martedì 30 settembre 2008

Hypo RE, HVB, Unicredit crisi a effetto domino

Per dirla con le parole di Affari&Finanza: "Il caso Unicredit comincia a preoccupare..."
... Ieri la banca ha perso il 10% scendendo ai minimi dal '98, oggi ha lasciato sul parterre un altro 12,69% fino a 2,59 euro, nuovo record negativo. Volumi impetuosi, con 448 milioni di titoli scambiati, oltre il doppio della media per 1,2 miliardi di controvalore. In due giorni il gruppo ha vaporizzato una dozzina di miliardi di euro di capitalizzazione, scendendo sotto i 35 miliardi di valore. E senza che i venditori si potessero riparare dietro qualche cattiva notizia particolare.

Lunedì c'era il quasi fallimento di Hypo Re, gruppo tedesco che costringerà a un prestito salvagente da 35 miliardi gli istituti attivi in Germania, dove la banca di Alessandro Profumo è il secondo operatore. Oggi non c'è neppure questo "alibi", anzi il comparto bancario a Piazza Affari e altrove si è mosso in tenue recupero.
Il gruppo bancario più grande d'Italia e tra i più grandi d'Europa è finito nel "cono d'ombra" della crisi finanziaria. Anche cercando sulla stampa italiana non ho trovato spiegazioni convincenti di cosa stia succedendo, ma l'innesco sembra sia stato il quasi-fallimento di Hypo RE, una finanziaria immobiliare tedesca. Il salvataggio sponsorizzato dal governo tedesco prevede la concessione di un prestito miliardario da parte di un consorsio di banche tedesche (en) tra cui anche HVB, banca del gruppo Unicredit (hattip El Gringo). Più di questo non so.

Quello che mi preoccupa invece è il canovaccio che si sta seguendo. Negli Stati Uniti il percorso tipico di una banca verso il collasso è stato questo:
  1. implode un fondo, una divisione o una azienda controllata
  2. iniziano a circolare indiscrezioni su presunti problemi di liquidità e il titolo accumula pesanti perdite
  3. l'amministratore delegato cerca di tranquillizzare i mercati con parole come: "La nostra posizione patrimoniale è eccezionalmente forte e abbiamo disponibile tanta liquidità che rischiamo di affogarci dentro", ma il titolo continua ad accumulare perdite
  4. l'ente regolatore afferma la solidità finanziaria dell'intero sistema e in particolare dell'azienda oggetto di indiscrezioni, ma il titolo continua ad accumulare perdite
  5. per tranquillizzare i mercati l'amministratore delegato annuncia un aumento di capitale "anche se non ne abbiamo nessun bisogno, perché non abbiamo nessuna perdita, ma solo per far vedere che possiamo", il titolo rimbalza
  6. l'amministratore delegato annuncia ingenti perdite e svalutazioni che mandano in fumo il capitale appena raccolto, il titolo torna rapidamente sui minimi
  7. le banche americane, quelle di classe, riescono a ripetere i punti dal 3. al 6. numerose volte (il record è di Merrill Lynch con non meno di 3 aumenti di capitale in un anno)
  8. la banca implode a causa della fuga di depositi e deve essere salvata, nazionalizzata o liquidata
Unicredit in questo momento sembra pericolosamente al punto 4. Se annunciano un aumento di capitale dicendo che non ne hanno bisogno per me è il segnale ed entro ufficialmente nel panico.

La prima legge del panico dice: se proprio devi farti prendere dal panico, vedi bene di essere il primo.

Banche italiane: UniCredit sotto pressione

Chi segue il blog avrà capito che non riesco a interessarmi alle piccole cose che accadono in Italia e in effetti anche volendo le sorgenti di informazioni affidabili sono ridotte al lumicinio. Leggere la stampa nazionale è inutile o addirittura dannoso, e blog veramente interessanti non ne ho trovati e ho smesso di cercarli.

Inoltre una cosa è riportare opinioni affidabili sulle banche in crisi oltre-oceano e una cosa è parlare delle banche di casa propria, col rischio di far preoccupare amici, conoscenti e visitatori. Ma UniCredit è finita sotto i riflettori della crisi recentemente (en) nonostate i vertici della banca e la Banca d'Italia siano intervenutio a rassicurare gli investitori.

Aggiungo che, per quello che ne so:
  • le bache italiane sono considerate meno a rischio della media a causa delle politiche estremamente restrittive nella concessione del credito,
  • i depositi bancari sono assicurati dallo Stato fino ad un massimo di €100.000 per persona per banca,
  • io stesso ho un conto UniCredit, intendo informarmi su cosa sta succedendo, ma ancora non sono preoccupato.

Il Piano Paulson respinto dal Congresso degli Stati Uniti d'America

Il famigerato Piano Paulson pensato per spostare oltre $700 miliardi di ricchezza da coloro che la hanno prodotta a coloro che hanno dimostrato di sapere come distruggerla è stato respinto dal Congresso degli Stati Uniti d'America 228 voti contro 205 (en).

È la prima volta che una legge di questa portata, fortemente voluta dalla strapotente lobby di Wall Street, viene bloccata a causa della pressione esercitata dai privati cittadini. Il movimento contro il mega salvataggio delle banche è stato catalizzato da numerosi blog finanziari che ne hanno fatto una vera e propria crociata e oggi dichiarano vittoria. È solo una battaglia e domani è un altro giorno, ma nessuno avrebbe mai pensato possibile di togliere i soldi di tasca a Wall Street una volta messa in moto la macchina della lobby politica.

Mish: 205 Sì - 228 No - Abbiamo vinto! (en)

FedUpUSA: La legge non è passata! (en)

La più potente lobby del mondo sconfitta dal popolo. In pochi altri Paesi al mondo sarebbe potuto accadere. Nonostante tutto gli Stati uniti d'America sono un grande Paese, anche in questo momento così difficile.

I mercati non l'anno presa bene (en) e domani in Europa sarà l'ennesimo bagno di sangue, ma per l'economia reale non fare niente è enormemente meglio che affidare un assegno in bianco a chi ha creato il problema in primo luogo.

Idee più sane su come affrontare la crisi ce ne sono molte (en). Al contrario il Piano Paulson è il modo certo per innescare la Seconda Grande Depressione.

Fallimenti banche USA: Wachovia Bank acquistata da Citigroup con l'aiuto della FDIC

Una banca insolvente che ne acquista un'altra ancora più insolvente può sembrare un esercizio di futilità, ma il panico fa fare cose bizzarre. E poi l'affare si è concluso solo perché una parte delle perdite dovrebbero finire sul conto della FDIC, cioè sul conto del contribuente americano.

L'accordo sembra piuttosto complesso (en), ma una cosa è certa: un'altra delle banche segnalate a rischio nella death watch list presentata a fine giugno ha fatto la fine dei dinosauri.

I puristi possono sostenere che tecnicamente non si tratta del più grosso fallimento bancario della storia, solo quattro giorni dopo che il record era stato aggiudicato a Washington Mutual, perché la banca non è stata formalmente commissariata dalla FDIC. Ma è una questione di lana caprina. Wachovia Bank con uno stato patrimoniale da $700 miliardi e con $450 miliardi di depositi bancari era insolvente da tempo e sarebbe fallita questa mattina. Il grafico del prezzo delle azioni dice tutta la storia: da $54 a $0,01 in nemmeno due anni.


E la FDIC sborserà a tempo debito svariati miliardi di dollari. È il nuovo record.

La nazionalizzazione del sistema finanziario degli Stati Uniti prosegue senza sosta.

domenica 28 settembre 2008

La nuova death watch list istituzionale

Dopo il fallimento di Washington Mutual è difficile dire chi sarà il prossimo, potrebbe essere chiunque. Qualunque azienda che abbia uno stato patrimoniale con elevata leva finanziaria è a rischio. Le aziende finanziarie vere e proprie sono ovviamente in prima linea, ma nell'era del debito molte aziende altrimenti sane hanno giocato a fare le finanziarie e ora sono subito dietro.

Ma possiamo alzare il tiro. Proviamo a mettere insieme la nostra death watch list delle istituzioni finanziarie nazionali, cominciando dall'altra parte dell'Atlantico.

Lo stato federale della California

Nonostante il governatore Arnold Schwarzenegger sia riuscito a far approvare il budget la situazione delle casse dello stato con la seconda bolla speculativa immobiliare degli Stati Uniti (dopo la Florida) sono devastate (en). Altri stati federali sono a rischio.

Federal Reserve Bank

Sì la FED. L'istituzione che stampa i dollari a proprio piacimento e che con un proprio tocco ai tassi d'interesse può decidere la vita e la morte del mercato, è sull'orlo dell'abisso.

Il Tesoro americano ha già provveduto a un prestito d'emergenza di più di $100 miliardi e di fatto, il famigerato Piano Paulson altro non è che uno schema per permettere alla FED di scaricare le centinaia di miliardi di dollari che ha assorbito da Wall Street sulle larghe spalle del Tesoro.

Il governo farà di tutto per nascondere l'effettivo stato di insolvenza della FED e potrebbe anche riuscirci, ma è probabile che prima che la crisi sia finita la realtà finirà sui giornali.

Il Tesoro degli Stati Uniti d'America

Sì gli Stati Uniti d'America, l'unica super-potenza rimasta al mondo, ha buone probabilità di ripudiare almeno una parte del proprio debito pubblico prima che la crisi sia finita. Un default sul debito come la Russia nel 1998 e l'Argentina nel 2001.

Ci vorrà ancora tempo, ma in questo momento il Tesoro è l'unica istituzione americana in grado di rifinanziare il proprio debito e il governo è deciso a spostare l'intero sistema finanziario sotto il suo controllo. La nazionalizzazione di un intero sistema finanziario insolvente non ne cambia lo stato di insolvenza, semplicemente lo trasferisce.

I primi segni cominciano già ad apparire. La settimana scorsa, per la prima volta in assoluto, assicurare contro il default le obbligazioni di McDonald costava meno che assicurare i buoni del Tesoro americano. Cioè grazie al Piano Paulson i mercati del credito considerano McDonald un creditore più affidabile di Zio Sam.

Bradford & Bingley sarà probabilmente la seconda banca inglese ad essere nazionalizzata

Ooops! La crisi finanziaria attraversa l'Atlantico.

Regno Unito: Bradford & Bingley la più grande finanziaria inglese specializzata in mutui buy-to-let (teoricamente acquisto per affittare, ma di fatto usati principalmente dagli speculatori immobiliari) sarà probabilmente nazionalizzata lunedì mattina (en) dopo che i correntisti hanno ritirato ingenti quantità di depositi sabato. È il secondo run on the bank dopo quello di Northern Rock, nazionalizzata dal Tesoro britannico nel 2007. Per il momento l'ipotesi più accreditata è che il contribuente inglese si accollerà una buona parte delle perdite e la banca sarà rapidamente rivenduta.

Belgio: Fortis, la più grande banca belga è a un passo dal collasso (en). Tanto per dare una dimensione i debiti di Fortis sono il triplo del prodotto interno lordo del Belgio (!). Sono in corso trattative frenetiche per trovare un acquirente.

Daniel Gros e Stefano Micossi hanno pubblicato qualche giorno fa un buon articolo sulla condizione delle banche europe in cui mettevano in evidenza tra le altre anche la situazione di Fortis.

Aggiornamento: sostituito il link all'articolo di Daniel Gros e Stefano Micossi che ora punta alla traduzione italiana su lavoce.info.

sabato 27 settembre 2008

Aggiornamento sulla lista delle aziende in crisi dopo il fallimento di WaMu

A giugno avevo presentato la death watch list, la lista delle aziende a rischio di vita, componendola a partire dalle informazioni che circolavano allora per il blog finanziari, aggiungendo poi a luglio Fannie Mae e Freddie Mac, vediamo cosa dicevo a giugno:
Alcune delle aziende che sono nella death watch list dei blog finanziari e che i media tradizionali continuano a descrivere invece come aziende in difficoltà, ma certo non moribonde, sono:
  • General Motors, il più grande costruttore di autoveicoli degli Stati Uniti, e la Chrysler,
  • Indymac Bancorp, Washington Mutual e Countrywide Financial (in fase di fusione con Bank of America), alcune tra le finanziarie residenziali più grandi degli Stati Uniti,
  • Lehman Brothers, quarta banca d'affari degli Stati Uniti,
  • MBIA e Ambac Financial, due grandi aziende di assicurazione finanziaria.
In forma meno drammatica ci si aspetta brutte sorprese da:
  • UBS, Citigroup e Wachovia, alcune le banche commerciali più grandi del mondo,
  • Merril Lynch, terza banca d'affari degli US,
  • lo stato della California
A oggi risultano ufficialmente fallite:
  • Indymac
  • Lehman Brothers
  • Washington Mutual
nazionalizzate in forma più o meno ufficiale:
  • Fannie Mae e Freddie Mac
  • AIG (non inclusa nella mia lista originale)
assorbite o acquistate in emergenza per evitare il fallimento:
  • Contrywide Financial acquistata da Banc of America
  • Merrill Lynch acquistata da Banc of America
ridotte all'irrilevanza e in fase di liquidazione controllata non ufficiale:
  • Ambac Financial
  • MBIA
alla disperata ricerca di un compratore o di una fusione (ossia sono, a meno di eventi eccezionali, a pochi giorni dal fallimento):
  • Wachovia Bank
  • Morgan Stanley (non presente nella lista originale)
La mente collettiva dei blog finanziari sbaraglia gli analisti di Wall Street (con l'unica eccezione di Meredith Withney) e delle istituzioni.

Con che faccia si presentano a chiedere poteri eccezionali per "risolvere la crisi" le stesse persone che non hanno saputo anticipare nessuno dei problemi colossali che emergono giornalmente? E con che faccia il Congresso si appresta a concedere questi poteri eccezionali (en) quando il blog finanziari stanno organizzazndo la più colossale contro-manovra di lobby privata coinvolgendo migliaia di cittadini nel telefonare, mandare fax e email a tutti i rappresentanti per fermare il piano per salvare le banche a spese dell'economia reale?

Come ho già detto, la crisi finanziaria per quanto colossale lasciata a sè stessa non è in grado di provocare una depressione economica:
Oggi più di allora per trasformare la recessione globale in qualcosa di veramente devastante paragonabile a una seconda grande depressione servirebbe il lavoro assiduo, meticoloso e determinato di elite politiche, economiche e finanziarie decise a mantenere lo status quo costi quel che costi. Capaci di ignorare le più basilari regole della logica che imporrebbero di abbandonare modelli comportamentali che si sono dimostrati non semplicemente autodistruttivi, ma banalmente autodistruttivi. Capaci di precipitare ottusamente se stessi e il proprio Paese nell'abisso pur di non cedere il più piccolo brandello di potere...
Bush, Paulson e Bernanke sembrano determinati a gettare gli Stati Uniti e il mondo nella Seconda Grande Depressione.

Quello che fa grandi gli Stati Uniti anche in questo momento difficile è che pochi individui integri non temono di dire le cose come stanno e riescono a coinvolgere migliaia di cittadini nel tentativo di cambiare il corso della storia:

venerdì 26 settembre 2008

USA: Washington Mutual il più grande fallimento bancario della storia

A quanto pare questa settimana il venerdì è arrivato con un giorno di anticipo.

Giovedì sera l'ente di controllo bancario ha revocato la licenza di banca alla Washington Mutual Bank e ha nominato la FDIC commissario straordinario. Ossia Washington Mutual è la tredicesima banca che fallisce negli Stati Uniti quest'anno.

È il più grande fallimento bancario della storia. $300 miliardi di beni e $150 miliardi di depositi. Un altro record della crisi finanziaria.

In poche ore la banca vera e propria è stata separata dalle altre aziende del gruppo finanziario ed è stata venduta dalla FDIC a JPMorgan, che apparentemente si è accollata decine di miliardi di perdite.

Quelli che stiamo vivendo sono giorni che rimarranno nella storia.

Abbiamo ucciso un ostaggio. Vogliamo $700 miliardi e un'auto sportiva

Come ho già insinuato in I compagni Paulson e Bernanke contro il popolo degli USA quella di Washington Mutual appare come l'esecuzione di un ostaggio durante una trattativa. Il Congresso non vuole pagare il riscatto richiesto? Questo è il primo cadavere, se vi azzardate a fare i duri altri seguiranno a breve. Vogliamo $700 miliardi e un'auto sportiva.

La lotta tra Wall Street e il popolo USA entra nel secondo round. Lunedì mattina avremo il panico o l'annuncio dell'accordo. In questo secondo caso il panico è rimandato a martedì.

martedì 23 settembre 2008

I compagni Paulson e Bernanke contro il popolo degli USA

I compagni Paulson e Bernanke hanno un piano.

In tre paginette redatte in fretta nel pomeriggio di giovedì scorso chiedono al popolo degli Stati Uniti d'America la modica cifra di $700 miliardi di dollari e il potere di spenderli a piacimento senza nessuna possibilità di controllo. L'obbiettivo è acquistare a prezzi gonfiati tutti i prodotti finanziari tossici che si nascondono ancora negli stati patrimoniali delle banche di Wall Street e che rischiano di schiantare l'intero sistema finanziario americano.

Il Congresso sta per essere sciolto a causa delle elezioni di novembre e la settimana prossima inizia una furiosa campagna elettorale. Rappresentanti e Senatori vengono sapientemente gettati nel panico ad opera dei compagni Paulson e Bernanke: "O ci date un assegno in bianco e il potere assoluto sui mercati finanziari, o rischiate una Seconda Grande Depressione".

I compagni Paulson e Bernanke mentono. O forse semplicemente non capiscono un accidente. Di fatto nessuno a Washington da l'impressione di capire un accidente. In realtà essi sperano che, una volta socializzate le enormi perdite, Wall Street possa tornare alla consueta pratica della privatizzazione dei profitti.

Domenica mattina il piano sembra una macchina perfetta e inarrestabile. Ma all'improvviso un granello di polvere inceppa un ingranaggio, poi un altro granello e poi molti altri ancora. Il piano rallenta, si ferma. I Rappresentati e i Senatori infatti sono bersaglio della più grossa campagna di lobby della storia del Congresso, sommersi dai fax e dalle telefonate di migliaia di privati cittadini che intendono veicolare un messaggio molto semplice: "non un dollaro per le banche". La campagna è stata iniziata e coordinata da alcuni dei blogger finanziari più famosi e ha assunto la forma virale.

I compagni Paulson e Bernanke sono colti di sorpresa, il Congresso sotto pressione fa delle domande, esige delle risposte e addirittura pretende che siano sensate. Il piano fa acqua da tutte le parti. Serve un escalation nella strategia della tensione.

Venerdì deve fallire una grossa banca...

Goldman Sachs e Morgan Stanley diventano banche, e Washington Mutual già lo era

Per la stampa la notizia di oggi è che il prezzo del petrolio è schizzato da $105 a $130 al barile in una sola seduta (+24%). Ma chiunque sappia qualcosa di mercati (apparentemente questo gruppo non include i redattori di economia del corriere della sera) sa che è una mezza bufala, infatti a schizzare nella stratosfera sono stati solo i futures di ottobre per i quali oggi era l'ultimo giorno di contrattazione. I futures sono prodotti finanziari derivati che permettono di scommettere sul prezzo del petrolio ad una data stabilita, qualcuno deve aver fatto nei giorni passati una grossa scommessa terribilmente sbagliata e oggi era l'ultimo giorno utile per chiudere la scommessa a mercato quasi deserto. I futures di novembre e il prezzo istantaneo (spot price) sono variati molto meno dollari (en).

Ma la vera notizia di oggi è che Goldman Sachs e Morgan Stanley, le due ultime grandi banche d'affari sopravvisute alla carneficina, hanno richiesto e ottenuto d'urgenza dalla FED il permesso di diventare delle vere e proprie banche commerciali (nonostante la confusione del termine italiano una banca d'affari non è una banca). Questa è la fine di un era. Incidentalmente, a luglio Nouriel Roubini aveva previsto il collasso del modello di business delle banche d'affari e la conseguente scomparsa delle "big five" (en) entro un paio d'anno. Come sempre era stato preso per matto e come sempre, invece, era stato troppo ottimista.

Ma parliamo alle notizie di domani.

Nonostante la procedura di massima urgenza con cui la FED ha approvato la banchificazione di GS e MS i due colossi non apriranno le filiali al pubblico domani mattina, anzi, a meno di non trovare una partnership con una banca commerciale già avviata, impiegheranno anni per mettere in piedi una struttura commerciale adeguata e rastrellare i depositi di cui hanno bisogno per stabilizzare la loro precaria posizione finanziaria. La mossa sembra poco comprensibile... a meno di non pensare come un criminale...

Due delle reginette della nostra death watch list Washington Mutual e Wachovia, sono banche commerciali con migliaia di filiali e centinaia di miliardi di dollari di depositi. Sfortunatamente hanno anche decine di miliardi di dollari di perdite non ancora ammesse e MS ha già analizzato e scartato la possibilità di fondersi con Wachovia. Ma se le due schiantassero a breve la FDIC (e quindi il contribuente) sarebbe costretta a ingoiare tutte le perdite e a mettere sul mercato filiali e depositi mondati da ogni peccato. GS e MS potrebbero comprare una struttura commerciale avviata e immacoalta. Vista l'urgenza che ha avuto la FED potremmo avere il prossimo tassello già venerdì.

domenica 21 settembre 2008

La settimana che cambiò il sistema finanziario mondiale

I blog finanziari e perfino la stampa internazionale non riescono a trattenere le iperboli per descrive quello che è accaduto questa settimana sui mercati mondiali e in particolare in quello che era considerato la culla del capitalismo e del libero mercato, gli Stati Uniti d'America.
  • The Big Picture: La SEC bandisce lo short selling (en)
    • "Non è niente di meno di panico totale da parte di qualcuno che non la più pallida idea di cosa sta succedendo!"
    • "Siamo una nazione stupidi, guidati da completi idioti che ci rendono complici della nostra autodistruzione"
  • Deal Breaker: SEC: Ben venuti in Pakistan (en)
  • Paul Krugman: Il compagno Paulson si impossessa del comando dell'economia (en)
  • Mish: Picco della follia: La SEC pianifica di bandire temporaneamente lo short selling (en)
    • "Ogni volta che mi illudo che il picco della follia sia stato raggiunto vengo smentito. La mia nuova posizione è che: "Non esiste limite alla follia nelle azioni del Congresso, della SEC, del presidente o di chiunque altro."
    • "Quelli che si aspettano un crollo globale della borse mondiali hanno buone possibilità di vederne uno se questa risoluzione dovesse passare, e di fatto anche se non dovesse."
  • Wall Street Examiner: Gli Stati Uniti entrano nella mischia (en)
    • "Il governo federale è nel processo di commettere il suicidio finanziario, tutto per conto suo!"
  • London Banker: La Federal Reserve Unitaria - Coreografia della crisi (en)
    • "L'ipocrisia dell'amministrazione Bush che critica Chavez e allo stesso tempo canta le lodi di Paulson e Bernanke dovrebbe essere materiale per una commedia di seconda serata"
    • "Stalin non avrebbe potuto disegnare un piano migliore per il controllo centrale dell'economia globale dopo aver provocato tanto terrore e devastazione"
    • "Personalmente non credo più che le autorità agiscano giustamente, onestamente, e nel pubblico interesse"
  • Market Ticker: Benvenuti negli USSA (en)
  • Minyanville Todd Harrison: Potpourri di un pazzo venerdì: La legge marziale per i mercati (en)
    • "Questo passo senza precedenti del governo è l'alba di una nuova - e ho paura a dirlo, sfortunata - era. Se da una parte caccerà alcuni cattivi ragazzi dal sistema, dall'altra altererà per sempre l'integrità del sistema del libero mercato."
    • "Questo è un nuovo mondo ragazzi. Il primo giorno. L'alba di una nuova era e qualcosa che nessuno di noi ha mai visto.
      Il sistema era rotto e invece di lasciarlo aggiustare da solo attraverso il tempo e il prezzo, la storia è stata alterata artificialmente e per sempre.
      Per molti versi è unicamente triste.
      ...
      L'alta marea alzerà tutte le barche di fronte alla tempesta perfetta che le aspetta. può essere stata spinta via all'orizzonte, ma è sempre là.
      E ora è veramente pazzesca."
  • The Big Picture: Il "nuovo" New Deal (en)
    • "Parafrasando Floyd Norris (en), siamo diventati Marxisti, ma della varietà di Graucho, non di quella di Karl"
  • Mish: Armageddon rimandata: la FED interviene nei mercati monetari (en)
    • "La manipolazione del governo non può mai prevenire l'Armageddon finanziario. Anzi, l'intervento e la manipolazione del governo nel libero mercato garantisce, alla fine l'Armageddon finanziario."
  • The Big Picture: "La settimana che ha cambiato il capitalismo americano (en)"
  • Calculated Risk: NY Times: il Congresso basito dagli avvertimenti (en)
    • "Il senatore C. J. Dodd ha detto che ai leader del congresso è stato detto (da Ben Bernanke) che 'siamo letteralmente forse a pochi giorni dal collasso totale del nostro sistema finanziario'"
    • "È incredibile quanto tempo ci mettano certe persone a capire cosa sta succedendo."
  • Mish: I leader del Congresso rimangono basiti che Bernanke alla fine ammetta la verità (en)
    • "Il Congresso farebbe bene a leggere i blog invece di ascoltare dei clown come Paulson e Bernanke."
  • Paul Krugman: Autorizzazione all'uso della forza finanziaria (en)
  • Finacial Ninja: Cinque giorni che hanno scosso il mondo finanziario (en)
  • Mish: L'amministrazione Bush richiede poteri dittatoriali (en)
    • "Il Tesoro chiede l'autorizzazione a comprare mutui e l'immunità riguardo alle proprie decisioni"
    • "... il Congresso si sta allineando nel dare al Tesoro un potere dittatoriale e esente da qualsiasi controllo contemporaneamente aumentando al dimensione di una proposta già ridicola."
  • Market Ticker: La madre di tutte le frodi (en)
    • "Sono senza parole."
    • "Come prima cosa questa è la nazionalizzazione di fatto di tutto il sistema bancario, assicurativo e finanziario."
    • "Che questa proposta non sia risultata nella richiesta di dimissioni immediate da parte del Congresso a Paulsone e Bernanke per il loro ovvio tentativo di incoronare Paulson 'Re', la dice lunga sull'integrità del Congresso."
    • "Il mio suggerimento: non vi fate sorprendere a possedere alcuna azione o obbligazione di una azienda degli Stati Uniti d'America dopo le 9:30 di lunedì mattina."
Signori. È stato bello finché è durato. Anche l'ultima facciata di libero mercato è stata dismessa dal sistema finanziario degli Stati Uniti d'America. La nuova era dello "statalismo assoluto" è appena cominciata.

sabato 20 settembre 2008

Segni di panico tra le autorità finanziarie

Giovedì mattina il cielo stava crollando sui mercati finanziari di tutto il mondo. I principali indici azionari americani avevano perso il 10% in quattro giorni sull'onda del fallimeto di Lehman Brothers, della nazionalizzazione di AIG e dell'incessante afflusso di notizie negative. All'una, ora di New York, l'indice azionario Standard & Poors 500 stampava il valore 1133,50 toccato per la prima volta nel 1998 e l'atmosfera a Wall Street era quella di chi si prepara a un crollo della borsa in stile Martedì nero 1929.

Una buona parte del panico veniva da quella che sembrava un'inesorabile sequela di nuove anomalie e nuovi problemi finanziari a cui seguivano azioni del governo e della FED che non hanno precedenti nella storia finanziaria americana e che pure non sembravano in grado nemmeno di rallentare il corso degli eventi.

Solo tra mercoledì e venerdì è successo:
  • mercoledì Reserve Primary Fund è stato il primo di numerosi fondi monetari a registrare una perdita e a sospendere temporaneamente i prelievi (en) in seguito al fallimento di Lehman Brothers. I fondi monetari sono fondi d'investimento a basso rischio e ad alta liquidità che sono usati dalle aziende e dalla pubblica amministrazione per parcheggiare grosse somme per brevi periodi. Prima dell'inizio della crisi finanziaria erano considerati altrettanto sicuri di un conto corrente, ma con un minimo di rendimento in più, ossia nessuno si aspettava di poter perdere denaro in un fondo monetario e tanto meno di non poterlo ritirare per diversi giorni. Se questo mercato dovesse implodere le conseguenze sarebbero catastrofiche.
  • mercoledì una delle conseguenze della crisi dei fondi monetari è stata l'incredibile anomalia dei rendimenti dei buoni del tesoro a breve termie che è crollata dal 1,6% allo 0,2% causata dalla fuga dei capitali dai fondi monetari ai titoli di stato.
  • tutti i tassi di interesse di riferimento sono impazziti a causa della mancanza di fiducia tra le banche e per gli effetti del panico nei fondi monetari. Solo come esempio la FED che si prefigge un tasso di riferimento del 2% non è riuscita ad ottenere meglio del 2,80% mercoledì nonostante la più grossa iniezione di liquidità nella storia del dollaro.
  • Morgan Stanley è in discussione con chiunque voglia ascoltare per cercare un acquirente o un partner per una fusione, ma nessuno sembra interessato a sacrificarsi. Le banche d'affari sono considerate "toxic waste" (residui tossici) dopo tre delle "cinque grandi" erano implose in un modo o nell'altro.
  • Washigton Mutual si mette all'asta in emergenza, ma non attira nessun offerta. Perché comprare una banca insolvente quando si possono scaricare le perdite sulla FDIC e poi comprare solo i pezzi buoni?
  • le principali banche centrali d'occidente annunciano un piano straordinario per favorire la liquidità dei sistemi finanziari. I mercati sbadigliano.
  • la FED allarga l'accesso a tutti i programmi di prestito e accetta le azioni come garanzia dei prestiti (!!).
  • il Tesoro americano annuncia un emissione speciale di debito di stato per mettere a disposizione della FED maggiore liquidità. Ossia la FED ha finito i soldi. In una qualche forma questo è una sorta di salvataggio della FED (!!). Probabilmente questo è stata la notizia che ha fatto esplodere il prezzo dell'oro. I mercati continuano imperterriti la loro discesa.
  • il Tesoro annuncia un piano di emergenza per l'assicurazione dei fondi monetari in modo da coprire eventuali perdite con i soldi del contribuente.
Ma venerdì è la data di riferimento dei prodotti finanziari derivati più diffusi, le opzioni. Tutti i mesi inesorabilmente il giorno di riferimento delle opzioni (chiamato "option expiry" o "OpEx") il mercato americano apre quasi esattamente al valore che massimizza i profitti delle banche. Magicamente. Ma sicuramente. Questa volta un'apertura della borsa di New York con l'indice S&P500 molto al di sotto di 1250 avrebbe significato ulteriori perdite miliardarie per le banche americane. Ma come risalire da 1130 a 1250 in meno di 24 ore? Impossibile, giusto?

Sbagliato.
  • negli Stati Uniti e in Gran Bretagna viene vietato lo short selling, una forma di investimento che trae vantaggio dalla diminuzione del prezzo delle azioni. La restrizione dello short selling è un chiaro segno di panico delle autorità che viene riproposta in ogni periodo di turbolenza, ma non era mai stata implementata in maniera così massiccia. Inizia la madre di tutte i rimbalzi.
  • vengono lasciate circolare indiscrezione sul piano del governo di comprare tutto il debito tossico del sistema finanziario americano con un fondo di $700 miliardi. Come durante la Grande Depressione e la crisi degli anni '90. La Resolution Trust Corporation. Il rimbalzo assume sembianze grottesche.
All'apertura di venerdì l'indice S&P500 stampa 1271, +13% dal minimo in meno di 24 ore. Le banche sono salve. Decine e forse centinaia di grossi speculatori sono sul lastrico. Qualsiasi investitore che avesse ancora qualche dubbio sulla libertà del mercato azionario negli Stati Uniti, adesso è tranquillo.

Wall Street non è una Borsa Valori, ma un Casinò il cui banco bara alla luce del sole con l'aiuto dalla guardia di finanza (il governo).

In alcuni dei forum che seguo, ogni speculazione sui possibili passi del Tesoro e della FED è accompagnata dalla frase: "Think like a criminal." (pensa come un criminale)

Certo è stato uno spettacolo grottesco e grandioso. Ma non sarei sorpreso se il mese prossimo il miracolo dell'OpEx non si ripetesse. Quanti conigli possono essere ancora nel cappello di Zio Sam?

mercoledì 17 settembre 2008

I segni del panico finanziario

Per i non addetti ai lavori a volte è complicato decifrare i segni dei mercati finanziari tra curve dei tassi, indici e spread.

La giornata di oggi invece sarà ricordata per la semplicità di interpretazione.

Vediamo il prezzo dell'oro. L'oro ha raggiunto un picco storico a marzo per poi diminuire di valore insieme a tutte le altre materie prime a causa del rallentamento dell'economia mondiale. Ma l'oro è principalmente il bene rifugio in caso di turbolenze finanziarie. Cosa ci dice oggi?


Il prezzo dell'oro in dollari è salito di più del 10% in un solo giorno. Per leggere ancora meglio questo segno aggiungo il grafico settimanale.


Ora passiamo al rendimento dei buoni del Tesoro americano con scadenza a tre mesi. Normalemnte il rendimento di questi buoni è quello che suggerisce il tasso di riferimento fissato dalla Federal Reserve (il Federal Fund Rate). Il tasso di riferimento è stato confermato ieri al 2% dalla FED corrispondente al valore 20 dell'indice IRX, ma:


Il grafico ci dice che le settimane scorse i buoni del Tesoro americano trimestrali rendevano circa l'1,6% annuallizzato, oggi qualcuno ha acquistato gli stessi buoni per un rendendimento dello 0,0125%. Ossia assolutamente niente. Con l'infalzione al 5%! Ma i buoni del tesoro con scadenze a breve termine sono la forma di investimetno in dollari più sicura in assoluto, più che tenere i soldi in banca. E di questi tempi la differenza conta.

È possibile che domani sia tutto passato, ma questi sono i segni finanziari del panico allo stato puro.

martedì 16 settembre 2008

Il collasso di AIG: prosegue la nazionalizzazione del sistema finanziario degli USA

Come già detto, questi sono giorni che passeranno alla storia.

A quanto pare non c'è voluto molto perché la crisi di AIG passasse alle prime pagine dei giornali nazionali! Sul Corriere abbiamo Crisi Usa, il governo salva Aig, che come sempre confonde il salvataggio dei creditori di una azienda con il salvataggio dell'azienda stessa. Cosa sarà della AIG non lo sappiamo ancora, ma azionisti e management hanno ottime probabilità di essere annichilati.

La nazionalizzazione del sistema finanziario americano procede a tappe forzate. Finora il contribuente degli Stati Uniti d'America, in un tempo lontano bastione del libero mercato, sono proprietari delle seguenti aziende tecnicamente fallite:
  • parte di Bear Sterns, una banca d'affari, ovvero uno speculatore del mercato immobiliare, per mezzo della FED ($30 miliari)
  • l'80% di Fannie Mae e Freddie Mac, i giganti finanziari del mercato dei mutui, per mezzo del Tesoro ($200 miliardi di linea di credito, per ora)
  • IndyMac e una decina di altre piccole banche regionali, per mezzo della FDIC (intorno a $15 miliardi)
  • una parte di Lehman Brothers, un'altra banca d'affari, attraverso una complessa operazione finanziaria messa in opera dalla FED dopo il fallimento (tra $50 e $100 miliardi, non è chiaro)
  • l'80% di AIG, la più grande compagnia di assicurazione degli Stati Uniti, per mezzo di un prestito della FED ($85 miliardi)
  • una parte di ogni altra banca e finanziaria degli Stati Uniti, per mezzo di prestiti concessi dalla FED e dalle FHLB (centinaia di miliadi, non ho le cifre a portata di mano)
  • una parte dell'industria di auto (General Motors e Ford) attraverso concessioni fiscali approvate dal Congresso (almeno $50 miliardi)
Con la FED, il Tesoro e le banche centrali straniere nel panico e i mercati scioccati dalle conseguenze dei continui fallimenti e nazionalizzazioni, è impossibile dire cosa accadrà nel breve periodo. L'unica cosa certa è che la lista di aziende che implorano la loro parte di soldi pubblici è ancora molto lunga.

È piuttosto scioccante, ma ci sono buone possibilità che alla fine della crisi gli Stati Uniti saranno la più grande economia di stato del pianeta.

Aggiornamento: Con un atto di giornalismo decisamente inaspettato la CNBC ha compilato la lista dei salvataggi del governo americano durante la crisi (en), con tanto di valore finanziario associato. La lista è molto simile alla mia, ma è più accurata. Totale a carico del contribuente USA? $900 miliardi.

Il collasso di Lehman Brothers e la stampa

Le vicissitudini di Lehman Brothers arrivano finalmente sulla stampa italiana. Rigorosamente a fatti compiuti. Il Corriere dedica diversi articoli alla banca d'affari americana e all'effetto che ha avuto sui mercati:
Gli articoli sono interessanti anche se tardivi. Nell'ultimo in particolare c'è una gemma di saggezza:
Con 600 miliardi di attivi e 30 miliardi di capitale, la banca non poteva più stare in piedi.
Sacrosanto, una leva finanziaria di 20 (600/30) è destabilizzante per qualsiasi azienda finanziaria, ma a dirlo prima? a dirlo in quel periodo felice nel quale Lehman e le altre banche d'affari presentavano leve finanziarie di oltre 30? e durante il quale hanno raccolto finanziamenti anche dai risparmiatori italiani con prodotti distribuiti niente di meno che dalle Poste?

Aggiornamento: A proposito dello scrivere articoli solo a fatti compiuti. Per il momento la crisi di AIG fa titolo solo sulla stampa specializzata. Ma i vento potrebbe cambiare da un giorno all'altro.

lunedì 15 settembre 2008

Tutto questo è fantascienza finanziaria

Questi giorni passeranno alla storia.

Venerdì sera la situazione del sistema finanziario americano era critica, ma in pochi si aspettavano che gli eventi potessero precipitare così in basso così rapidamente. Al momento la situazione è questa:
Nelle parole di

domenica 14 settembre 2008

Lehman Brothers a un passo dal fallimento e i mercati mondiali a un passo dal panico

Dopo un frenetico week-end a Wall Street, tra riunioni, indiscrezioni, bracci di ferro e sicuramente minacce e panico, sembra che Lehman Brothers, quarta banca d'affari degli Stati Uniti, inizierà la procedura di fallimento entro questa sera (en). A meno di colpi di scena dell'ultima ora, nessuno se l'è sentita di comprare una banca con potenzialmente decine di miliardi di dollari di svalutazioni non dichiarate. Le due banche che si erano fatte avanti, Barclays e Bank of America, si aspettavano che il governo americano si sarebbe fatto carico del grosso delle perdite come nel caso di Bear Stearns e hanno mandato le macchine "indietro tutta" (en) quando è stato chiaro che il Tesoro degli Stati Uniti, per la prima volta dall'inizio della crisi, non era disposto a fare la parte del fesso.

Altre notizie correlate:
A meno di colpi di scena dell'ultima ora, domani sarà un lunghissimo giorno per tutti i mercati finanziari. Come dire: "No panic, no panic... ok panic!"

Quello che è realmente sorprendente però è che la crisi è iniziata più di un anno fa e solo ora il mercato riconosce quello che era ovvio già da allora, e cioè che il sistema finanziario americano nel suo complesso è insolvente (en) e che questa è la peggiore crisi economico-finanziaria dai tempi della Grande Depressione (en).

Aggiornamento: un eccellente articolo del New York Times (en) descrive gli avvenimenti degli ultimi frenetici giorni in un quadro organico. Sembra che non ci sarà nessun colpo di scena, la stampa da Lehman Brothers per spacciata.

sabato 13 settembre 2008

Anche la più gande compagnia assicurativa degli USA entra in crisi

La American International Group (AIG), la più grande compagnia assicurativa degli Stati Uniti, è finita recentemente nell'occhio del ciclone nella crisi finanziaria a causa di cattivi investimenti in vari prodotti finanziari derivati associati ai mutui americani. Fino a qualche giorno fa sembrava una delle tante vittime minori e non figurava nella mia death watch list, ma recentemente ha attirato l'attenzione su di se e oggi è stato posto sotto revisione il suo rating (en) da Standard & Poor's, una delle tre compagnie specializzate. Per una compagnia arricurativa, come per una banca, il rating è la vita e "tutte le opzioni" sono sul tappeto pur di sventare il downgrade.

Dunque in questo lungo fine settimana le aziende da salvare sono:
Come ho già detto, la crisi sta accelerando.

venerdì 12 settembre 2008

Un'altro venerdi per la FDIC

È venerdì!

E come ogni venerdì il mondo dei blog attende con trepidazione quale banca finirà tra le gelide braccia della FDIC questo week-end. Per i curiosi la lista delle banche fallite sul sito della FDIC è aggiornata in tempo reale.

Aggiornamento: e invece oggi non ci sono novità. Questo fine settimana c'è già troppa carne al fuoco.

Continua la nazionalizzazione dell'economia USA

I mercati mondiali stanno ancora assorbendo l'impatto della più grande nazionalizzazione della storia dell'umanità e già gli eventi continuano a succedersi a velocità allarmante.

Il sistema finanziario americano è stretto al capezzale di Lehmann Brothers (en), un tempo la quarta banca d'affari degli Stati Uniti, ormai rassegnata a subire una fine simile a quella di Bear Stears, con o senza un sostanzioso contributo del contribuente americano. Il Tesoro ha già fatto circolare la notizia che è una questione di ore, lunedì mattina Lehmann Brothers non aprirà i battenti come un'azienda indipendente, e il governo sta attivamente contribuendo alla trattativa con i potenziali acquirenti.

In fila per ricevere la loro parte di contributo pubblico ci sono Washigton Mutual e Wachovia che sono anche in profonda crisi. Oltre a qualche decina di banche minori il cui capitale finanziario è stato vaporizzato come effetto collaterale della nazionalizzazione di Fannie e Freddie. Domani è venerdì e il becchino (la FDIC) passerà a raccogliere i cadaveri.

Il sistema finanziario americano fa acqua da tutte le parti e il governo americano ricicla l'unica "soluzione" che conosce, aumentare il debito pubblico per finanziare una serie di salvataggi di stato a favore di coloro che hanno creato il problema. Una strategia che è stata ribattezzata "il socialismo per i ricchi" attraverso la quale "i profitti vengono privatizzati e le perdite vengo socializzate". Come dire, il peggio di entrambi i mondi.

La dimensione e la frequenza degli interventi del governo nella finanza e nell'economia americana sta trasformando gli Stati Uniti, un tempo sedicente bastione del capitalismo e del libero mercato, nella più grossa economia di Stato della storia dell'umanità. Nelle parole di Nouriel Roubini in un post assolutamente imperdibile: I compagni Bush, Pailson e Bernanke ti danno il benvenuto nella USSRA (Repubblica degli Stati Socialisti Uniti d'America) (en).

La missione numero uno dell'attuale amministrazione, ossia evitare che i giornali comincino a parlare di "Seconda Grande Depressione" prima delle elezioni presidenziali di novembre, sembra sempre più una missione impossibile se anche Jim Cramer comincia a nominarla nel suo seguitissimo show su CNBC (en).

La crisi sta accelerando.

lunedì 8 settembre 2008

Palson e compagnia tradotti da Mish

La gestione della crisi finanziaria da parte del governo degli Stati Uniti e della Federal Reserve è decisamente sub-ottimale (in realtà la parola che vorrei scrivere è "penosa") e poche cose mi spaventano più del sapere che non una delle parole spese in pubblico da politici e banchieri può essere presa sul serio. Di fatto semplicemente negando tutte le affermazioni rese alla stampa e in parlamento dal segretario del Tesoro Hank Paulson e dal governatore della FED Ben Bernanke si ottiene una eccellente cronistoria degli eventi dell'ultimo anno. E chiunque abbia sistematicamente negato le loro predizioni sul futuro è stato in grado di anticipare i principali eventi della crisi. Non che siano i soli, sostanzialmente tutto quello che arriva da Wall Street va prima capovolto e poi analizzato. Quelli che si salvano sono le eccezioni, non la regola.

Mish ha un eccellente post in cui traduce per i non addetti ai lavori alcune delle frasi di Paulson e compagnia dette negli ultimi due mesi, in particolare a proposito di Fannie Mae e Freddie Mac e sulla necessità o meno di un salvataggio governativo. Tutte le frasi sono state pubblicate dalla stampa e in quasi tutti i casi Mish stesso aveva evidenziato che la realtà era esattamente l'opposto di quello che veniva detto. La nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac è stata annunciata ieri.

Di questi tempi è importante sapere di chi fidarsi e come leggere le parole di chi non ci si può fidare.
10 Luglio 2008

Financial Institutions Must Be Allowed To Fail

Paulson: "I proprietari di case non si devono aspettare di essere salvati del governo. Le banche non si devono aspettare un salvataggio del governo, nonostante l'intervento della Federal Reserve durante il quasi-collasso di Bear Sterns a Marzo"

Traduzione: Le banche importatni e le GSE (NdT: Fannie Mae e Freddie Mac) non verranno lasciate fallire a nessun costo.

Paulson: "Perché sia efficace la disciplina di mercato i partecipanti del mercato non si devono aspettare facili finanziamenti da parte della FED o qualsiasi altro aiuto da parte del governo. Perché la disciplina di mercato limiti efficaciente il rischio è necessario che le istituzioni finanziarie siano lasciate fallire."

Traduzione: Aspettatevi la madre di tutte le nazionalizzazioni a spese del contribuente.

10 Luglio 2008

Fannie, Freddie 'Insolvent' After Losses

L'ex governatore della FED William Poole: "Il Congresso deve riconoscere che queste aziende (NdT: Fannie Mae e Freddie Mac) sono insolventi, e che sta permettendo loro di continuare a esistere come bastioni del privilegio, finanziate dal contribuente."

Traduzione: "Il Congresso deve riconoscere che queste aziende (NdT: Fannie Mae e Freddie Mac) sono insolventi, e che sta permettendo loro di continuare a esistere come bastioni del privilegio, finanziate dal contribuente."

11 Luglio 2008

Paulson Backs Fannie, Freddie in Their 'Current Form'

Paulson: "Oggi il nostro focus primario è supportare Fannie Mae e Freddie Mac nella loro forma attuale nel portare avanti la loro importante missione"

Traduzione: Stiamo lavorando dietro le scene per affrontare l'inevitabile fallimento di Fannie Mae e Freddie Mac. Non esiste nessuna via concepibile che Fannie e Freddie possano rimaenre nella loro forma attuale.

11 Luglio 2008

Fed Says No Talks With Fannie, Freddie About Loans

Il portavoce della FED Michelle Smith: "Non c'è stata alcuna discussione con le GSE riguardo all'accesso alla discont window (NdT: una forma di finanziamento diretto da parte della FED, normalemnte riservata alle grandi banche)"

Traduzione: Pianifichiamo di discutere con le GSE riguardo all'accesso alla discont window non più tardi di lunedì 14 luglio (NdT: quando l'accesso alla discont window viene ufficializzato)

13 Luglio 2008

Paulson Statement on Freddie Mac, Fannie Mae

Paulson: "Fannie Mae e Freddie Mac giocano un ruolo centrale nel sistema della finanza immobiliare e devono continuare a farlo nella loro forma attuale di aziende private"

Traduzione: Non c'è assolutamente nessuna possibilità che Fannie e Freddie sopravvivano nella loro froma attuale. Stiamo lavorando a un piano B.

17 Luglio 2008

Merrill Lynch: Don’t forget the salt

Il CEO di Merrill Lynch John Thain: "Adesso riteniamo che siamo in una posizione molto comoda per quanto riguarda il nostro capitle finanziatio."

Traduzione: Non siamo nemmeno vicini ad avere sufficente capitale finanziario. Dopo tutto ho già affermato 8 volte che Merrill Lynch non aveva bisogno di altro capitale salvo poi ogni volta lanciare un altro aumento di capitale immediatamente dopo (vedi il link sopra).

20 Luglio 2008

Banks sound but economy to take time

Paulson: "Il nostro sistema bancario è sicuro e affidabile"

Traduzione: Il nostro sistema bancario è sull'orlo del collasso. (vedi You Know The Banking System Is Unsound When.... per ulteriori approfondimenti)

23 Luglio 2008

Death Spiral Financing at WaMu, Merrill Lynch, Citigroup

Il CEO di Washigton Mutual Kerry Killiger: "Il capitale finanziario che abbiamo a disposizione è sufficiente a gestire questo periodo. Non abbiamo nessun piano di raccoglie altro capitale."

Traduzione: Abbiamo un bisogno disperato di raccogliere altro capitale. Sfortunatamente gli accordi finanziari già presi e il valore della nostra aziende prossimo allo zero ci impediscono di poterlo fare.

19 Agosto 2008

Freddie and Fannie fix under market pressure

Il dipartimento del Tesoro: Il Tesoro non ha alcuna intenzione di utilizzare i poteri appena autorizzati di investire nel debito e nel capitale di Fannie e Freddie.

Traduzione: Abbiamo tutte le intenzioni di investire nelle GSE e molto prima di quanto chiunque si aspetti. Non avremmo chiesto al Congresso un assegno in bianco se non ne avessimo bisogno. E ragazzi, se ne abbiamo bisogno!

22 Agosto 2008

Buffett Says Fannie Mae, Freddie Mac 'Game Is Over'

Warren Buffett (NdT: mitico investitore americano, attualmente l'uomo più ricco del mondo): "Fannie Mae e Freddie Mac, le due più grandi finanziarie immobiliari, non hanno più alcun valore netto. Come aziende indipendenti sono al game over"

Traduzione: "Fannie Mae e Freddie Mac, le due più grandi finanziarie immobiliari, non hanno più alcun valore netto. Come aziende indipendenti sono al game over"

4 Settembre 2008

Bill Gross Wants Treasury To Buy Assets To Prevent Tsunami

Bill Gross (NdT: alla guida di PIMCO, il più grande fondo d'investimento degli Stati Uniti): "Lasciato a se stesso, un fuoco in campagna si può trasformare in un incedio, e un piccolo bear market in un devastante tsunami finanziario. Se vogliamo evitare che continui la liquidazione di proporzioni storiche di beni e debito, c'è bisogno di politiche che aprano il bilancio del Tesoro degli Stati Uniti" (NdT: wow, veramente intraducibile!)

Traduzione: Vi prego salvate PIMCO. Ci siamo giocati la casa sulla nazionalizzazione delle GSE!

domenica 7 settembre 2008

Fannie Mae e Freddie Mac vengono commissariati, Cina, Russia e PIMCO vengono salvati

Venerdì sera è circolata l'indiscrezione che i due giganti dei mutui americani, Fannie Mae e Freddie Mac di cui abbiamo già parlato più volte, sarebbero stati commissariati dal Dipartimento del Tesoro americano nel fine settimana (en). E oggi il segretario del Tesoro Hank Paulson illustra i dettagli del piano del governo (en) per quello che di fatto è l'inizio della madre di tutte le nazionalizzazioni (en).

Il piano viene pubblicizzato come un salvataggio delle due aziende, ma dal tipo di misure adottate, e conoscendo il gioco di Hank Paulson, è facile prevedere che le due aziende di fatto saranno messe in lenta liquidazione e nel lungo periodo scompariranno: la direzione sarà cacciata immediatamente, gli azionisti rischiano di essere completamente azzerati e il modello di business archiviato.

Tutto ciò è buono e giusto, le due aziende sono sostanzialmente fallite a causa di anni di scelte aziendali irresponsabili, la direzione e gli azionisti non meritano alcuna pietà.

Ma se le due aziende non vengono salvate, allora chi è l'obbiettivo del piano di salvataggio?

I creditori. Ossia coloro che hanno prestato ai due colossi gli oltre $5.700 miliardi che le due aziende hanno a loro volta riprestato agli americani per comprare una casa.

Nel caso di fallimento di una azienda finanziaria in genere i creditori prendono il controllo dei beni dell'azienda, li vendono cercando di recuperare il recuperabile, e si spartiscono il ricavato in base alle complesse regole delle leggi fallimentari. In un fallimento normale un creditore che perda il 20% dell'investimento ringrazia la propria stella fortunata.

Ma in questo caso alcuni dei creditori sono colossi finanziari come le banche centrali di mezzo mondo a partire da Cina e Russia, e i fondi d'investimento più grossi degli Stati Uniti come PIMCO. Tutti hanno mandato chiari segnali al governo USA che non avrebbero accettato alcuna perdita (en) fino a minacciare la fine del sistema finanziario mondiale come lo conosciamo (en). La soluzione? Nel piano del Tesoro, il governo americano garantisce i creditori anche quando in base agli accordi contrattuali avrebbero dovuto subire rilevanti perdite.

A quanto ammontino le perdite di Fannie e Freddie nessuno lo sa, perché il fattore comune della crisi finanziaria è il totale offuscamento dei conti di banche e finanziarie. Possiamo prendere per base minima la risibile stima governativa di $25 miliardi, che addirittura non avrebbe richiesto la nazionalizzazione, e le stime medie che sento sono intorno ai $300 miliardi, assumendo che i mutui rispettino effettivamente le linee guida per i mutui prime. Chi aggiunge la possibilità che i mutui possano essere di qualità inferiore a causa di cattiva gestione e addirittura di vera e propria frode arriva facilmente a stimare tra i $500 e i $1.000 miliardi di perdite.

Dunque, le banche centrali e fondi d'investimento fanno in completa e assoluta libertà un pessimo investimento, e al momento di raccogliere quello che hanno seminato invocano la fatina Paulson che trasforma le perdite in profitti a spese del contribuente americano. Dunque si tratta di un salvataggio. Il salvataggio dei profitti delle banche centrali asiatiche e di PIMCO. Per qualche strana ragione la stampa non enfatizza questo dettaglio come meriterebbe.

Per quanto fosse attesa da tempo questa è la notizia finanziaria del 2008. Di fatto il debito pubblico degli Stati Uniti è passato da poco meno di $10.000 miliardi, o 70% del PIL, a più di $15.000 miliardi ossia più del 107% del PIL. Più dell'Italia. In un solo giorno.

Banche USA fallite: Silver State Bank è la numero 11

Altro venerdì altro fallimento bancario negli Stati Uniti (en), e siamo a 11 quest'anno.

La Silver State Bank di Henderson, Nevada aveva circa $1,7 miliardi di depositi bancari di cui solo l'1% non assicurati dalla FDIC. Sembra che gli americani abbiano capito che butta male e facciano attenzione a non lasciare in una singola banca più di $100.000 a persona, il limite assicurato. Basta cointestare i conti per arrivare a $200.000 a coppia o dividere i propri risparmi tra più banche.

Questo però rende gli interventi della FDIC più costosi, tanto che per questa banca non proprio piccolissima, ma certo non grande, si stima che il fondo di assicurazione dovrà sborsare tra i $450 e i $550 milioni, ossia circa il 25% del totale dei depositi (!). Che una banca riesca a bruciare il 25% del totale dei propri depositi mi sorprende non poco, ma che le autorità americane aspettino tanto a chiudere una banca che ovviamente è un buco nero finanziario, mi lascia veramente basito.

Per sapere in anticipo quali banche falliranno nei prossimi venerdì basta scorrere la lista non ufficiale delle banche in difficoltà (en), compilata da un signor nessuno di internet sulla base delle informazioni pubblicate dalla FDIC stessa. Silver State Bank era in 49a posizione.

Aggiornamento: Anche interessanti possono essere i miei post che riguardano la mia lista di azinede in pericolo o gli aggiornamente sui fallimenti bancari nel mondo.

martedì 2 settembre 2008

La Cina rallenta e il petrolio scivola ancora

Un breve post per segnalare che oggi è arrivata in superficie l'evidenza che due variabili macro-economiche apparentemente contro tendenza, la crescita cinese e il prezzo del petrolio, si stanno allinenado allo scenario più fosco di una crisi economica mondiale.

Come evidenziato nel post di Mish China's Manufacturing Contracts for Second Month che ha anche degli utili grafici, un indice che misura l'espansione dell'attività economica nel settore manifatturiero cinese ha registrato ad agosto una contrazione significativa dell'attività per il secondo mese consecutivo. Se il rallentamento è reale, e non un effetto collaterale delle olimpiadi, la Cina potrebbe finire addirittura col parteciapre al festival di recessioni in giro per il mondo, che per un paese abituato a crescere al 10% l'anno non è uno scherzo. Contemporaneamente, il prezzo del petrolio è tracollato alle prime notizie che hanno dato fuori pericolo le piattaforme di estrazione nel golfo del Messico minacciate dall'uragano Gustav. Il prezzo del petrolio è diminuito di quasi terzo in un mese, altro segno che l'economia mondiale da segni di rallentamento.