venerdì 5 giugno 2009

Gli interessi sul debito americano e la cascata

Sembra proprio che il vecchio Ben Bernanke, presidente delle Federal Reserve, abbia un problema: non ha idea di come funzionino il denaro e il debito. Che per un banchiere centrale, anzi per il banchiere centrale più influente al mondo, è una pecca non da poco.

Come notato in Come si riconosce il crollo dei mercati del credito? il vecchio Ben sta perdendo il controllo del mercato del credito e in particolare dei tassi sul debito pubblico di lungo periodo. Il grafico seguente (en) è l'indice dei titoli del Tesoro a 10 anni, rappresenta il tasso moltiplicato 10, ad esempio 38 indica un tasso del 3,8%:


E come notato nello stesso post, perdere il controllo del tasso di riferimento del debito, per una economia iper-finanziarizzata come quella americana, significa perdere il controllo a cascata dell'intera economia. Oggi il tasso di riferimento per i mutui immobiliari a tasso fisso a 30 anni è quotato sopra il 5,50% da quasi tutti con picchi del 5,75%. Ad esempio queste sono le quotazioni di Wells Fargo:


I tassi dei mutui a 30 anni hanno sfiorato il 4,50% poche settimane fa e in molti erano in lista per rifinanziare. Ma ora non più.

E in cascata? Case, banche, aziende, etc.

Ben pensa che il quantitative easing, ossia stampare denaro per pagare i debiti invece di guadagnarselo, è la soluzione per la crisi finanziaria.

La realtà gli sta mostrando gentilmente, per ora, che i sui modelli economici non valgo un accidente. Ben non sembra un ragazzo troppo sveglio e con le buone potrebbe non capire, nel qual caso la realtà passerà modi meno gentili. Chiedete alla banca centrale della Lettonia quanto sia educativa l'esperienza (en).

Aggiornamento: Wow! Ho appena trovato un grafico del rendimento dei buoni del Tesoro USA a 2 anni ed è addirittura più inquietante di quello a 10 anni:


Per i non addetti ai lavori: l'esplosione dei rendimenti implica il crollo dei prezzi e poiché gli speculatori del mercato creditizio, in prima fila banche ed hedge fund, utilizzano leve finanziarie inverosimili sui titoli sicuri come quelli a due anni, si ipotizza che la mattinata del 5 giugno verrà ricordata a lungo e con dolore da parecchi operatori.

Ma mentre la continua debolezza dei titoli a 10 anni la si può spiegare con l'intezione dichiarata della Cina e degli altri investitori internazionali di mettere al sicuro le proprie immense riserve rispetto al rischio di inflazione sul lungo periodo che temono sarà generata dal quantitative easing, il tracollo dei titoli a due anni, così violento e repentino ha colto quasi tutti di sorpresa.

Forse si tratta solo di un messaggio lanciato dalla Cina agli Stati Uniti di smetterla qui e ora con i giochetti monetari e fiscali. L'equivalente di una testa di cavallo mozzata lasciate all'entrata della Federal Reserve e del dipartimento del Tesoro. Ancora non è chiaro come interpretare la cosa.

18 commenti:

andrea ha detto...

gli studenti cinesi ridono in faccia a Geithner quando questi sostiene che il "dollaro resterà forte".
il Ben sembra perdere la bussola e non rendersi conto che anche il dollaro, con tutte le eccezioni del caso, resta sempre una moneta, e come tale soggetta alla legge di gravità.
la domanda è :
ma sono tutti rincoglioniti o vogliono solo farcelo credere ???

Alessandro ha detto...

@andrea

all'inizio per un po' di tempo ho pensato che "ci facessero". Che avessero un piano, per quanto scellerato e le assurdità sciorinate alla stampa fossero solo depistaggi.

Col tempo invece mi sono convinto che "ci sono". Certo molto è puro depistaggio rispetto alle intenzioni reali, ma in mente non hanno un piano, solo una serie infinita di trovate sgangherate messe insieme all'ultimo momento e basate su concezioni economico/fianziare ridicole.

Sì, penso che "i signori dell'universo" altro non siano dei furbetti del quartierino, per di più nemmeno troppo svegli.

A spiegare la crisi non serve un piano perverso o un'intelligenza criminale. La pura e semplice idiozia fa perfettamente al caso nostro.

Se ti sembra che esagero pensa che l'intera finanza mondiale degli ultimi 5 anni è stata costruita sulla seguente base: "I prezzi reali delle case sairanno per sempre".

Anonymous ha detto...

Qualcuno potrebbe tracciare un quadro degli avvenimenti che ci aspettano nei prossimi 12 o 18 mesi? Grazie!

Alessandro ha detto...

@Anonimo

non è una cosa banale, banale quella che chiedi!

A fare predizioni sul futuro si sbaglia sempre, o sul cosa o sul quando.

Quello che mi sento di dire è che la crisi non è affatto finita, perché il riaggiustamento è appena cominciato e fin'ora non è stato fatto assolutamente niente per favorirlo, anzi quasi tutte le azioni dei governi e delle banche centrali sono state tese a rendere la soluzione della crisi più lenta e dolorosa (per noi, mentre i loro amici si pagano un bonus in più).

Ovviamente le leggi della matematica hanno comunque la meglio sui tentativi di manipolazione e alla fine la realtà troverà il modo di espellere l'enorme quantità di debito tossico ancora in circolo. E questo non dice niente bene per chiunque abbia dei risparmi, perché per ciascun dollaro di debito che non sarà ripagato ci sarà un creditore con un dollaro in meno.

La mia paura è che a questo punto gli eventi rischiano di essere ancora più violenti e improvvisi dell'anno scorso. Spero di sbagliare.

andrea ha detto...

@ anonimo
un'ottima "prima parte" relativa alla solvibilità dei debiti dei maggiori paesi la sta tentando stand su "due cents".
faccio notare che, il punto interrogativo maggiore dal quale discendono poi tutte le eventuali previsioni, è stabilire cosa si intende per "ritorno alla normalità".
stabilito che sarà impossibile tornare ai livelli di produzione/consumo antecedenti la crisi (in quanto erano alimentati da un credito "virtuale"), occorre capire se si punta alla situazione livello 2006 o 2002 o 1999.
stabilito questo e preso come riferimento il PIL di quell'anno, sarà sufficente la semplice divisione debito/pil per capire che, a meno di dimezzare il valore delle valute dei maggiori paesi, ci si ritroverà in una condizione di bancarotta per la maggior parte di essi.
questa penso sia la ragione primaria per cui nessuno si sbilancia a definire cosa intende per "ritorno alla normalità", cercando di vivacchiare al meglio e tappare, fin che si può i buchi che via via diventano caverne.
purtroppo, come vedi , nulla di esaltante, e, soprattutto impossibile da definire quanto tempo ci metterà il sistema a chiedere la resa dei conti.
io avrò forse esagerato , ma metà dei miei risparmi li ho investiti in oro.

Anonymous ha detto...

Grazie per le risposte, cerco di aggiungere il mio modesto parere. Dal principio della crisi seguo con attenzione vari siti ed economisti cosiddetti "contrarian" (all'inglese). Tra questi anche alcuni che avevano previsto il crollo e la situazione attuale, come ad esempio Marc Faber, ma anche LEAP 2020. La cosa più interessante da notare è che gran parte degli eventi previsti si sono materializzati o si stanno materializzando, nell'ordine: scoppio della bolla subprime, collasso delle banche, collasso dell'economia reale globale, intervento massiccio dei governi e delle banche centrali che inondano il sistema di liquidità. Ora, le prossime tappe dovrebbero essere queste:

1) grave deterioramento della stabilità finanziaria di interi stati, in particolare USA e UK tra le grandi potenze (in atto).
2) primi default sul debito sovrano nei paesi più esposti (ormai imminente, vedi il caso Lettonia)
3) grave svalutazione di dollaro e sterlina, a causa dell'immensa liquidità emessa (a questo punto inevitabile)
4) inflazione rampante a cominciare dai mercati finanziari e materie prime (rally già ampiamente iniziato)
5) fuga dal dollaro (e dalla sterlina)
6) iperinflazione negli USA e in UK.
7) ulteriore grave crollo dell'attività economica dopo effimera "ripresa" (causata dal doping inflazionistico).
8) default di USA e UK
9) gravissima instabilità politica a livello mondiale (guerra?)

Vedo i primi quattro punti abbastanza vicini, potrebbero essere la dinamica fondamentale dell'estate. I possessori di dollari stanno apprestando vie di fuga dalla trappola in cui si trovano e presumo che saranno pronti verso Settembre. Quindi la grande fuga dal dollaro dovrebbe essere il tema dell'autunno, insieme con le prime gravi ricadute (iper)inflazionistiche a causa del continuo rally delle materie prime. Mi sembra probabile che l'attività manifatturiera si riprenda in estate a causa dell'immensa liquidità e della spinta inflazionistica a trasformare in bene tangibile la carta straccia che viene stampata a suon di triliardi, prima del crollo finale, che posizionarei verso l'inverno prossimo. La mia previsione finale è che nel 2010 la crisi sarà talmente grave da cessare di essere un fenomeno puramente economico e si trasformerà in un cambiamento politico globale più somigliante a quello del 1939-45 che non al 1989-1991.

Anonymous ha detto...

@Andrea ha detto
Investire oggi in oro fisico può essere rischioso visto che le quotazioni del metallo sono in flessione e potrebbero scendere ulteriormente.
La valutazione dell'oro in futuro sarà sempre agganciata a quella del dollaro?

Alessandro ha detto...

@Anonimo

eccellente quadro. Se pensi di postare ancora ti prego di darti una identità eventualemnte usando "Nome/URL" se non vuoi registrarti.

Tutte le ipotesi che proponi sono scenari che ritengo possibili, sfortunatamente nessun escluso.

Personalmente però ritengo che lo scenario di crollo del dollaro non sia il più probabile o per lo meno sia più lontano nel tempo.

Assumendo che Ben e Timmy arrivino a due neuroni funzionanti in due (anche se fin'ora hanno fatto di tutto per invalidare questa ipotesi), hanno ancora diverse armi monetarie a loro disposizione prima di passare all'opzione nucleare del default sul debito (l'iperinflazione altro non è che una forma surrettizia di default sul debito).

Sul breve Ben può creare una crisi di liquidità per crashare i mercati azionari e riportare gli investitotri al safe heaven dei titoli di stato (la manovra potrebbe essere imminente visto che Goldman Sachs ha appena consigliato i propri clienti di comprare azioni a piene mani, e normalmente questo significa che Goldman sta vendendo allo scoperto).

Poi potrebbero alzare i tassi in una replica esatta di quello che ha fatto la FED negli anni '30 e che Ben ha sempre criticato aspramente. Non fosse un tale casino sarebbe uno spasso vedere Ben il castigatore accademico seguire passo passo le orme dei castigati.

In tutto ciò però va tenuto presente che l'intera finanza mondiale al momento altro non è che un insieme di schemi Ponzi, o castelli di carte se preferite, altamente instabili. Quale sia il prossimo a schiantare è difficilmente prevedibile e a ogni schianto, gli altri si rafforzano, almeno temporaneamente. E non è che l'euro sia meno un castello di carte del dollaro e abbiamo la bomba europa dell'est qui sotto casa. Se riuscissero a schiantare l'euro prima del dollaro, gli USA guadagnerebbero un bel po di tempo.

claudio.alias teoterzo ha detto...

Scusate la mia imbranataggine nel mettermi anonimo, ma non è stato volontario. Cumunque ringrazio Alessandro per la risposta che mi ha dato. Ora comprendo, in tutto questo marasma di cifre analisi macroeconomiche supportate o meno da grafici che vedo in questo Blog ed in tanti altri, quello che c'è sicuro è il contributo che io ho dato al PIL di questo paese Italia fino ad oggi e prima di me i miei genitori fin dagli anni '50.Tutto il resto è polvere. Claudio da Milano

Roberto / London ha detto...

Sono l'anonimo di prima. Visto che a quanto pare già c'è qualcuno che tenta di attribuirsi la mia identità, sono ben disposto a firmarmi. In realtà non mi occupo specificamente di economia, ma di politica internazionale. Vivo a Londra e sono un dottorando alla London School of Economics. Ringrazio ancora per le risposte ottenute. Sulla scia di quanto asserito da Alessandro, certamente esistono vari strumenti di politica monetaria che dovrebbero poter comprimere il mercato azionario (o meglio: tutti i mercati) a vantaggio dei t-bonds. Ma esistono limiti politici, a mio avviso. Creare una crisi di liquidità significherebbe inasprire terribilmente la crisi economica in atto, con un atto deliberato che metterebbe immediatamente a nudo chi è responsabile della catastrofe. Alzare i tassi avrebbe quindi effetti deleteri ed immediati inimmaginabili. Inoltre per chi ha debiti (USA e UK) lo scenario dei tassi di interesse elevati è il peggiore, quello che li esporrebbe di più ad un default esplicito, in quanto essi non sono assolutamente in grado di pagare alti tassi d'interesse sui debiti astronomici che si ritrovano. Questa è una delle tante sostanziali differenze rispetto alla crisi degli anni Trenta. Gli Americani a mio avviso stanno optando per il default "silenzioso", quello dell'iperinflazione e della svalutazione (o vera e propria MORTE) della moneta. In fondo, in termini puramente elementari, la faccenda è semplice: se sono pieno di debiti e ho il controllo della valuta in cui i debiti sono espressi, ho due strade: o non pago (default) ma il buon nome della valuta rimane più o meno intatto, anzi migliora come outlook, oppure scelgo di pagare nominalmente tutti, ma con una moneta talmente svalutata da diventare inutile. Se ti devo 10,000 £ ma svaluto la moneta tanto che 10,000 £ diventano l'equivalente di una tazza di caffè, allora ti posso pagare con una tazza di caffè e siamo a posto. A mio avviso, per come sono messi USA e UK in questo momento, non hanno alternative. Gli Americani sembrano aver scelto la strada dell'iperinflazione per risolvere il problema. Altrimenti avrebbero potuto lasciar fallire tutti quelli che hanno debiti (come sostengono alcuni economisti), affrontare una crisi acutissima ma molto più rapida, ma salvando il dollaro, vero pilastro dell'egemonia politica USA nel mondo. La loro scelta mi sembra dettata dalla volontà di guadagnare tempo, e possibilmente di spalmare sugli altri almeno una parte dei costi, cosa che comunque accadrà. [continua]


Roberto / London

Roberto / London ha detto...

[dal post precedente]
Per quanto riguarda l'euro sono un poco più ottimista. Il discorso è puramente poltico: guardando avanti, come sarà possibile riorganizzare l'economia mondiale nel prossimo futuro? Questo è quello che si chiedono a Berlino, Mosca, Pechino e Tokyo. La risposta che si stanno dando è la seguente:
a) cercare di isolare il più possibile USA e UK e lasciarle affondare per qualche anno.
b) creare una moneta globale (o meglio: euroasiatica) indipendente.
c) gestire l'assorbimento delle perdite generate dai punti a) e b) con una strategia comune, puntando sulla massima integrazione economica possibile in Eurasia. Per quanto ora i Cinesi possano diversificare i loro capitali, è chiaro che non potranno salvare capra e cavoli e uscire indenni dalla trappola del dollaro. Ma potrebbero ottenere alcuni vantaggi derivanti dall'internazionalizzazione del RMB. Possono quindi puntare sulla creazione di un' "area del RMB" nel paesi limitrofi, ed espandere enormemente l'export verso EU, CSI, Medio Oriente e Sud America finanziando con i loro capitali l'espansione del consumo in quelle economie non più in cambio di pezzi di carta (come fecero con gli USA) ma in cambio di asset più utili (materie prime, aziende strategiche). Eurolandia (leggi: Germania e paesi nella sua orbita) dal canto suo non potrà far altro che accelerare l'orientamento ad Est della sua economia. La Germania produce macchinari e beni durevoli che hanno il loro mercato primario in Russia e Cina, quindi è abbastanza chiaro che noi tutti stiamo volenti o molenti con Russia e Cina. Per questo Merkel e Berlusconi volano a Mosca di continuo.
Ne deduco che esiste una solida volontà politica globale a tenere in piedi l'euro, almeno per un po'. I Tedeschi stanno condannando l'operato della FED e della BoE a pieni polmoni, cosa mai successa prima dal 1945. Respingono la politica di QE e tengono Trichet sotto pressione. Se le leggi dell'economia sono ancora valide, nel lungo periodo la moneta che viene stampata di più affonda per prima, quindi dovrebbe essere il dollaro. L'Europa orientale è un problema ma sicuramente inferiore come entità al disastro della California e di mille altri posti negli USA. Inoltre, nell'Europa dell'est sono abituati a tempi difficili e a situazioni di intensa crisi politica e sociale, negli USA molto meno.

Mi chiedo come gli USA intenderanno reagire alla crisi e quale strategia sceglieranno per ricostruire la loro economia di qui a qualche anno. Non posso non pensare al fatto che gli USA hanno un grande esercito e che alla fine questo costituisce un asset che potrebbero decidere di usare, prima che anche questo si degradi per mancanza di fondi (vedi Armata Rossa). Ma questa è un'altra storia (o no?).

Roberto / London

andrea ha detto...

@ roberto/london
la mia analisi geopolitica concorda quasi interamente con la tua, che però manca di un player importante (seconda economia mondiale) come il giappone (e paesi associati/dipendenti).
vero che ha le sue gatte da pelare, ma è proprio il "come" le pelerà che potrebbe influire pesantemente sugli equilibri.
come li inserisci nel quadro illustrato ?

andrea ha detto...

un'idea di come potrebbe influire è data da due grossi fattori:
il giappone è ancora un paese fondamentalmente esportatore (auto, ottica, elettronica, ...) che però ha esportato negli ultimi 15 anni bruciando le risorse reali accantonate pe rle pensioni.
i loro "fondi" infatti contengono titoli di stato per un ammontare pari al 100% del pil (circa), e, con una popolazione in rapido invecchiamento, non potranno pagare pensioni in bonds, ma dovranno pagarle con qualcosa di più convertibile in cibo.
secondo, le loro esportazioni sono ancora fortemente orientate agli USA, che come hai giustamente osservato, specialmente per il prossimo futuro, non saranno dei gran pagatori, almeno in termini reali.
per cui .....

Alessandro ha detto...

Eccellente qualità dei commenti, cercherò di rispondere al più presto, nel frattempo segnalo un notizia sconcertante che è sconcertantemente ignorata dalla stampa nazionale e internazionale.

Al confine con la Svizzera la guardia di finanza ha sequestrato $134 miliardi in titoli di stato americani nascosto un due valige. $134 miliardi! In pezzi a $500 milioni l'uno!

Non è chiaro se si tratti di un falso o se sul treno carico di pendolari stesse effettivamente viaggiando l'equivanete delle riserve monetarie della Russia!

Non so cosa pensare.

http://crisis.blogosfere.it/2009/06/la-stangata-del-millennio.html

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=356715&START=0&2col=

andrea ha detto...

se è vero che "pezzi" di quella dimensione vengono scambiati normalmente solo a livello di banche centrali, è difficile pensare che siano dei falsi, sarebbe come stampare banconote da 52 euro e pensare di smerciarle.
molto più facile pensare che fosse una "scorta" che ben e timmy volevano costituire in europa, (dopo averli fatti cambiare in euro dalla banca svizzera), per supportare le prossime emissioni di Tbonds "dall'estero" e quindi creare la sensazione che siano ancora attraenti nonostante l'interesse che offrono.
manovra davvero adatta a "due neuroni" e nemmeno funzionanti troppo bene....

Enrico ha detto...

Sì ma per una cifra così enorme mandano due giapponesi con una valigetta? Mi sembra un po' inverosimile...

Alessandro ha detto...

Tutto di questa vicenda è inverosimile.

Se sono falsi: a chi pensi di spacciare un buono del tesoro da un miliardo di dollari?

Se sono veri: ma si possono mandare due giapponesi su un pendolare?

(Ma sembra che non sia una cosa totalemnte impensabile: sembra che nel 1905 il più grosso diamente del mondo sia stato spedito dal Sud Africa in Inghilterra in un pacco non assicurato!)

E la notizia è pubblicata sul sito della guardia di finanza, quindi non sembra inventata.

Come detto, non so cosa pensare.

Alessandro ha detto...

Per tornare on-topic sembra che oggi le finanziarie immobiliari stiano quotando i mutui a 30 anni al 6%.

E il governo cinese ha iniziato a parlare di bond un yuan, anziché in dollari, per i Paesi che volessero essere finanziati dalla Cina.

Ben, come la mettiamo?