lunedì 17 novembre 2008

Default sul debito pubblico italiano e uscita dall'euro, può accadere veramente?

La risposta breve è: sì, può accadere veramente, ma per il momento il rischio non sembra imminente.

Per la risposta lunga partiamo da due commenti di un utente anonimo al post precedente:
anonimo, 13 novembre, 2008 11:53 ha detto...

Non capisco perché duecents (Stand) ritenga più probabile il collasso del sistema bancario di Austria o Grecia o Irlanda o Spagna piuttosto che il default dell'Italia o l'uscita dell'Italia dall'Euro [vedi il commento di Stand a "Salva le Banche, Salva il mondo"]. ...

anonimo, 15 novembre, 2008 02:40 ha detto...

... Consolidare il debito pubblico e ripartire: come dopo un fallimento, appunto. Ci rimetterebbero solo coloro che hanno prestato i loro soldi senza fare attenzione a chi li stavano prestando. E poi, soprattutto, mi interessava sapere cosa ne pensi tu e quante probabilità vedi che l'evento si possa verificare. Nelle ultime settimane ne hanno parlato oltre al solito Ambrose Evans Pritchard (uscita dall'euro) ed anche (preoccupante!) John Mauldin (solo di sfuggita) e Niels Jensen.
Procediamo con ordine.

Intanto va separata la possibilità di collasso del sistema bancario dal collasso del sistema di finanziamento pubblico. Ad esempio in Islanda sono fallite le banche più grandi del Paese, ma il debito pubblico non è in default. Mi sembra chiaro che Stand pone l'accento sulla condizione del sistema bancario. Ovviamente sistema bancario e finanza pubblica sono legate indirettamente, poiché più misure prende un governo per trasferire le perdite del proprio sistema bancario sul contribuente (garanzie dei depositi e dei prestiti interbancari, nazionalizzazioni, prestiti della banca centrale con garanzie insufficienti, etc) e più aumenta la probabilità che il collasso del sistema bancario di un Paese inneschi il collasso del debito pubblico. Quindi un Paese come l'Italia che ha un debito pubblico eccessivo ha meno possibilità di aiutare il proprio sistema bancario.

Non so quali parametri usi Stand per prevedere "quale di questi 4 paesi che usano l'euro collasserà per primo", ma immagino che gli elementi da considerare siano: dimensione del debito bancario, esposizione delle banche ai mercati finanziari maggiormente in crisi, esposizione del sistema economico nazionale alla recessione globale e dimensione del debito pubblico.

Dimensione del debito bancario

Un buon punto di partenza per capire la dimensione del problema nel sistema bancario Paese per Paese è un eccellente articolo di Floyd Norris sul New York Times del 10 ottobre 2008: The World’s Banks Could Prove Too Big to Fail — or to Rescue (en) dal quale ho tratto il grafico sotto:


Quello che conta è la dimensione del cerchio celeste, la dimensione del debito a breve termine del sistema bancario di un Paese in rapporto al PIL. Ad esempio
  • il sistema bancario belga ha debito che ammontano al 285% del PIL e leva finanziari di 33. Fortis, la più grande banca belga è collassata a fine settembre ed è stata nazionalizzata con l'aiuto di Olanda e Lussemburgo (Paesi con forte esposizione al suo debito).
  • il sistema bancario svizzero è al 260% del PIL e leva finanziaria di 29. UBS, una delle banche più grandi del mondo, è stata parzialmente nazionalizzata.
  • l'intero sistema bancario islandese è collassato.
  • il sistema bancario britannico con il suo rapporto debito/PIL di 156% e leva di 24 ha visto 2 nazionalizzazioni di banche relativamente importanti, acquisizioni forzate e la parziale nazionalizzazione di Royal Bank of Scotland, una delle banche più grandi al mondo.
  • e poi ci siamo noi con il nostro 86% di rapporto debito bancario su PIL. Se ci salveremo sarà per via la leva finanziaria di 12, tra le più basse al mondo. E qui la parola chiave è "se".
  • è da notare che secondo questi parametri il sistema bancario degli Stati Uniti risulta di gran lunga tra i più solidi del mondo! E invece l'intero sistema finanziario americano è sostanzialmente nazionalizzato e totalmente dipendente dagli aiuti di Stato. Una delle ragioni di questa anomalia è probabilmente negli Stati Uniti gran parte del sistema finanziario composto da aziende che non sono formalmente delle banche.

Esposizione delle banche ai mercati finanziari in crisi

Un altro parametro è l'esposizione a mercati finanziari in fase di collasso, per quello che ne so:
  • Regno Unito, Irlanda e Spagna hanno avuto bolle immobiliari addirittura più grandi di quella americana, e i vari sistemi bancari sono esposti al collasso del mercato immobiliare
  • le banche inglesi hanno investito nei Paesi Emergenti in Asia, le banche spagnole hanno investito in America Latina e le banche austriache e in parte italiane hanno investito nei Pesi dell'Est Europa. Quella che ormai si preannuncia come una recessione mondiale ha già fatto collassare i mercati finanziari dei molti Paesi Emergenti e non è chiaro quanto vicino sia il fondo.
In effetti per quanto sorprendente l'affermazione di Stand che il sistema bancario austriaco sia messo peggio del nostro potrebbe basarsi sulla forte esposizione, l'85%, ai mercati dell'est Europa (en).

Esposizione dell'economia alla recessione globale

La recessione economica che ormai attanaglia quasi tutte le economie occidentali indebolisce i profitti delle banche anche nel settore più tradizionale e sicuro dei servizi bancari nazionali attraverso l'aumento dei fallimenti societari. Soprattutto le economie basate sull'export di beni e servizi "di lusso" dovrebbero risentirne.

Debito pubblico e debito estero

Altri parametri da valutare sono la dimensione del debito pubblico di un Paese e la quantità di debito estero, ossia debito finanziato da stranieri. Avere dati aggiornati sulla dimensione e sulla struttura del debito di un Paese è molto difficile perché in quest'ultimo anno e in particolare in questi ultimi mesi la struttura del sistema finanziario dei paesi occidentali ha subito cambiamenti radicali e straordinariamente veloci. Poiché la stragrande maggioranza dei dati ufficiali si riferiscono nel migliore dei casi al 2007 qualsiasi analisi comparativa rischia di essere fuorviante.

E quindi?

L'Italia è considerato uno dei Paesi europei più a rischio per quello che riguarda la recessione economica e la possibilità di default sul debito. D'altra parte ha uno dei sistemi bancari più arretrati e sclerotizzati (che in questo caso è risultato un vantaggio) e quindi meno esposti sui mercati in fase di collasso. D'altra parte l'Italia è molto esposta al rischio di una recessione economica severa.

Fare un bilancio di tutti i vari fattori e stabilire una probabilità di rischio di collasso del sistema bancario non è affatto facile e c'è gente che paga belle cifre alle banche d'affari per avere in anteprima studi di questo tipo. Io non ho dati e strumenti sufficienti per fare un'analisi del genere. A scopo orientativo posso azzardare le valutazioni che seguono:
  • il rapporto debito bancario su PIL è tra i più elevati d'Europa - MALE
  • la leva finanziaria del sistema bancario italiano è una delle più basse al mondo - BENE (bene per le banche, perché la leva bassa si spiega con leggi che garantiscono le banche a scapito di risparmiatori e investitori, ma questa è un'altra storia)
  • in Italia abbiamo avuto una bolla immobiliare nella media e i criteri di assegnazione dei mutui sono rimasti relativamente stringenti - BENE
  • le banche italiane, con l'eccezione di Unicredit, non hanno grosse esposizioni a mercati esteri - ABBASTANZA BENE
  • l'economia italiana è fortemente sbilanciata nella produzione di beni e servizi "di lusso" e a basso contenuto tecnologico (turismo, moda, cibo, etc), quindi è fortemente esposta a una recessione lunga e severa - MALE
  • il debito pubblico italiano è tra i più alti al mondo e i tassi si titoli italiani sono già sotto pressione - MOLTO MALE
  • sembra che la maggio parte del debito pubblico sia finanziato internamente e la quota di debito estero dovrebbe essere bassa - BENE
  • il 60% del debito pubblico era detenuto da stranieri a fine 2007 - MALE
La mia impressione è che il sistema bancario italiano abbia assorbito relativamente bene il colpo della crisi finanziaria, ma sia l'economia che le banche sono relativamente più esposte alla crisi economica. E a causa dell'elevato debito pubblico, qualsiasi errore nel affrontare l'evoluzione della crisi da parte del governo rischia di innescare la fuga di capitali fuori dall'Italia e il conseguente collasso del sistema finanziario pubblico. Per il momento siamo ancora al primo atto e altri Paesi sono al centro dell'attenzione, meglio fare attenzione ai dettagli della trama, perché una volta iniziato il secondo atto i riflettori rischiano di esserci addosso molto presto.

Per concludere, Karl Denninger dice di tenere d'occhio l'Irlanda, attentamente.

Aggiornamento: come segnalato da Umberto nei commenti il debito esstero italiano è decisamente alto al contrario di quello che mi sembrava di ricordare. Nota per sè stesso: "controlla sempre le fonti!"

Aggiornamento: sembra che a puntare il dito in direzione dell'Irlanda cominciano ad essere in parecchi.

5 commenti:

Anonymous ha detto...

ciao!
Faccio una precisazione: il debito pubblico italiano e' per oltre il 55% in mano estera e non italiana. E' questo non e' assolutamente positivo.
Umberto

Alessandro ha detto...

Woops! L'idea che il debito pubblico sia principalmente interno in effetti non mi ricordo da dove mi arrivi. Potrebbe essere stato un sentito dire! Ouch! Non c'è niente di peggio che pubblicare una idiozia banale per perdere di credibilità.

Qualcuno ha un link da cui ottenere i dati aggiornati? Umberto?

Alessandro ha detto...

Ok, trovato. Grazie Umberto.

Pancho ha detto...

...in un intervista di Padoa-Schioppa:


D: "Ma, che cosa intende sotto "nuovo ordine monetario mondiale...:
R: "Per ora, non posso dire niente"

http://www.wiwo.de/finanzen/zerstoererische-freiheit-377903/3/

P.S.:
http://translate.google.com/translate_t#

P.P.S.:
Seen on "Globo-TV"...:
http://www.pkarchive.org/theory/coyle.html

P.P.P.S.:
"A proposta da Taxa Tobin inspirou a criação da ATTAC, em 1997, por Ignacio Ramonet, diretor do jornal francês Le Monde Diplomatique."


Hasta, Pancho

Anonymous ha detto...

Posso dirti da dove, probabilmente, ti viene l'idea che siano gli italiani a possedere gran parte del debito pubblico italiano: era cosi prima delle 'lacrime e sangue' per entrare nell'euro. Qunado c'rano i Bot-people (anni '80 primi 90).
Quando i rendimenti sono scesi e la gente e' andata in borsa (inizio bolla) la quota e' molto diminuita.