martedì 8 dicembre 2009

Grecia: rischio di default sul debito pubblico, è una cosa seria?

Dopo il breve panico finanziario acceso nel Golfo Persico, e di cui abbiamo parlato in Dubai Holding fa paura dopo il default di Dubai World, i mercati del credito si trovano ora a fronteggiare una nuova crisi di confidenza centrata sul rischio di default sul debito pubblico. E questa volta si tratta di un a Paese occidentale e addirittura interno all'Unione Europea: la Grecia.

Chi ci segue non sarà sorpreso di scoprire che l'Europa ha numerosi scheletri nell'armadio nella forma di Paesi che hanno seri problemi di gestione del debito pubblico, se ne è parlato ampiamente già da novembre dell'anno scorso:
Ai problemi cronici dei cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) si sono aggiunte prepotentemente l'Irlanda e in maniera meno plateale anche l'Austria. In proposito è molto interessante il rapporto trimestrale di CMA sulla probabilità cumulativa di default dei titoli di Stato di tutto il mondo elaborato a partire dal valore di mercato dei Credit Default Swaps.

Ora la debolezza del governo greco comincia a preoccupare seriamente, soprattutto perché il debito pubblico greco stato declassato a BBB+ da Fitch, la più piccola delle tre agenzie di rating semi-monopoliste, ed è stato messo in revisione da parte delle altre due. Questa mattina la probabilità cumulativa di default è di oltre il 16% nei prossimi 5 anni (come termine di paragone l'Italia è data intorno al 6%, mentre Germania e Stati Uniti intorno al 2%).

Allo stato attuale non so giudicare il rischio di un evento di default imminente, come nel caso di Dubai World, ed è interamente possibile che si tratti di un semplice riprezzamento del rischio simile a quello che è avvenuto ad esempio per Argentina, Lituania e Islanda diversi mesi fa senza che il default si materializzasse nell'immediato.

Come italiani, abbiamo tutto l'interesse a seguire con attenzione quello che succede ad un membro dell'Unione Europea e dell'euro in difficoltà finanziarie, può tornarci utile.

2 commenti:

Americo ha detto...

Mi sembra che anche in Italia non tiri aria tanto buona. Basta guardare ad alcuni aspetti della situazione che ci circonda: a cominciare da una mini-finanziaria (di Tremonti = centro-destra, Lega compresa) che non esita a mettere le mani sui fondi TRF. Una scelta forse anche discutibile - ma comunque accompagnata da effetti psicologici devastanti (non solo nell'elettorato di sinistra, ma anche in quello della Lega ed in ampie fasce del PdL), una scelta che dimostra, a mio avviso, quanto Tremonti debba essere disperato. Di fatto si deve poi constatare che lo Stato non solo non riesce a fare praticamente niente per le piccole e medie imprese - ma che anzi contribuisce attivamente a mandarne un numero imprecisato in fallimento non pagando loro quanto gli deve: lo Stato italiano si sta di fatto comportando - in moltissimi casi - come un cliente insolvente. Anche qui, in zona Varese-Novara, si sente dire che lo Stato (comune, provincia o regione che sia) sta cominciando a non pagare degli stipendi (ad es. in un ospedale). Non penso sia opportuno generalizzare - ma gli "scricchiolii" si sentono sempre piú spesso: e parlano una lingua molto piú cruda di quella dei bei salotti mediatici.
Se questa è la base - non penso sia ipotizzabile che le prospettive a medio termine possano volgere al meglio.
Vedo anzi nubi molto nere all'orizzonte - o meglio: penso che stiano per venire al pettine dei nodi drammatici e assai difficili da sciogliere, per di piú in un contesto internazionale tutt'altro che confortante... al di là di tutto l'ottimismo di maniera.
E cosa farà (o potrà fare) il governo italiano per evitare un eventuale default?

Alessandro ha detto...

Ok, oggi è il turno della Spagna:

Spain's outlook cut to negative by S&P

Non è ancora un downgrade del rating "AA+", ma salvo novità il downgrade sembra probabile.