì).

Il credito/debito è l'impegno contrattuale di una parte a fornire all'altra parte della ricchezza futura, in genere in cambio della disponibilità di ricchezza attuale. In sostanza il credito/debito è una promessa di disponibilità di ricchezza futura.

L'economia si occupa della produzione e del commercio della ricchezza.

La finanza si occupa della generazione e del commercio del credito.

Alcuni corollari:
  1. La maggior parte della ricchezza deve essere consumata poco dopo essere stata prodotta.
  2. Chi ha promesso ha un debito. A chi è promesso ha un credito.
  3. Per ogni euro di credito c'è un euro di debito. Questo è uno dei concetti chiave per capire la crisi finanziaria e sopratutto il come vada risolta.
  4. Ricchezza e credito sono diversi come sono diversi presente e futuro.
  5. Il bilancio del conto in banca e del deposito titoli non è ricchezza, ma credito.
  6. Le azioni delle aziende danno la proprietà di mezzi di produzione, dunque sono ricchezza di medio/lungo periodo.
Denaro e risparmio

Il denaro è semplicemente il bene meglio scambiabile, niente di più, niente di meno. Nei contratti economici e finanziari si usa il denaro come misura di valore, ma non è obbligatorio (ad esempio posso affittare un campo agricolo per €1.000 l'anno o per la metà della produzione).

Qualsiasi modello economico/finanziario deve poter essere descritto senza usare il concetto di denaro, ossia un modello che non sta in piedi una volta tolto il concetto di denaro, non sta in piedi e basta. (Rileggete le definizioni della sezione precedente, in nessun caso è necessario il concetto di denaro)

Il risparmio è la differenza tra il valore della ricchezza prodotta da una persona e il valore della ricchezza consumata dalla stessa persona in un dato periodo di tempo. Questo è uno dei concetti più importanti della finanza. Il risparmio è un surplus di ricchezza prodotta. Questo surplus di produzione può essere utilizzato per:
  • acquistare ricchezza di medio/lungo periodo (ad esempio, azioni)
  • estinguere un debito (ad esempio, pagare la rata del mutuo)
  • estendere del credito (ad esempio, prestando alla propria banca tramite un deposito di denaro sul proprio conto corrente o prestando allo Stato tramite la sottoscrizione di un BOT)
Alcuni corollari:
  1. Il denaro non misura il valore e al contrario ha un valore fluttuante esso stesso.
  2. Il prezzo di un bene è una misura di valore relativo.
  3. L'inflazione è la diminuzione del valore del denaro, mentre la deflazione è l'aumento.
(fine della prima parte. Continua...)

venerdì 17 ottobre 2008

La lista delle banche fallite in america sul sito della FDIC

Come ogni venerdì il popolo dei blog tiene d'occhio la la lista ufficiale delle banche fallite negli Stati Uniti pubblicata in tempo reale dalla FDIC, l'azienda federale per l'assicurazione dei depositi bancari:

http://www.fdic.gov/bank/individual/failed/banklist.html

Dopo quello che è avvenuto nel mondo nelle ultime tre settimane, con grandi banche nazionalizzate a due o tre al giorno, il sostanziale fallimento di un Paese intero (en) e il più grande piano coordinato di nazionalizzazione dell'economia mondiale, il fallimento di un paio di banche regionali arriva a mala pena a trovare spazio nelle pagine di economia. Oggi però corre la voce che a ricevere la visita degli ufficiali della FDIC potrebbe essere la banca controllata da GMAC, il braccio finanziario della General Motors. GMAC è grosso modo della dimensione di Washington Mutual, quindi sufficiente a generare un po' di attenzione.

Aggiornamento: Anche interessanti possono essere i miei post che riguardano la mia lista di aziende in pericolo o gli aggiornamente sui fallimenti bancari nel mondo.

giovedì 16 ottobre 2008

Crollo delle borse, "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"

L'euforia a Wall Street è durata da venerdì pomeriggio a martedì mattina. Ieri il terrore. Oggi, chissà.

Oscillazioni d'umore schizzofreniche come quelle che vediamo in questi giorni nelle borse mondiali sono tipiche dei bear market, ossia delle fasi calanti dei mercati e in generale non promettono niente di bene. Per esempio la giornata di ieri ha visto uno dei cali percentuali giornalieri più alti della veneranda storia dell'indice Dow Jones (via Macro Man):


Come dice il detto? "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei".

Come contesto per i non esperti di borsa consiglio la voce di Wikipedia sul crollo di Wall Street del 1929 (che in effetti durò fino al 1932!) e una bel grafico del Wall Street Journal con l'andamento storico del Dow Jones (via The Big Picture).


Un'ultima notazione per chi pensasse che questo è il momento migliore per comprare azioni. Se il paragone con la Grande Depressione regge, e drammaticamente ogni volta che un politico apre bocca il paragone diventa sempre più calzante, una crollo del 89% dal picco come quello del 1929/1932 porterebbe il Dow Jones (dal massimo di circa 14000) intorno quota 1550.

Grazie al cielo il sistema è salvo... forse... o forse magari no!

Una montagna di lavoro e un piccolo inconveniente personale (tipo che ieri notte io e i bambini siamo rimasti chiusi fuori di casa con la mamma e le chiavi a 500km di distanza!), mi hanno tenuto lontano dal blog proprio adesso che invece avrei tante cose da dire.

Per fortuna Stand di Due Cents fa un eccellente lavoro nell'affrontare sia le ultime notizie rilevanti che nel dare spiegazioni. Consiglio a tutti di leggere gli ultimi due post: Happy days are here again! e No grazie!.

Per chi legge l'inglese consiglio anche il post di Mish Un nuovo mondo coraggioso per preservare il libero mercato (en) in cui si sottolinea come il presidente Bush abbia probabilmente stabilito un nuovo primato nella campo del grottesco affermando che la parziale nazionalizzazione delle nove maggiori banche americane annunciata ieri è stata fatta con "l'intento di proteggere il libero mercato". E io che ritenevo George Orwell insuperabile.

Infine una striscia che sta facendo il giro del web e che spiega meglio di qualsiasi editorialista cosa significano i vari "piani di salvataggio" dei governi. Per chi traballa in inglese: ATM è il bancomat, LOANS vuol dire "prestiti".

Questo è esattamente quello che sta accadendo. I governi prendono dalle tasche di noi cittadini per dare alle banche, in modo che le banche possano prestarci quelli che erano i nostri soldi, con gli interessi! E tutto questo per il nostro bene! Non è meraviglioso?

lunedì 13 ottobre 2008

Niente instilla un senso di "calma" come...

Tra le varie proposte di "soluzione" dei problemi economico finaziari c'è stata quella di chiudere temporaneamente le borse. Un utente del forum di Prudent Bear si complimenta per la geniale idea:
Heh. Nothing like locking the exits in a crowded, burning casino to instill a sense of "calm" in the gamblers, I say.
-- RasputinLives

Eh! Dico io, niente instilla un senso di "calma" nei giocatori d'azzardo come il chiudere a chiave le uscite di un affollato casinò in fiamme.
-- RasputinLives
Tra l'altro l'utente RasputinLives pubblica periodicamente un suo stato d'avanzamento della crisi finanziaria che è tra le cose più apocalittiche che ho trovato su internet. I numeri che da non tornano con le stime che vedo girare sui blog che seguo e le sue conclusioni sono estreme, ma la cronistoria funziona bene.

domenica 12 ottobre 2008

I governi europei garantiscono il bel tempo per cinque anni

Un assortimento estremamente incompleto di quello che passa sui blog finanziari questo fine settimana:
Ok. La notizia ormai è di dominio pubblico: l'intero sistema finaziario mondiale sta collassando (en).

E quello che è peggio è che, come previsto, l'unica cosa che i governi di tutto il mondo hanno tentato è stato di mantenere immutato il sistema che si è dimostrato fallimentare. Tutte le azioni prese in questi giorni di continua emergenza consistono nel mettere sul conto del contribuente, cioè mio e tuo, le perdite delle banche e dei creditori delle banche, cioè dei ricchi e dei vecchi.

L'intera rincorsa a garantire le passività delle banche, domani tocca ai Paesi della zona Euro, siano essi depositi, obbligazioni, prestiti interbancari, è un modo gentile di socializzare le perdite che inevitabilmente ci saranno alla prossima implosione bancaria, nel tentativo di lasciare alle banche i profitti.

"Nel nostro Paese non permetteremo che fallisca nessuna banca". Ma c'è un problema. Se un Paese garantisce il debito del proprio sistema bancario insolvente, e il proprio sistema bancario è troppo grande... chi garantisce la solvenza del Paese stesso? Per gli Stati Uniti e per la maggior parte dei Paesi europei garantire tutto il debito bancario in caso di collasso di una grossa banca suona alla stregua del garantire il bel tempo tutti i giorni dell'anno. Semplicemente, non è possibile.

Tenete d'occhio i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni, sia americani (en) che europei (en). Se il rendimento sale improvvisamente, come è già cominciato ad accadere negli Stati Uniti, è il segnale che la fine è imminente. L'Islanda è il modello di cosa aspettarsi (en).

Aggiornamento: ho appena trovato una lista dei paesi considerati ad alto rischio di default sul debito, nelle prime posizioni troviamo:
  • Pakistan
  • Ukraina
  • Kazakistan
  • Argentina
Aggiornamento: Gli islandesi prendono d'assalto i supermercati e accumulano derrate alimentari in casa (en)!

venerdì 10 ottobre 2008

Oggi si tiene l'asta per le obbligazioni Lehman Brothers e la liquidazione dei relativi CDS

Una delle voci che circolano è che il panico delle ultime due settimante abbia la sua radice nell'asta sulle obbligazioni Lehman Brothers che si svolgerà oggi (en), e la conseguente liquidazione dei contratti di assicurazione contro il default su dette obbligazioni, i cosiddetti CDS (Credit Default Swaps).

È troppo lungo spiegare ora quale immenso e mostruoso castello di carte siano i CDS, basti sapere che oggi ci si aspetta che cambino di mano circa $400 miliardi dollari, e che Warren Buffett, l'uomo più ricco del pianeta, li ha definiti già un a paio di anni fa: "le armi di distruzione finanziaria di massa".

Il probelma con i CDS è che nessuno sa quanti cadaveri emergeranno dall'acqua alla fine della giornata. Non sono sicuro, ma visto il susseguirsi degli eventi è interamente possibile che il quasi-collasso di AIG, la più grande compagnia assicurativa degli Stati Uniti, sia dovuto ai CDS che hanno sottoscritto sulle obbligazioni Lehman Brothers e che hanno provocato un buco di cassa spaventoso al momento del fallimento della banca d'affari. Se così fosse AIG come azienda privata è il primo cadavere lasciato in acqua dalla tempesta Lehman Brothers.

C'è quasi da sperare che questo sia il motivo profondo del panico finanziario, perché almeno questa sera sapremmo se il panico è giustificato o meno.

Crollo dei mercati del credito le cose si fanno serie

E invece sembra proprio che dobbiamo discutere dell'alternativa al rimbalzo a breve. Non è una bella cosa. Le borse mondiali continuano la loro folle corsa verso lo 0, ma il vero problema è che i mercati del credito stanno implodendo ovunque e il cambio tra le valute è completamente impazito.

Sembra proprio che adesso siano gli adulti a essere nei guai.

Seguendo il precetto che in caso di panico meglio farsi prendere dal panico per primi, io sono ufficialmente nel panico.

giovedì 9 ottobre 2008

Crollo o rimbalzo per le borse mondiali?

Quasi tutte le mie fonti affidabili ritengono che il panico nei mercati finanziari mondiali abbia raggiunto il picco o sia ad un passo dal raggiungere il picco. Se così fosse ci dovremmo aspettare a breve, probabilmente prima dell'OpEx di venerdì prossimo, che l'euforia per lo scampato pericolo si impossessi delle borse mondiali.

"La civiltà umana non è scomparsa, hurra!" Si sa come sono fatti i bambini.
C'è un unico problema. Lo stress nei mercati del credito non è mai stato così alto come oggi (en) e nessuno ha idea di quanti altri cadaveri possano affiorare ancora dall'acqua. Meglio non discutere di quale sarebbe l'alternativa al rimbalzo.

Come sempre, questo non è un consiglio su come investire.

Compagno Tremonti: "Benvenuti nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Europee!"

Come forse ho già detto, non riesco ad appassionarmi alle piccole cose di casa nostra e di questo mi scuso con i lettori che invece sono interessati a capire cosa ci sta succedendo e cosa aspettarsi qui in Italia. Oggi però per caso ho ascoltato una parte della conferenza stampa del ministro del Tesoro della repubblica italiana, Giulio Tremonti, che illustrava le misure straordinarie prese dal governo per garantire e stabilizare il sistema bancario italiano in aggiunta alle misure straordinarie annunciate dal presidente della Banca Centrale Europea J.C. Trichet.

Il messaggio è semplice: appiattimento totale sulla linea americana e socializzazione delle perdite del sistema bancario. Il tutto ovviamente "per il bene dei risparmiatori".

Anche la forma del messaggio ricalca fedelmente la retorica al contrario di Hank Paulson, negando tutte le affermazioni fatte da Tremoniti in conferenza stampa si ottiene un quadro della realtà piuttosto fedele.

Partiamo dall'antefatto: tutte le banche hanno fatto investimenti speculativi ad alto rischio con i soldi dei risparmiatori: speculazione immobiliare diretta (mutui al 100%, prestiti ai costruttori/speculatori immobiliari), acquisizioni bancarie, trading di strumenti finanziari (spesso legati alla speculazione immobiliare negli Stati Uniti o ad altri tipi di speculazione), credito al consumo, etc. Negli ultimi 6 anni la dirigenza, il personale, i fornitori, gli azionisti e i creditori delle banche (i cosiddetti stakeholders) hanno realizzato profitti da capogiro a causa del livello stratosferico di rischio finanziario che le banche si assumevano.

Quello che sta accadendo oggi è che si sta rivelando non solo la dimensione colossale del rischio finanziario assunto dalle banche, ma anche il fatto che questo rischio finanziario è stato prezzato malissimo. Allo stato attuale è facile prevedere che le perdite complessive per le il sistema bancario internazionale saranno maggiori dei profitti realizzati negli ultimi 6 anni. Per la banca d'affari americana Merrill Lynch (oggi proprietà di Banc of America) questa previsione si è già realizzata.

Tu: "Ma questo vuol dire che i banchieri non capiscono un accidente di finanza?"

Io: "Esatto."

Ogni banca si è limitata a fare una cosa un po' più stupida della banca accanto per guadangare un po' di più. Senza che nessuno, meno che mai i gli organismi di sorveglianza, si chiedesse se il livello di idiozia raggiunto fosse pericoloso o meno. Iterando questo processo per 20 anni si ottiene la più grossa crisi finanziaria della storia. Questa.

La soluzione del mercato è tanto semplice e quanto brutale: gli stakeholders che hanno volontariamente investito/speculato in una banca e che hanno realizzato i colossali profitti in passato oggi si beccano le ancor più colossali perdite. Come si insegna ai bambini: "Chi rompe paga e i cocci so' li sua".

La soluzione dei compagni Paulson, Trichet e Tremonti è ugualmente semplice: onde proteggere i colossali profitti realizzati dagli stakeholdes le ancora più colossali perdite delle banche verranno realizzate dal contribuente, cioè da tutti. È il socialismo per i ricchi: "Privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite".

Questa è pianificazione di stato della finanza, la burocrazia sceglie chi vince e chi perde. Alessandro Profumo vince, io e te perdiamo.

Quello che ha caratterizzato l'esperienza comunista dell'URSS e che ne ha determinato il fallimento, non è stata l'ideologia, ma l'implementazione basata sul potere assoluto della burocrazia.

Benvenuti nell'URSE, Unione delle Repubbliche Socialiste Europee.

Il crollo delle borse mondiali è un gioco da bambini

La litania ininterrotta di brutte notizie finisce per intontirmi, non mi ricordo nemmeno quante banche sono state nazionalizzata oggi, credo tre in Gran Bretagna, tra le più grandi del mondo (en). Un affarone per soli £400 miliardi.

E abbiamo anche la prima moneta a crollare, la corona islandese. L'intero sistema finanziario islandese era considerato un monumentale castello di carte pronto a crollare fin dall'inizio della crisi (come ho fatto a dimenticarmi dell'Islanda in La nuova death watch list istituzionale?), è imploso qualche giorno fa e il governo dopo un primo tentativo di salvataggio ha effetivamente aperto i libri contabili delle banche e se l'è data a gambe levate.

Ma la vera notizia di oggi è stata la carneficina che c'è stata nelle durate intermedie dei titoli di Stato americani, il valore dei buoni con durate tra 2 e 10 anni è scivolato pesantemente a causa di due grosse emissioni di debito non previste. Ovviamente per nazionalizzare l'intero sistema finanziario degli Stati Uniti il compagno Paulson sta realizzando la più colossale espansione del debito pubblico della storia e i finanziatori pretendono di essere ben pagati.

Nell'immaginario finanziario, il mercato azionario è per i bambini, mentre gli adulti giocano con i titoli di Stato. Finché a crollare sono le borse mondiali gli adulti non si scompongono più di tanto, sono solo i bambini che giocano. Ma quando sono i titoli di Stato a ricevere degli scossoni, allora è una cosa seria. E negli US hanno avuto il primo scossone serio.

mercoledì 8 ottobre 2008

Taglio dei tassi globale (termonucleare?)

Tutte le banche centrali tagliano i tassi la notizia tanto attesa è arrivata questa mattina.I mercati si riprenderanno per circa:
  1. un mese
  2. una settimana
  3. un giorno
  4. un ora
  5. un minuto
Al momento la risposta giusta sembra essere la 4. Ma è assolutamente impossibile prevedere le reazioni di questi mercati.

Per quello che riguarda la soluzione dei problemi finanziari mondiali, questa misura straordinaria è squisitamente cosmetica, tanto più che il Federal Fund Rate effettivo, dopo essere stato di fatto tagliato per settimane di quasi 100 punti base oggi è uscito al 2,97%!

Aggiornamento: guardando in giro per internet mi viene il sospetto che siamo piuttosto vicini ad un'inversione d'umore dei mercati. In questo momento gli indici azionari sono sui minimi di ieri, ma comincia, pian piano, a prospettarsi la possibilità che la risposta giusta sia la 1. (Ovviamente questo non è un consiglio su come investire!)

Aggiornamento: WOW! Ritiro quello che ho detto! I titoli di stato americani di lunga durata non hanno preso niente bene il taglio dei tassi globale.

Aggiornamento: Ok, la risposta giusta era la 4.

martedì 7 ottobre 2008

Senza parole





Aggiornamento: per chi invece preferisse una descrizione più verbosa degli avvenimenti degli ultimi due giorni suggerisco il post Defcon 5 su Due Cents.

L'Islanda nazionalizza il proprio sistema bancario quasi per intero!

Woops! Ho parlato troppo presto di minore panico.

L'islanda nazionalizza le maggiori banche del Paese (en) che da tempo erano in difficoltà e ieri sono finite sull'orlo del baratro.

E anche dall'Inghilterra arrivano notizie di banche in difficoltà: Barclays e Royal Bank od Scottland, tra le più grandi banche al mondo stanno discutendo col governo un aiuto finanziario da 45 miliardi di sterline.

Il Sole24Ore sulle garanzie per i risparmiatori

Dopo il panico di ieri nei mercati del credito e il crollo delle borse a livello mondiale il Sole24Ore pubblica un utile sommario riguardo alle garanzie sui più diffusi veicoli del risparmio. Consiglio a tutti di leggerlo attentamente ed esercitarsi a leggere sia quello che c'è scritto che quello che non c'è scritto.

Qualche aiutino:
Posso stare tranquillo per i miei certificati di deposito?
Certo, il Fondo interbancario di tutela dei depositi garantisce anche quelli ma solo se nominativi, non al portatore, per gli stessi controvalori indicati per i conti correnti bancari.
Se ho dei certificati di deposito emessi dalla stessa banca presso la quale ho un conto corrente il limite di €100.000 si applica alla somma dei valori? (credo di sì, ma potrei sbagliare, chi si trovasse in questa situazione farebbe bene a informarsi).
Sono sicuri i titoli di Stato?
È lo Stato che garantisce i Buoni ordinari del Tesoro e gli altri titoli pubblici come CTz, CcT o BTp e si impegna a restituire a chi li sottoscrive, a scadenze prestabilite, la somma investita oltre a un interesse che varia in base alle condizioni del titolo e alle oscillazioni del mercato.
Dunque la sicurezza dipenda da quale Stato li garantisce. In questo momento molti Stati sono sotto pressione e sono considerati a rischio di insolvenza, che io sappia almeno Pakistan, Islanda e Argentina. Anche all'interno dell'Unione Europea i rendimenti dei titoli di Stato dei vari Paesi variano molto, i più sicuri sono quelli Tedeschi, e tra i meno sicuri ci sono... i nostri. Inoltre come ho detto in La nuova death watch list istituzionale a tempo debito perfino i titoli di Stato degli Stati Uniti potrebbero finire in pericolo.
Qual è la situazione per i fondi comuni?
I fondi comuni, così come la loro versione quotata – gli Etf –, sono organismi di investimento collettivo del risparmio, prodotti da società di gestione del risparmio (Sgr) spesso controllate da istituti di credito ma autonome. Gli attivi sono custoditi da una banca depositaria. In caso di liquidazione della banca i patrimoni dei fondi comuni e degli Etf non sono interessati dalla liquidazione ma restano di proprietà del risparmiatore e gli vengono restituiti. Ovviamente l'andamento del mercato influenza il valore delle quote, che può salire o scendere.
Questa è la più sottile, vi prego di rileggerla attentamente.

In caso di liquidazione "della banca che li custodisce" i beni dei fondi sono salvi, ma cosa succede se a fallire è la "Sgr" stessa? Che io sappia il patrimonio dei fondi comuni finisce nel processo di liquidazione fallimentare, quindi potrebbe subire perdite anche consistenti (ancora, chi fosse interessato farebbe bene ad informarsi).

Per lo meno oggi si respira molto meno panico.

lunedì 6 ottobre 2008

Unicredit vara un aumento capitale da €6,6 miliardi

Ok. Il consiglio di amministrazione di Unicredit ha varato, di domenica pomeriggio, un piano di ricapitalizzazione da circa €6,6 miliardi. Ancora non ci sono dichiarazioni ufficiali della direzione. Se domani mattina dicono di non averne bisogno e che lo fanno solo per calmare i mercati, siamo al punto 5. del tipico percorso verso il collasso. Comincio decisamente ad essere nervoso.

Aggiornamento: Alessandro Profumo AD di Unicredit la mattina del 6 ottobre:
  • "Stiamo assistendo a una crisi che non ha precedenti, se non forse il crac del 1929"
  • "Chiaramente abbiamo sottovalutato le condizioni del mercato"
  • "Non c'è alcun impatto sulla base dei depositi. Abbiamo registrato una crescita positiva con l'arrivo di nuovi clienti"
Due delle tre affermazioni sono sacrosante. Una è dubbia, almeno a giudicare dalle telefonate che ricevo da amici e parenti. In ogni caso non hanno preso sotto gamba la situazione.

Come dicevo in Continua la nazionalizzazione dell'economia USA:
La missione numero uno dell'attuale amministrazione [USA], ossia evitare che i giornali comincino a parlare di "Seconda Grande Depressione" prima delle elezioni presidenziali di novembre, sembra sempre più una missione impossibile...
Compagno Paulson. Missione fallita.

http://google.com/trends?q=great+depression


domenica 5 ottobre 2008

La Germania garantisce tutti i depositi bancari privati sulla scia di Irlanda e Grecia

La Germania segue Irlanda e Grecia ed annuncia la garanzia governativa per tutti i depositi bancari privati senza più limite. La misura è probabilmente legata al fallimento del tentativo di salvataggio di Hypo RE dopo che le banche private che avrebbero dovuto fare parte del consorzio di finanziatori si sono fatte due conti con calma e si sono dileguate. Il sistema finanziario tedesco è sotto estremo stress e onde evitare una vera e propria crisi di confidenza l'austera Germania si è ridotta a seguire l'esempio greco. Uno smacco niente male.

A questo punto tutti i Paesi europei che ancora non l'hanno fatto annunceranno entro breve la garanzia integrale sui depositi o rischiano una massiccia fuga di capitali verso gli stati che hanno la garanzia.

Inoltre la garanzia sui soli depositi privati è pura idiozia poiché il grosso dei depositi oltre il limite assicurato sono i depositi delle aziende medio-grandi (en), per intenderci quelli con cui vengono pagati gli stipendi dei dipendenti e le fatture dei fornitori. Se la garanzia non viene estesa a tutti i conti correnti i principali protagonisti dei run on the bank in tutto il mondo continueranno a correre e gli stipendi continueranno ad essere a rischio. I geni della politica ci metteranno qualche giorno a rendersi conto dell'ovvio e c'è da aspettarsi che estendano la garanzia a tutti i conti correnti.

Infine, una misura finanziaria così importante decisa dall'oggi al domani è una distorsione colossale del mercato e avrà effetti collaterali imprevedibili. Non c'è nessuno al mondo che possa prevedere oggi se la garanzia integrale abbia effetto stabilizzante o destabilizzante. Per quello che ne sappiamo potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Nessuno lo può sapere, meno che mai i politici che l'hanno decisa! Per esempio è ovvio che da domani ci sarà una colossale fuga di capitali da tutte le forme di credito a breve termine non assicurato verso i conti correnti bancari. Miliardi di euro si sposteranno in pochi giorni (o poche ore) da tutti i mercati del finanziamento commerciale a breve termine ai conti correnti, ossia usciranno dai conti dalle aziende che effettivamente producono per andare in quelli delle banche. Le banche riceveranno un colossale sussidio statale indiretto che sarà pagato, indirettamente, da tutte le aziende europee e doppio-indirettamente da me e da te.

Come discusso su Due Cents in questo momento l'Europa è Là dove regna il Caos e l'esistenza dell'unione monetaria europea tra cinque anni, a questo punto, non è affatto scontata.

Signori, questo è il battesimo di fuoco dell'Euro e forse anche della stessa Unione Europea.

sabato 4 ottobre 2008

Quanti sono $700 miliardi?

Come ho detto tempo fa, il modo migliore per dare un senso ai numeri della macroeconomia è quello di convertire le cifre in dollari pro capite o per lavoratore. In alternativa si può dare una dimensione ad una cifra macroeconomica elencando cosa altro si potrebbe comprare o finanziare con quei soldi.

Incidentalmente la cifra scritta nella legge e che circola per la stampa internazionale è $700 miliardi, ma il famigerato Piano Paulson è congegnato in maniera tale da non prevedere in realtà alcun limite alla quantità di denaro pubblico che il Tesoro può utilizzare. In ogni caso prendiamo per buoni i $700 miliardi e vediamo di dare loro una dimensione.

Per prima cosa $700 miliardi corrispondono a:
  • $2.350 pro capite
  • $3.550 per lavoratore attivo
Cioè alla firma del presidente Bush ogni cittadino degli Stati Uniti, inclusi vecchi e bambini, si è istantaneamente ritrovato titolare di $2.350 di debiti.

Molti giornali si sono esercitati nell'immaginare cosa altro si potrebbe comprare o finanziare con $700 miliari, come se i soldi fossero effettivamente disponibili invece di dover essere chiesti in prestito. Per esempio: si potrebbe assicurare l'assistenza sanitaria universale per sei anni, o lanciare un piano industriale 3 volte più grande del "New Deal" degli anni '30.

Un articolo del New York Times (che non riesco a ritrovare) propone una bella rappresentazione grafica delle dimensioni reciproche dei numerosi piani di supporto al sistema finanziario confrontati con numerosi altri numeri macroeconomici.



$700 miliardi sono una quantità enorme di soldi. In confronto le spese associate alle guerre in Iraq e Afganistan nel 2008 sono appena $186 miliardi.

Passa il Piano Paulson contro l'economia americana

Dopo essere passato a larga maggioranza al Senato il famigerato Piano Paulson per "salvare" il sistema finanziario mondiale oggi è stato approvato anche dalla Camera dei Rappresentanti e promulgato dal presidente Geroge W. Bush. La stessa Camera lo aveva bocciato non più di una settimana fa, ma il governo e Wall Street per assicurarsi la vittoria a questo giro hanno giocato tutte le carte fino all'ultima.

Il voto passa con 263 sì e 171 no (en)
.

Tutti i blog finanziari che contano, ossia quelli che anticipano gli eventi anziché semplicemente interpretarli a-posteriori, sono d'accordo nel bocciare il piano come inutile e dannoso. Uno per tutti Nouriel Roubini scrive chiaramente: Acquistare $700 miliardi di titoli tossici è il modo migliore per ricapitalizzare il sistema finanziario? No! Piuttosto è una disgrazia e una truffa a beneficio degli azionisti e dei creditori delle banche (en). Le spiegazioni date sono facilmente comprensibili anche dai non esperti di economia (purché leggano l'inglese!) e sono banalmente convincenti.

Il riassunto è questo:
  • il contribuente americano avrà qualche centinaio di miliardi di debiti in più sul groppone
  • una selezionata cerchia di banche e investitori avranno qualche centinaio di miliardi di perdite in meno
  • l'economia non averà nessun vantaggio
  • il sistema finanziario avrà presto bisogno di un altro salvataggio
In sostanza il segretario del Tesoro americano Hank Paulson è una specie di Robin Hood al contrario: "prende a tutti per dare ai ricchi e ai super ricchi".

mercoledì 1 ottobre 2008

Due Cents, un eccellente blog di finanza ed economia in italiano

Nell'articolo di ieri sul caso Unicredit ho linkato un post del blogger italiano Stand su Due Cents. È un blog che ho trovato per caso e ne ho esplorato i post solo dopo aver pubblicato l'articolo di ieri... caspita! mi rimangio molto volentieri le mie lamentele che in Italia non ci sono blog di finanza ed economia interessanti.

Aggiunto ai link sulla sinistra e vivamente consigliato a chi vuole capircio qualcosa.