sabato 14 marzo 2009

Il sistema delle riserve frazionarie spiegato da Karl Denninger

Karl Denninger di Market Ticker (en) è uno dei blogger più acuti tra quelli che seguo regolarmente, anche se usa toni, linguaggio e persino una presentazione grafica piuttosto estremi sono in pochi al mondo a potersi vantare di aver avuto ragione in maniera altrettanto puntuale e consistente per tutta la durata della crisi. Oggi ha pubblicato un eccellente articolo sul funzionamento del sistema bancario con riserve frazionarie con l'obbiettivo di chiarire una volta per tutte la madornale confusione su cosa sia veramente il fractional reserve bannking e cosa implichi realmente in un sistema finanziario.

Mi piacerebbe tradurne buona parte, ma come si sarà capito dalla mia assenza piuttosto prolungata la vita reale, lavorativa e non, ha preso nuovamente il sopravvento e non me lo posso proprio permettere. Posso solo limitarmi a invitare le persone interessate all'argomento e che leggono l'inglese a prendersi il tempo per leggerlo con calma e meditarlo. Ho i miei distinguo rispetto ad alcuni dettagli e a un punto significativo, ma è una delle cose più chiare e corrette che si trovano in giro. Per chi fosse interessato all'argomento ho affrontato la questione delle riserve frazionarie, su sollecitazione di Andrea, anche nei commenti al mio post Volker: la crisi può essere peggiore della Grande Depressione.

3 commenti:

andrea ha detto...

Caro Alessandro
Continuo a ringraziare per le note che fornisci, ho letto il blog suggerito e, per fortuna non trovo discordanza tra quanto so, o credo di sapere, e quanto li riferito.
Credo però necessario un chiarimento in merito.
Io non mi annovero tra coloro che definiscono una truffa il sistema dei depositi frazionati, anzi, riconosco al sistema bancario il merito di fare da tramite alle due esigenze contrapposte legate al credito:
chi deposita vuole poter disporre del proprio denaro nei tempi e quantità desiderati.
Chi chiede finanziamenti chiede un piano di restituzione a lunga scadenza, perfettamente definito nei tempi e nelle quantità.
Detto questo però c’è un “ma”….
Supponendo una “leva” di 1 a 10 (ma ricordo che si è arrivati anche a 1 a 50) io deposito 1000 e la banca (o il sistema bancario in toto, oppure col “trucchetto” di cui ho già parlato) può imprestare fino a 9000.
A me da lo 0,5% su 1000 = 5 ai creditori chiede minimo 6% su 9000 =540.
Il “guadagno” della banca è 539,5 fatto grazie al mio deposito di 1000.
Questa è la chiave di tutta la mia osservazione.
Ovvio che la banca realizza tale “guadagno” solo e se una massa di gente si reca a chiedere prestiti.
I prestiti non li può imporre, deve aspettare che qualcuno li chieda.
E qui siamo al punto. Un simile “ricarico” è una istigazione a delinquere. Ecco che le banche faranno di tutto per far si che la gente, le istituzioni, tutti, chiedano soldi e si indebitino.
E non dirmi che è difficile convincere la gente. La cosa peggiore che permette di far fare alle persone le cose più idiote è “ma è dimostrato praticamente che funziona….”. Già, “praticamente”, ma nessuno ti dice mai, fino a “quando”. E così nascono i casi Madoff, ma anche più semplicemente e diffusamente la convinzione che grazie al credito si possa avere tutto e subito.
Sul mercato, tanti soldi fanno lievitare i prezzi, ma guarda caso, non lievitano i prezzi del pane, ma quelli degli “investimenti” per le ragioni che in clima di generale inflazione a rimetterci sono i creditori, e questo sarebbe sconveniente per le banche, ed in secondo luogo perché tali prestiti devono esser garantiti da qualche bene reale.
Avremo così il credito immobiliare inondato di soldi che fa lievitare i prezzi, banche che concedono prestiti a 30 o 40 anni, persone schiavizzate per tutta la vita, che pagano quello straccio di casa anche 3 volte, e che se per caso, dopo 10 anni si accorgono di non poter più pagare perdono tutto, perché in tale periodo hanno pagato praticamente solo interessi.
Quindi tanto “credito” è in effetti un’arma impropria usata contro i più deboli della società.
Ma c’è di più. Abbondanza di liquidità porta le banche, in mancanza di meglio ad acquistare titoli di stato, e finanziare così il debito pubblico. Se c’è qualcosa di amorale è proprio il debito pubblico finanziato dal sistema bancario.
Primo perché il contribuente è costretto a versare continuamente un contributo a tale sistema bancario, che, come ho già detto, non fa alcuno sforzo, nessun sacrificio per generare quella liquidità che gli rende così bene, e questo per avere delle “opere” che se fatte solo qualche anno dopo costerebbero la metà o meno, ma perché crea un legame incestuoso tra stato e sistema bancario, in cui il primo è succube del secondo perché ricattato nella sua necessità di finanziare il proprio debito.
Non stupiamoci se in questa crisi la maggior parte dei soldi spesi dai governi sono andati alle banche, il loro ricatto nei confronti del debito pubblico continuamente da rifinanziare non è eludibile.
Mi fermo qui, ma ci sarebbero altre situazioni degne di nota, ma l’intervento diventerebbe troppo noioso, anche perché queste sole due note ti spiegano bene perché io abbia delle remore nei confronti di tale sistema.
Non per il sistema in se, ma per cosa gli ruota attorno … è come il nucleare, non è lui buono o cattivo, bello o brutto, è l’uso che se ne fa, e, conoscendo gli uomini, vien da pensare che meno armi gli uomini hanno in mano, meno danni fanno.

andrea ha detto...

Forse mi sono perso qualcosa per strada, ma, pur essendo contento che il piano Obama abbia scatenato tanta euforia, non penso di aver capito il senso di questa super manovra, e, soprattutto come possa risolvere la crisi. E mi spiego.
Invece di acquistare i famosi asset tossici che non si capisce bene se siano nel capitale di garanzia o nella riserva, la FED, finanziata eventualmente con emissione di bonds da parte del tesoro (tanto per dividere equamente il carico), avesse semplicemente garantito qualsiasi tipo di insolvenza, sia verso altre banche, sia eventualmente verso il pubblico, stesso discorso per AIG, accumulando quanto erogato su e calcolandoci sopra un interesse pari al tasso di sconto fino alla restituzione, anche fatta gradualmente, non sarebbe stato più semplice ed anche più economico?
Perché ricostituire i capitali a spese dei contribuenti ?
Come misura aggiuntiva si sarebbe potuto vietare distribuzione di dividendi agli azionisti e bonus o premi ai dipendenti, fino alla completa restituzione di quanto avuto.
Una volta garantiti contro l’insolvenza, il ricostituirsi il capitale sarebbe quindi stato compito della banca stessa.
Ma vediamo il secondo punto.
La crisi è stata causata dalla cessione della responsabilità sui prestiti da parte delle banche ai possessori dei famosi certificati più o meno tossici, dentro cui impacchettavano i crediti per rivenderli sul mercato.
Privati, aziende, anche stati, si erano abituati a crediti estremamente facili, mutui che coprivano addirittura più del 100% del valore di quanto acquistato, e via dicendo.
Ora delle due l’una. O si vuole permettere alle banche di continuare questo giochetto disastroso e finire velocemente in una prossima crisi, o si vuole riresponsabilizzare le banche costringendole a mantenersi il rischio legato ai prestiti concessi.
In questo secondo caso, si tornerebbe alla gestione precauzionale tipo 15 anni fa. Ma i creditori, abituati al credito facile, non vedrebbero risolto il loro problema.
Pertanto la situazione di crisi dell’economia non verrebbe toccata minimamente.
Ripeto, mi sono perso qualcosa ???

andrea ha detto...

Inoltre non ho sentito nemmeno un bip riguardo ai CDS che, concepiti come sono attualmente sono un’autentica istigazione a delinquere, o almeno a far volgere nel peggior modo possibile, ogni forma di credito.
Ripeto, mi sono perso qualcosa ???