martedì 29 luglio 2008

I mutui "subprime"di Merrill Lynch: un investimento "AAA" che potrebbe perdere il 95% del valore

Merrill Lynch una delle banche d'affari più grandi degli Stati Uniti è stata costretta oggi all'ennesimo annuncio di perdite e svalutazioni. Oggi abbiamo $5,7 miliardi di perdite realizzate per la vendita di alcuni strumenti finanziari (CDO) legati ai mutui subprime a un prezzo che è il 22% del valore originale, ossia una perdita del 78% su un investimento con rating AAA, il massimo possibile.

Sfortunatamente per Merrill Lynch i dettagli che circondano l'annuncio sono addirittura peggiori dell'annuncio stesso:
  1. Merrill Lynch aveva già totalizzato svalutazioni per più di $40 miliardi nell'ultimo anno (dati Bloomberg)
  2. la credibilità dell'azianda e del CEO John Thain sono in caduta libera, visto che per l'ennesima volta annunciano una perdita enorme pochi giorni dopo aver pubblicato i bilanci trimestrali e aver affermato la propria forza patrimoniale
  3. i dettagli sulla vendita dei CDO a un hedge fund annunciata oggi sono piuttosto sospetti e sembrano indicare che la vendita sia stata di fatto un'operazione di comodo ad un prezzo gonfiato. Di fatto Merrill Lynch può perdere ancora fino a $4 miliardi a causa degli stessi CDO, pur avendoli venduti (!). Nel peggiore dei casi l'investimento AAA iniziale può arrivare a perdere il 95% circa del valore.
Ah! ci sono delle nuove azioni Merrill Lynch in vendita, qualcuno ne vuole?

venerdì 25 luglio 2008

Banche USA: Washington Mutual un altro passo verso il fallimento?

Da quando l'ho segnalta nella death watch list la situazione di Washington Mutual (WaMu) è peggiorata significativamente e oggi ha gettato nel panico l'intero comparto finanziario di Wall Street. Tanto per capirci WaMu è la più grande savings and loan (banca specializzata in mutui) degli Stati Uniti con più di 2.000 filiali e $150 miliardi di depositi (IndyMac ne aveva $6 miliardi).

Gli avvenimenti:
La reazione dei mercati sembra essere in linea con le voci che corrono a Wall Street. Sono in pochi ad aspettarsi che WaMu rimanga una banca indipendente ancora per molto, le possibilità sono
  1. una acquisizione da parte di qualche altra banca commerciale, Wells Fargo sembra l'unica soluzione possibile,
  2. un altro fine settimana di lavoro per la FIDC.

mercoledì 23 luglio 2008

Si conosce il sistema bancario è alienato quando...

Mish ha appena pubblicato un altro eccellente post dei suoi, nel quale riassume in 25 punti gli eventi economico-finanziari eccezionali che sono accaduti negli Stati Uniti nel corso della crisi. La conclusione è tanto semplice quanto inquietante:
What cannot be paid back will be defaulted on. If you did not know it before, you do now. The entire US banking system is insolvent.

(Il debito) che non può essere ripagato sarà ripudiato. Se non lo sapevi da prima, ora lo sai. L'intero sistema bancario americano è insolvente.
A chiunque fosse interessato a conoscere l'acb della crisi consiglio di legge l'intero post.

Aggiornamento: nel tentativo di favorire chi non dovesse masticare l'inglese finanziario ho provato a far tradurre il post a Google. Il risultato forse non aiuta a capire la finanza, ma è assolutamente esilarante, attacca così:
Paulson appare sul Volto La Nazione e dice "Il nostro sistema bancario è una cassetta di sicurezza e un suono."

lunedì 21 luglio 2008

Una introduzione alla crisi economico finanziaria

Ieri sera sono stato più o meno incastrato a tenere una presentazione sulla crisi economico finanziaria in un locale di amici. In una due giorni di quasi full immersion ho preparato una breve presentazione che ho usato come traccia per il seminario e che sostanzialmente è una introduzione a quello che sta succedendo e cosa aspettarsi. Nonostante le tre ore di dati e modelli economici i partecipanti si sono dimostrati molto interessati e giustamente allarmati, e mi hanno chiesto di pubblicare le slide. Si tratta di una versione composta di corsa e senza sufficienti fonti, ma è un buon inizio:



Per saperne di più e seguire i prossimi sviluppi come sempre consiglio di seguire i blog nei link sulla barra laterale e presentati nel mini "chi è chi" dei blog finanziari.

martedì 15 luglio 2008

Banche USA fallite: IndyMac subisce un "bank run" post-mortem

IndyMac Bancorp ha smesso di soffrire venerdì 11 luglio subito dopo la chiusura degli sportelli, come ampiamente atteso dai bene informati e dal popolo dei blog finanziari (perfino da questo blog). La FIDC ha sequestrato tutte le proprietà della banca fallita e le ha trasferite a una nuova azienda sotto il proprio controllo che ha il compito di liquidare l'azienda. IndyMac aveva circa $6 miliardi di depositi bancari di cui $1 miliardo di depositi oltre il limite assicurato.

I depositi bancari e i certificati di deposito sono assicurati dalla FIDC per un controvalore fino a $100.000 a persona e continuano a essere disponibili come sempre, ma chiunque avesse fondi in eccesso ha perso, dall'oggi al domani, il 50% della somma non assicurata. Puff, $500 milioni sono andati in fumo.

La cosa bizzarra è che a partire da ieri IndyMac sta subendo una crisi bancaria vecchio stile (a run on the bank) con lunghe code di clienti che vogliono trasferire altrove i proprio risparmi, anche se ormai è troppo tardi per salvare la quota non assicurata e di fatto la nuova IndyMac sotto il controllo delle FIDC è più sicura della stragrande maggioranza parte delle altre banche.

A proposito in Italia i depositi bancari sono assicurati tramite un fondo interbancario di tutela dei depositi per un controvalore di €100.000 a persona a banca. Non ho idea se siano assicurate anche le obbligazioni bancarie.

Il segretario del Tesoro Hank Paulson: "Salvate soldato Freddie (Mac)"

Per Fannie Mae e Freddie Mac le cose sono precipitate così velocemente venerdì scorso da prendere un po' tutti di sorpresa e mettere in subbuglio diversi mercati finanziari. La situazione è diventata così tesa che per tutto il fine settimana il segretario del Tesoro americano Hank Paulson e il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke sono stati impegnati nell'elaborazione di misure straordinarie da annunciare prima dell'apertura dei mercati onde evitare che la tensione sfociasse in vero e proprio panico.

Le misure annunciate, come previsto, consistono in un piano per trasferire sul contribuente americano (il taxpayer) le perdite potenziali dei due giganti quasi-governativi dopo che tutto il sistema finanziario privato ha scaricato su di loro centinaia di miliardi di dollari di mutui a rischio. Il tutto senza che cada una sola testa di dirigente o che gli investitori in mutui a rischio debbano subire il minimo danno. A proposito su $5 trilioni di mutui quanti sono finanziati dalle banche centrali dei paesi emergenti (più il Giappone)? Più di $1 trilione?

E' per questo che il "soldato Freddie" deve essere salvato a ogni costo. Questione di sicurezza nazionale.

giovedì 10 luglio 2008

Breve aggiornamento sulle aziende a diversi stadi di crisi

In poco meno di due settimane dal mio post sulla death watch list di aziende in attesa di implosione (dove imperdonabilmente dimenticavo di includere le due reginette) ci sono state parecchie novità, e una presa di coscienza generale sulla serietà delle condizioni di alcuni dei pazienti più gravi.

Gli aggiornamenti più interessanti:
La vera storia naturalmente è la sorte di Fannie Mae e Freddie Mac per le quali però non esiste alcuna soluzione di collasso controllato. La scelta è tra le varie possibilità di implosione più o meno traumatica per l'economia americana. Tristemente il governo americano e la Federal Reserve sceglieranno la soluzione in assoluto più traumatica, nel tentativo di rimandare di affrontare il problema insolubile di qualche altra settimana o di qualche altro mese.

In questo momento l'unica preoccupazione del governo è di arrivare alle elezioni presidenziali di novembre 2008 con una simulazione di collasso economico controllato e soprattutto prima che i giornali comincino a usare l'espressione "la Seconda Grande Depressione".

lunedì 7 luglio 2008

Fannie Mae e Freddie Mac: i giganti dei mutui "prime" ancora sotto pressione

Quando ho parlato delle aziende a vari stadi di crisi negli Stati Uniti ho dimenticato di citare i due elefanti nel bel mezzo del negozio di cristalli!

Le aziende sponsorizzate dal governo


Fannie Mae e Freddie Mac sono due aziende sponsorizzate dal governo americano (Government Sponsored Enterprises o GSE) che hanno la missione di agevolare la proprietà della casa per i cittadini americani. A questo fine funzionano come mega-finanziare di mutui all'ingrosso che comprano o assicurano dei pacchetti di mutui di alta qualità da banche e finanziare al dettaglio. Poiché le GSE vantano una garanzia implicita del governo americano possono farsi prestare denaro a tassi competitivi rispetto alle finanziarie private e questo vantaggio di tassi normalmente arriva giù giù fino al singolo mutuo. Di fatto uno dei tassi di interesse più importanti per l'economia americana è il tasso prime ossia quello applicato a chi possiede i requisiti minimi per essere finanziato dalle GSE.

L'effetto dell'esistenza delle GSE è quindi un abbassamento artificiale del tasso di interesse applicato alla maggior parte dei mutui grazia alla garanzia implicita del governo che ci si aspetta debba intervenire nel caso che le GSE dovessero fallire, ad esempio sull'onda della crisi immobiliare.

Tanto per dare una dimensione a questi due giganti, insieme finanziano circa $1.650 miliardi di mutui, hanno circa $1.600 miliardi di debiti, il tutto fondato su $50 miliardi di capitale (dati tratti da Google Finance aggiornati al marzo 2008, vedi FRE e FNM). Per chi non è pratico con l'effetto della leva finanziaria basti sapere che una perdita del 3% sul valore dei mutui finanziati è sufficiente a mandare le due aziende in tribunale. E questa è solo la punta dell'iceberg poiché in questo calcolo non sono considerati i mutui assicurati che, sulla base di un eccellente articolo del New York Times, ammontano a $2.100 miliardi per la sola Fannie Mae.

Ancora, come metro di paragone la Federal Reserve stima il debito complessivo delle famiglie legato a mutui immobiliari a circa $10.500 miliardi nel marzo 2008 (vedi Flow of Funds Accounts
of the United States
, pag.8, la colonna Household Home mortgage), quindi la sola Fannie Mae finanzia o assicura poco meno del 30% dei mutui americani!

Ci sono alcuni problemi:
  1. la garanzia è implicita nel senso che non c'è nessun obbligo da parte del governo americano a salvare le GSE in caso di fallimento, e senza la garanzia implicita si tratta solo di due aziende spaventosamente grandi e spaventosamente indebitate
  2. per chi non lo avesse notato il mercato immobiliare americano sta colando a picco con la più autorevole stima dei prezzi delle case, l'S&P Case-Shiller National index, che misura un calo superiore al 15% dal picco raggiunto del 2005
  3. si stima che più di un milione e mezzo di case siano state già pignorate (foreclosed) dalle banche che le stanno vendendo il più rapidamente possibile in un mercato terribile a prezzi inferiori al mutuo residuo, e che molti altri milioni di case saranno pignorate nei prossimi anni
Chiunque sapesse fare due più due sapeva che le GSE sarebbero diventate uno dei problemi senza soluzione della crisi finanziaria già durante il panico dell'agosto 2007, invece per mesi il governo e il parlamento americano hanno cercato di coinvolgere i due giganti nel salvataggio delle finanziarie private, rilassando ulteriormente una serie di parametri finanziari di controllo che già erano eccessivamente lassi.

Oggi improvvisamente gli investitori si sono accorti che le due aziende potrebero trovarsi nei guai. Per dirlo con CalculatedRisk: "La debolezza del mercato immobiliare è una cosa che fa notizia?"

IndyMac comincia a chiudere i battenti


Altra notizia fresca di giornata è che la palma di prima finanziaria di portata nazionale a chiudere i battenti sembra sia stata prenotata da IndyMac Bancorp dopo che l'acquisto di Cowntrywide Financial da parte di Bank of America è stato portato a termine nei giorni scorsi. Le notizie ufficiali parlano di dimezzamento della forza lavoro e la ricerca di un accordo con gli enti di controllo bancario per risolvere il problema di capitalizzazione. Il vento invece porta voci di rilevamento per mano dell'ente federale di assicurazione dei depositi FDIC alla chiusura di venerdì (anche qui e qui). Washington Mutual e Wachovia Bank attendono pazientemente il proprio turno.

In America si usa così, le banche falliscono il venerdì.

mercoledì 2 luglio 2008

Tassi di interesse, la Banca centrale europea e un vicolo cieco

Avanti veloce fino a oggi.

Domani alle 1:45 sarà diffusa la decisione di politica monetaria del consiglio dei governatori della Banca centrale europea. Dopo un anno di annunci sempre uguali e di tassi d'interesse a breve immobili al 4% ci si aspetta un innalzamento al 4,25%. Sembra infatti che Trichet e compagni, stretti tra la crisi finanziaria che porta le banche e i Paesi europei più deboli a implorare tassi più bassi e l'inflazione dei prezzi al consumo al galoppo al 4%, che imporrebbe tassi più alti, abbiano preso una decisione. La BCE ha il mandato di "combattere l'inflazione" e i governatori hanno annunciato nella maniera più esplicita possibile che alzeranno tassi nonostante le critiche.

Per ora mettiamo da parte il fatto che per soddisfare a pieno questo fantomatico mandato di "combattere l'inflazione" la BCE potrebbe semplicemente smettere di stampare banconote e magari chiudere i battenti. Come vedremo infatti, la scuola economica austriaca mostra chiaramente che l'imposizione a una economia di una moneta legale, come l'Euro, ha il solo scopo di permettere alla banca centrale di creare inflazione monetaria e di controllare chi ne tragga beneficio. Per ora ho solo il primo tassello: l'origine del denaro.

Dunque, la BCE si preoccupa dei prezzi al consumo che sono spinti verso l'alto principalmente dal costo delle materie prime che, in crescita anche prima dell'inizio della crisi finanziaria, adesso stanno letteralmente esplodendo. Ma per quale meccanismo un aumento dei tassi d'interesse dovrebbe abbassare il presso delle materie prime? Il meccanismo solito è che l'innalzamento dei tassi d'interesse rallenta le rotative della BCE che stampano gli Euro, ma a giudicare dalle statistiche della BCE stessa le rotative (M1 nella figura in basso) sono praticamente ferme dal Giugno 2007!


La base monetaria M1, composta dagli Euro in circolazione e dai depositi bancari, è immobile poco sopra i 3.800 miliardi da un anno. Le altre misure della base monetaria, M2 e M3, sono in forte espansione, ma contengono componenti che non sono equivalenti al denaro e che normalmente crescono in momenti di crisi.

Non è affatto chiaro cosa abbiano in mente alla BCE, ma proviamo a raffiguraci i due scenari possibili sulla base delle aspettative degli investitori e dei livelli dei principali mercati che sarebbero influenzati dall'azione della BCE:
  1. il cambio Euro su dollaro è a 1,587 molto, molto vicino al record assoluto di 1,60 stabilito ad aprile,
  2. il petrolio ha chiuso oggi stabilendo il record assoluto di $143,57 al barile,
  3. gli indici principali degli Stati Uniti hanno chiuso a circa 20% di perdita rispetto ai picchi stabiliti a ottobre 2007, e si trovano tutti in condizioni tecniche estremamente precarie, gli analisti di diverse banche d'affari hanno dato voce ai timori di un crollo imminente.
Scenario numero uno: la BCE alza effettivamente i tassi al 4,25%, come previsto dai più e temuto da quasi tutti, il dollaro scende in maniera decisa, per reazione il prezzo del petrolio, espresso in dollari, schizza verso l'alto e i mercati americani precipitano nell'abisso, seguiti dai mercati mondiali a stretto giro di posta. Poiché una delle spinte verso l'alto del prezzo del petrolio è la mancanza di fiducia verso gli strumenti finanziari espressi in dollari, è probabile che anche il prezzo del petrolio espresso in euro finisca per salire. In tutto il mondo si inscenano manifestazioni spontanee di protesta contro la BCE durante le quali si bruciano bambole con l'effige di Trichet.

Scenario numero due: la BCE terrorizzata dalla prospettiva dello scenario numero uno lascia i tassi al 4%, sorprendendo tutti dopo il tam-tam sull'annunciato del rialzo, il dollaro esplode verso l'alto, il petrolio crolla e i mercati americani rimbalzano seguiti da quelli mondiali che festeggiano sia i tassi che il crollo del petrolio. Il prezzo del petrolio anche espresso in Euro scende. Trichet è proclamato eroe nazionale in una decina di Paesi e la BCE non sarà mai più presa sul serio quando pre-annuncia una decisione di politica monetaria.

Per il momento, restiamo tutti in attesa che lo spettacolo si compia.