domenica 22 febbraio 2009

Volker: la crisi può essere peggiore della Grande Depressione

Ok, finalmente lo ha detto qualcuno, e qualcuno di pesante. Da ora posso finalmente parlarne senza rischiare di venire accusato di disfattismo: questa crisi potrebbe essere peggiore della Grande Depressione (en).

Chi?

Paul Volker (en) è stato a capo della Federal Reserve tra il 1979 e il 1987 ed è considerato colui che ha riportato il sistema monetario americano alla normalità dopo l'abbandono del gold standard nel 1971 e l'inflazione a due cifre degli anni settanta e ottanta. Paul Volker è l'unica persona vagamente ragionevole nel intero settore economico e finanziario dell'amministrazione Obama e per questo è stato immediatamente marginalizzato dai vari Geithner e Summers (en) che invece sono gli alfieri del sistema finanziario morente.

Cosa?

Come riportato dalla CNBC Volker dice:
"I don't remember any time, maybe even in the Great Depression, when things went down quite so fast, quite so uniformly around the world''

"Non ricordo alcun tempo, probabilmente neppure durante la Grande Depressione, quando la situazione è precipitata così rapidamente e uniformemente in tutto il mondo"
E, dall'alto dei suoi 82 anni, il ragazzo ricorda parecchio.

E quindi?

Sfortunatamente col passare del tempo e soprattutto con la sempre più evidente totale incapacità dei governi di capire e rispondere alla crisi questo scenario sta guadagnando punti. Per il momento non è ancora il mio scenario più probabile, ma dal 2007 ad oggi è costantemente avanzato nella mia lista di futuri possibili.

In sintesi lo scenario è il seguente: il parallelo col 1929 si applica alla perfezione al 2001, implosione della bolla dei mercati azionari e del debito aziendale, contagio internazionale, depressione economica, deflazione, etc. Invece nel 2002 i Bush e i Greenspan del mondo hanno rilanciato e per contrastare il crollo della bolla speculativa azionaria hanno intenzionalmente spinto la società americana a partecipare in massa all'unica bolla speculativa abbastanza grande da poter temporaneamente rilanciare i mercati finanziari, quella immobiliare. E la frenesia speculativa ha contagiato quasi tutti gli altri Paesi e ha raggiunto scala mondiale tanto che addirittura le banche centrali dei Paesi emergenti hanno partecipato in massa (tramite le obbligazioni di Fannie e Freddie). Dunque assumendo che i politici non abbiano imparato nulla dalla storia, a partire dal 2001 avremmo dovuto avere l'equivalente della Grande Depressione e il costo per aver rimandato l'inevitabile di nemmeno 10 anni sarà inevitabilmente qualcosa di peggiore della Grande Depressione.

Il grafico del debito totale negli Stati Uniti come percentuale del PIL racconta questa storia in maniera estremamente suggestiva.

Si noti che:
  • la Federal Reserve è stata fondata nel 1913, poco prima dell'inizio di questo grafico e giusto in tempo per poter essere additata come causa scatenante dell'orgia di debito che ha portato alla Grande Depressione,
  • l'origine della crisi attuale è da ricercare all'inizio degli anni ottanta quando il rapporto debito su PIL ha iniziato la folle corsa che lo ha portato nel 2003 a superare il record stabilito 70 anni prima,
  • buona parte del crollo della quantità di debito dal '33 al '50 non è dovuto al fatto che i debitori hanno ripagato i propri debiti, ma al fatto che li hanno ripudiati, tramite default diretto o inflazione.
Che ci piaccia o no, si tratta di uno degli scenari sul tappeto. Adesso che Volker lo ha evocato sarebbe bene discuterne con serietà e misurare quanto sia realistico o irrealistico e perché. Al momento non vedo nulla che lo escluda a priori, al contrario.

16 commenti:

andrea ha detto...

grazie alessandro, innanzitutto per esser così attento alle notizie "sensibili".
lo screening continuo che, per lavoro o per hobby fai della stampa internazionale, è un valore indiscutibile.
ora però, che una voce autorevole ha confermato quel che avevamo già, nel nostro piccolo rilevato, resta la domanda sul "che fare".
direi che modi i possibili per fare cose sbagliate, sono infiniti, o quasi, per fare quelle giuste, molti meno.
quando si dice che l'origine dell'attuale crisi sta nell'espansione pressocchè incontrollata del credito, si dice una cosa che ritengo giusta, ma incompleta.
la parte che sento dire meno, è ch etale credito è stato raccolto da poche mani, e sottratto in continuazione al flusso dei consumi.
in parole povere sono stati creati enormi capitali in cerca di investimenti remunerativi.
questa la ragione per cui con l'aumento della dispoinibilità non è cresciuta di pari passo l'inflazione.
non è cresciuta di pari passo la disponibilità di merci, ma nemmeno la disponibilità ad acquistarle.
io insisto sul fatto che se questa è l'origine di questa crisi, l'unica cura accettabile consiste nello sterilizzare tali capitali, senza diminuire la quantità di ricchezza destinata ai consumi.
questo dovrebbe esser secondo me l'obiettivo delle manovre, non quello di favorire la convenienza ai consumi quando ormai la sensazione è quella di consumare il necessario, non il conveniente.
infatti la liquidità non arriva a chi la vorrebbe, e chi la potrebbe avere, non la richiede.
inoltre, altro errore grossolano, è cercare di stimolare consumi a credito, quando è proprio il credito che ha azzerato la voglia di consumi.
tu che azioni vedresti "corrette" nell'attuale situazione ??

andrea ha detto...

appurato che cercare di seguire le orme del '32 non porterebbe ald alcun risultato senza quella che fu la vera "correzione", e cioè la 2°ww.
almeno da questo punto di vista mi auguro che i nostri governanti, non cerchino di seguire tale traccia.

Alessandro ha detto...

andrea: "quando si dice che l'origine dell'attuale crisi sta nell'espansione pressocchè incontrollata del credito, si dice una cosa che ritengo giusta, ma incompleta."

Troppo credito e troppo debito. Vanno sempre insieme. Il tronco su cui si innestano i mille rami della crisi è quello.

andrea: "la parte che sento dire meno, è ch etale credito è stato raccolto da poche mani, e sottratto in continuazione al flusso dei consumi."

Attenzione! Non è stato sottratto nulla ai consumi in generale, investire dei capitali significa lasciare che qualcun altro consumi al tuo posto. Questo qualcun altro può essere l'idiota che ti sgassa davanti col SUV comprato a rate (che tu hai inconsapevolmente finanziato acquistando obbligazioni Unicredit) o il brillante sviluppatore che sta scrivendo il software che tra dieci anni ci cambierà la vita (che tu hai finanziato, sempre inconsapevolmente, con il tuo fondo "Startup tecnologia Europa").

Investire non è mai "sottrarre al flusso dei consumi", magari può essere sottrarre ai "consumi privati" per dare a quelli "aziendali", ma questa è roba da anni '90. Nel 2000 la bolla del debito si è alimentata principalmente di credito al consumo e immobiliare che poi è la stessa cosa perché altrettanto improduttivo.

andrea: "in parole povere sono stati creati enormi capitali in cerca di investimenti remunerativi."

Questo è IMHO esattamente la radice del problema. Troppi capitali a caccia di troppo pochi investimenti realmente remunerativi.

Per capire dove abbiamo sbagliato bisogna trovare esattamente il significato delle parole "troppi capitali" e "sono stati creati". Come è possibile che scelga di risparmiare "troppo"? E se non potessi scegliere? E chi li ha creati questi enormi capitali? Come ha fatto? Come è possibile che lo abbiamo lasciato fare?

E da lì si può cominciare a cercare la soluzione.

Io una mia idea su cosa sia alla base della crisi attuale e come evitare di ripeterla nel lungo periodo ce l'ho, ma è tanto politicamente scorretta che ad averne parlato a mia moglie ho rischiato il divorzio.

Si parte da Il segreto del sistema finanziario.

andrea ha detto...

sei molto chiaro, Alessandro, e trovo bellissimo confrontarmi con te, perchè mi da modo di rendere sempre più chiare le mie convinzioni.
ora vorrei meglio specificare quanto detto sopra.
sono perfettamente d'accordo che a un debito corrisponde un credito, anche se il prezzo di un debito può esser molto diverso dallo "sforzo" per creare un credito.
se io risparmio e accumulo un capitale, ho la possibilità di offrire credito, e tale possibilità mi è "costata"uno sforzo, un sacrificio.
se una banca "crea" un capitale con i depositi frazionati, e lo offre in credito, di sforzo non ne ha fatto alcuno.
ambedue i crediti però vengono ripagati nello stesso modo.
quindi c'è uno sbilanciamento tra i due tipi di credito che incoraggia il secondo, penalizzando il primo.
è qui, che con la leva fiscale, o tramite restrizioni o limitazioni, la banca centrale dovrebbe intervenire.
il debito.
una abitazione, dovrebbe rappresentare un COSTO non un investimento, distinguendo i tre casi
abitata dal proprietario= rivalutazione del capitale e piccolo costo.
affittata= rivalutazione del capitale e piccolo guadagno (dell'ordine di poche unità percentuali).
tenuto libero= costo, rivalutazione al di sotto della svalutazione.
queste condizioni andrebbero realizzate tramite la politica fiscale.
investimenti speculativi dovrebbero esser antieconomici con capitali presi in prestito.
investimenti in produzione di beni o servizi dovrebbero ripagare il debito e dare guadagno se tali beni o servizi avessero mercato, ovvero fossero richiesti.
prestiti personali, solo nella misura in cui la restituzione del debito rappresenta un costo inferiore all'avanzo medio tra reddito e spese.
ecc.....
in parole povere, il credito dovrebbe servire SOLO ad alimentare miglioramenti di vita privati o collettivi, non a riversarsi come un peggioramento di condizioni sulla collettività.
a questo dovrebbe provvedere la politica fiscale.
tanto per fare un esempèio di ciò che non dovrebbe convenire:
prendere soldi a prestito per comprare dei futures e far aumentare il costo delle materie prime.
prendere soldi a prestito per comprare immobili e surriscaldare così il mercato, a prescindere dall'uso che si fa dell'immobile stesso.
ecc....
credi che sarebbe così difficile ??? o è proprio solo la volontà di farlo, che manca.

andrea ha detto...

scusa, ho dimenticato un punto.
se un prestito fatto per acquistare una abitazione, la acquista ed il ricavato viene intercettato prevalentemente dal costruttore, e secondariamente da coloro che hanno costruito l'immobile, tale prestito finirà in piccola parte ai consumi e prevalentemente ad aumentare il capitale del costruttore.
se un prestito permette l'avvio di una attività in cui l'imprenditore sequestra buona parte del ricavato e solo una piccola parte va a compensare chi produce i beni, solo in piccola parte torna ai consumi, ed una parte va a formare capitale, ecc...
ecco, quanto sostengo è che se il credito erogato, magari "senza sforzo", va a formare essenzialmente capitali che poi, per poter essere remunerati finiscono in attività speculative che PEGGIORANO l'economia della collettività, allora c'è del marcio nel meccanismo, che andrebbe corretto.
e dal mio punto di vista, volendo, ci sarebbero diversi livelli ai quali operazioni simili potrebbero esser impedite, o almeno pesantemente scoraggiate.

Alessandro ha detto...

andrea: "se una banca "crea" un capitale con i depositi frazionati, e lo offre in credito"

Una banca non può in nessun caso creare credito!!

Su questa cosa delle riserve frazionarie si leggono in giro le peggiori stupidagini ed è normale che crei molta confusione (a me non piacciono nemmeno alcune delle cose scritte da Stand!), quindi fammela spiegare con calma.

Nella nostra testa una banca moderna assolve due funzioni totalmente distinte:

1. tramite il conto corrente ci offre servizi di gestione del denaro necessario alle attività quotidiane (ci permette di non dover tenere le banconote nel materasso, di pagare e riscuotere efficientemente, di tenere uno storico dei movimenti, etc.)

2. tramite l'offerta di obbligazioni e la concessione di prestiti una banca è l'intermediario tra risparmiatori che vogliono prestare e privati o aziende che desiderano indebitarsi (io non presterei i soldi a trenta anni al figlio del mio vicino per comprare casa o aprire un bar, perché non mi sentirei in grado gestire l'affare, invece presto i soldi alla banca che li presta al figlio del mio vicino perché loro sono i professionisti del settore (LOL!))

Altri servizi come il deposito titoli e la consulenza finanziaria sono marginali nel nostro concetto di banca.

Ora, l'instabilità del sistema bancario viene dal fatto che le banche hanno scoperto una serie di trucchi per fare più soldi di quelli che si possono fare semplicemente dalle due funzioni principali. Ad esempio assolvendo alla funzione 2. praticano il maturity mismatch, ossia si fanno prestare i soldi a breve termine a interesse minore e li riprestano a lungo termine a interesse maggiore, contando sul fatto di poter sempre rifinanziare al momento giusto. In questa maniera lucrano sul differenziale di tassi al costo di rendere instabile il sistema. Tutte le banche schiantate in questa crisi sono schiantate così, i creditori a breve termine non hanno chiesto i soldi indietro qui e ora senza che un cane fosse disposto a rifinanziare una banca in crisi.

E fin qui, le riserve frazionarie ancora non sono entrate.

Un altro trucco sfruttato dalle banche è di utilizzare una parte dei depositi del punto 1. per aumentare la quantità di prestiti al punto 2., nove decimi circa. Questo è il sistema delle riserve frazionarie e altro non è che un caso estremo di maturity mismatch. I depositi a richiesta sono prestiti overnight (cioè con termine domani) rinnovati giornalmente, mentre i prestiti possono essere anche dei mutui a trenta anni. Qui il differenziale di tassi è strepitoso, anche il 6% quando va bene, ma i depositi sono una quantità limitata e non credo che il grosso dei profitti delle banche venga da qui.

In nessun caso la banca può creare credito dal nulla, al contrario a causa dei ratio patrimoniali imposti per legge per ogni 100 euro raccolti ne può prestare solo (si fa per dire!!) circa 95.

Ma allora a che cosa si deve tutta questa passione riguardo alle riserve frazionarie?

a. è in sostanza una violazione di contratto. La banca si impegna a restituire i soldi a richiesta a tutti i correntisti, ma in caso si richiesta massiva non può affatto tenere fede,

b. in tempi normali la massa di depositi nei conti correnti viene utilizzata in maniera indistinguibile rispetto alla carta moneta (posso pagare in contati, col bancomat o con la carta di credito), quindi entra a pieno titolo nella definizione di base monetaria e concorre a determinare il tasso di inflazione, (è per questo che si dice che le banche "creano denaro", non credito, tramite le riserve frazionarie)

c. in tempi di crisi il sistema di circolazione del denaro, cioè la funzione 1., viene infettata dall'instabilità intrinseca che viene dall'essere mischiato con la funzione 2. Esattamente quello che sta accadendo ora.

Ok, direi che l'ho fatta anche troppo lunga. Per ora mi fermo qui.

andrea ha detto...

scusa Alessandro ma per cosa ho pèotuto appurare io c'è un altro discorso che si basa sul fatto che nel movimento tra depositi e prelievi una grossa percentuale del valore depositato non si muove mai.
al limite se nel paese esistesse una banca sola, sarebbe sicura che oltre al denaro temporaneamente fuori, tutto sarebbe sempre nei suoi forzieri.
dico temporaneamente per indicare il tempo che ciò che è prelevato da tizio, usato per pagare caio, il quale lo usa per pagare sempronio che lo rideposita sul suo conto, sta fuori della banca.
se le banche di questo giro sono due, una da cui è prelevato , l'altra nella quale viene depositato, le due banche, che si trovano "squilibrate" si imprestano l'equivalente dello squilibrio.
ma ciò che conta è che una grossa percentuale del depositato non si muove mai.
per fare un esempio metti che la percentuale che non si muove mai sia 9/10 (ma è molto piu alta).
la banca ha due "contenitori" uno che contiene 1/10 che è il "movimentato" e l'altro di 9/10, ch econtiene quanto non si muove mai.
metti che io, nuovo cliente porto 1000 e lo deposito. il 1000 finisce 100 nel primo contenitore e 900 nel secondo.
ora arriva giovanni e chiede 1000 in prestito la banca che fa? dal deposito dei 9/10 prende 1000, gli apre un conto (se non c'e l'ha gia) e ce lo deposita sopra che vuol dire mettere 100 nel deposito da 1/10 e 900 nel deposito da 9/10.
morale con i 1000 che ho depositato io, la banca ne impresta 9000 ovvero 9 volte 1000, e questo se la leva è 1 a 10.
ante crisi ci sono state banche, tra cui la bundersbank, esposte con leve sopra il 50!
e questo meccanismo, scusami , me lo ha spiegato un funzionario della banca d'italia, che ritengo quindi molto credibile.
questo fatto è la ragione per cui si dice che le banche "creano" denaro, o valore se non vuoi usare quella parola, e che permette il fatto che abbiano molti ma molti più crediti di quanto sia stato depositato sui loro conti.
se poi pensi che al depositante dallo metti l'1% ed ai debitori chiedono l'8%, il loro "guadagno" diventa 8x9=72-1 ovvero 71 sui 1000 che ho depositato io.
ovviamente affinche tutto ciò avvenga , occorre che vi siano 9 che vanno a chiedere 1000 in prestito, e soprattutto che nel giro interbancario le banche che si ritrovano con più liquidità la prestino a quelle che si ritrovano con meno liquidità tanto per ripristinare ogni giorno il "contenitore" da 1/10.
la crisi attuale è proprio dovuta al fatto che si siano esposte con leve troppo alte, i capitali "di garanzia" ovvero i "mezzi propri" abbiano subito svalutazioni per i titoli tossici, per cui le banche si sono ritrovate a non poter più garantire con i mezzi propri la quantità enorme di prestiti fatti.
notare che ogni prestito in default la banca deve ricoprirlo con i "mezzi propri".
sommato al fatto di avere prelievi sopra la media, si sono ritrovate "scoperte" e di qui la corsa a rifinanziarle e ricapitalizzarle, mentre da parte loro, le banche, hanno praticamente chiuso i rubinetti del credito abbassando la leva.
questo è quanto so io, e penso di esser molto vicino al vero.

andrea ha detto...

forse spiegato meglio lo trovi su wikipedia sotto "riserva frazionaria".
la limitazione del fatto che debbano intervenire PIU banche, viene correntemente aggirato aprendo un NUOVO conto in seguito ad un prestito, in tal modo i 98 del testo, rientrano come se fosse un nuovo deposito.

Alessandro ha detto...

@andrea

scusa per il ritardo. Il meccanismo delle riserve frazionarie funziona effettivamente come lo racconti. Quello che intendo è che le riserve frazionarie non sono "il problema" in questo momento, o per lo meno sono una piccola parte di un problema più generale.

E per farmi capire sfodero i numeri.

La fonte è la pubblicazione settimanale del "Assets and Liabilities of Commercial Banks in the U.S. - H.8" da parte della FED, che contiene gli aggregati principali delle attività e passività di bilancia del sistema bancario americano.

Vediamo come stavano le cose in un momento di relativa tranquillità come a gennaio 2008 (a settembre 2008 la FED ha cominciato a pagare gli interessi sulle riserve in eccesso e i bilanci delle banche sono cambiati radicalmente).

Il sistema bancario americano aveva attività per $10.900 miliardi (23), di cui circa $9.300 miliardi prestiti erogati (1).

L'intero ammontare dei depositi su conti correnti (25) è un misero $615 miliardi. Il grosso dei debiti contratti dalle banche per finanziare i prestiti erogati sono depositi a tempo determinato (obbligazioni, conti di deposito, etc.) (26) per $6.100 miliardi, seguiti da prestiti interbancari (29) per $2.300 miliardi.

Dunque l'impatto delle riserve frazionarie sulla capacita di estendere credito del sistemabancario è relativamente modesto. I 9/10 di $615 miliardi.

E perché allora il run on the bank è tanto temuto? (O meglio era?)

Alla linea (21) denaro e beni equivalenti: $300 miliardi. In totale. Con i quali dover soffisfare non solo i titolari di conti correnti, ma tutte le esigenze di cassa di tutte le banche degli USA coi loro $9700 miliardi di debiti. Qui arriva l'instabilità delle riserve frazionarie.

Infine, spulciando nel sito della FED si trovano che, sempre per gennaio 2008 la moneta in circolazione ammontava a $750 miliardi. Dunque i credito totale sui conti correnti ammontava a poco meno della moneta in circolazione e quindi il "denaro" "creato" dalle banche non è affatto 10 volte quello emesso dalla FED, ma nemmeno altrettanto.

andrea ha detto...

ti ringrazio per la tabella e anche per la spiegazione.....
ovviamente avrò da studiare per la prossima settimana.
a occhio, la cosa che sconcerta di più è che mi pare che da gennaio 2008 a oggi, nessun parametro sia cambiato più di tanto, nonostante tutti i piani e contropiani messi in atto.
sbaglio ??

Alessandro ha detto...

@andrea,

guarda meglio! La linea (21), ossia denaro e beni equivalenti è letteralmente esplosa a partire da settembre, quando la FED ha iniziato a pagare gli interessi sulle riserve eccedenti. Ora le banche hanno oltre $900 miliardi di "cash on hand" la maggior parte depositata presso la FED.

Apparentemente il problema del "run on the banks" è risolto... trasformandono nel possible problema "run on the FED" naturalemtne...

È uno dei mille trucchi usati per far sembrare che qualcosa sia stato fatto.

andrea ha detto...

vero ! mi era sfuggita, d'altronde avevo dato una scorsa veloce....
grazie per la puntualizzazione, ma, scusami ancora, non ti pare che sia solo stato spostato il problema ?
mi sermbra un po il gioco delle tre carte...

andrea ha detto...

scusami alerssandro , se appaio un po tonto, ma c'è un particolare che non capisco.
nell'insieme il sistema bancario ha imprestato 9 trilioni e passa di $.
lasciamo perdere i depositi frazionati, che come mi hai correttamente dimostrato( almeno per gli USA), data anche l'esiguità dei depositi, non sono influenti.ma per tirarf fuori quei soldi dove li hanno presi ?
rigo 26 e 29 (essenzialmente)
ma il 26 sono obbligazioni delle banche, ma sottorscritti da chi ? sono davvero tanti soldi, e non credo con rendimenti alti.
e il 29 , visto che si parla del sistema globale delle banche, cosa vuol dire "prestiti interbancari" ?
quando guardo l'insieme delle banche, coisa avviene TRA di loro dovrebbe essere ininfluente.
sarebbe come per valutare la consistenza di una famiglia dicessi che globalmente hanno 1000, ma la figlia deve al padre 2000...
quando si parla di prestiti erogati, mi pare che si parli dell'intero sistema bancario, pertanto i movimenti "interni" non dovrebbero esser rilevanti.
sbaglio ?

Alessandro ha detto...

@andrea,

corretto tutto quello che dici e le domande sono assolutamente pertinenti.

1. Per quello che ne capisco il rigo (18), $440 miliardi, sono i prestiti fatti da banche USA ad altre banche, che torna abbastanza con il rigo (30), $480 miliardi, che sono i debiti interbancari da banche USA. Se interpreto bene i numeri, il sistema bancario USA è indebitato con i sistemi bancari esteri per $1,8 trilioni circa, rigo (31). Dunque il rigo (29) dovrebbe essere sistemato, il credito arriva da banche straniere che a loro volta lo raccolgono presso i propri clienti.

2. Il rigo (26) è di gran lunga l'elemento più rilevante del finanziamento del sistema bancario americano ed è il motivo per cui le banche vengono salvate a tutti i costi. Ricorda che negli USA la gestione del proprio patrimonio pensionistico è semi-autonoma, nel senso che hai una sorta di conto di deposito titoli speciale, e puoi decidere come investire. Moltissime persone investono in CD bancari, Certificati di Deposito a tempo, tipicamente diversi anni, da 2 a 10 sono comuni. Inoltre è un modo molto usato per parcheggiare per qualche anno i soldi dei ricchi.

Dunque, e come poteva essere altrimenti, il grosso del finanziamento bancario USA è costituito dalle pensioni e dal capitale dei ricchi.

E queste due categorie sono quelle che dovrebbero prenderlo in quel posto lì, insieme alle banche straniere, se si lasciasse fare al mercato il proprio lavoro.

Alessandro ha detto...

andrea: "mi sermbra un po il gioco delle tre carte..."

Molto calzante. Anzi, è addirittura un po' peggio.

Il problema immediato è risolto al prezzo di esporsi al rischio di un problema molto maggiore. Poiché non è stato fatto assolutamente nulla per affrontare realmente il problema il rischio totale del sistema non può essere altro che aumentato.

Sigh!

andrea ha detto...

cambio un attimo discorso, soddisfatto ampiamente dalle tue gentili risposte, e torno a bomba al problema che ritengo alla base di tutto.
evidentemente ho sbagliato valutazione perchè gli USA continuano indisturbati a piazzare i loro bonds (biennali a 1,11, decennali appena sopra il 3%) nonostante la prospettiva di sfondare ogni tetto di debito, e per cifre vertiginose, senza contare cosa deriva dal fatto di avere forzature a consolidare lagaranzia governativa su F&F che porterebbe il debito pubblico a oltre il 100% del pil.
dunque, chiedo, secondo te quand'è che vedremo i rendimenti di tali bonds a schizzare verso l'alto per evidente carenza di fiducia nel dollaro ?
o il mio resta un sogno (quello di vedere il resto del mondo dire basta all'attitudine degli americani di consumare a debito)irrealizzato ?