martedì 9 giugno 2009

Paul Krugman contro Karl Denninger

Il premio Nobel Prof. Paul Krugman prevede che la recessione USA finirà presto, probabilmente entro settembre.

Nello stesso giorno il blogger Karl Denninger suggerisce che è arrivato il momento di essere preparati al peggio: famiglia, contanti, cibo e armi da fuoco.

Si direbbe una lotta impari, un professore di Harvard nonché premio Nobel per l'economia contro uno sconosciuto informatico diventato trader... un rinomato accademico esperto di crisi finanziarie contro un autodidatta della finanza.

Il tempo dirà quale dei due ha saputo leggere meglio nei fondi del proprio caffè.

Personalmente non scommetterei la casa sulla ripresa imminente, per lo meno fino a quando il mercato del credito continua a comportarsi così:


Aggiornamento: Karl Denninger ha preso sul serio l'idea della sfida con Krugman!

11 commenti:

andrea ha detto...

caro Alessandro
la guerra delle previsioni (visto che in questo campo molte sono autoavveranti) è iniziata !
ti prego di non abbandonare il mistero dei 135 mld $ sequestrati a Chiasso, perchè da cosa ho potuto accertare io , si tratta di un gustoso giallo internazionale.
repubblica ha riportato la notizia il 5/6 in un trafiletto di cronaca, corriere e sole24ore, nulla e, nonostante li abbia avvertiti, fanno orecchie da mercante. ho provato anche con radio popolare, ma forse sarà anche li silenzio.
eppure, solo la multa, permetterebbe la ricostruzione di 3 terremoti abruzzesi, o se voigliamo equivale a 2 manovre pesanti....
il silenzio che si è creato attorno è estremamente sospetto...
e potrebbe rientrare in queste "manovre" sospette su titoli e borse.

Roberto / London ha detto...

Posso raccontare un aneddoto personale su Krugman. L'anno scorso vivevo a Francoforte, quando un giorno a Giugno Krugman viene a presentare il suo libro (The Conscience of a Liberal) - appena tradotto in tedesco - alla Deutsche Nationalbibliothek. Così vado a sentirlo e... odi odi che cosa dice? Che le turbolenze finanziarie sono quasi finite, che tutto si sta aggiustando per il meglio, che il dollaro non ha nulla da temere, e che soprattutto il sistema bancario è solido. E costui è un premio Nobel dell'economia! Non è il caso di ricordare quello che poi è successo sui mercati finanziari da un anno a questa parte.
Morale della favola: ogni volta che Krugman parla o scrive, sono certo che accadrà l'esatto contrario di quello che dice.

Alessandro ha detto...

@Roberto

e come dimenticare il meraviglioso modellino matematico con cui dimostrava che il petrolio a $140 dollari al barile era prezzato in maniera assolutamente razionale e efficiente?

Posso vantarmi di aver attaccato l'impostazione di Krugman in pubblico (nei commenti di Interfluidity) prima del crollo del prezzo del petrolio e rimango dell'idea che avevo anche ragiono sul perché il suo modello non funziona. Magari un giono ne parlo nel blog.

Alessandro ha detto...

Beninteso, Paul Krugman è uno dei migliori economisti "main stream" insieme a Joseph Stiglitz, altro premio Nobel.

Il fatto è che nel mondo accademico contemporaneo vanno per la maggiore premesse bizzarre, fantasiose e a volte semplicemente ridicole come: gli investitori sono razionali (questa è una delle mie preferite!), i mercati sono trasparenti (due parole: "Goldman Sachs"), per risolvere un problema di debito eccessivo bisogna indebitarsi ancora di più (la cura omeopatica della crisi?), etc.

andrea ha detto...

scusa l'ignoranza, alessandro, ma cosa intende con il "BS" del titolo il Denninger?

Alessandro ha detto...

@andrea

BullShit

Eventualemnte servisse, in basso nella pagina si può richiedere la traduzione in diverse lingue (on-line son omolto più pudico che nella realtà)

Anonymous ha detto...

Non capisco nulla di economia/finanza, ma mi interesso di storia - e temo che gli argomenti degli scettici e dei pessimisti siano decisamente fondati.
Da qualche tempo sto rileggendo un paio di libri sulla storia degli Stati Uniti, una storia che di fatto dimostra come gli "americani" siano sempre stati abituati - sin dal momento in cui sono sbarcati piuttosto disperati sulle coste del New England, facendosi salvare dalle loro prime future vittime (indiani) - a far pagare ad altri i propri problemi, o meglio: a saldare i propri debiti con denaro/beni/proprietà altrui. I grandi "apostoli della moralità" e "difensori della libertà" hanno sempre imposto - in un modo o nell'altro, e spesso non proprio con le buone - la loro specifica, unilaterale definizione di buono / cattivo, onesto / disonesto, debitore / creditore. E quando hanno avuto la sensazione di non poter risolvere altrimenti le proprie difficoltà , hanno regolarmente trovato il modo di far nascere una guerra che permettesse di risanare il loro problema a spese altrui... Basti ricordare - per tornare alla mitica "grande crisi" degli Anni '30 - il padre del new deal, il "buon" Roosevelt("FDR"), "figlio" politico del democratico Wilson, nonché nipote (sempre politico) del suo omonimo predecessore in carica (Theodore) e in qualche modo anche "bisnonno" (sempre politico) dell'attuale presidente (democratico) Obama.
Non vorrei che gli USA si possano trovare in una situazione in cui si sentano costretti a scegliere fra l'accettare di pagare per la prima volta di tasca propria o il "rifarsi" invece ad una soluzione "US-tradizionale", imponendo quindi ad altri, con la forza o col ricatto, il ruolo subíto a suo tempo da indiani (prima) e poi spagnoli, tedeschi (I e II GM), giapponesi (II GM), francesi, olandesi ed inglesi (periodo della "de-colonizzazione" a spese delle ex-potenze europee occidentali > in primis lo smantellamento dell'Empire britannico).
Piú seguo l'evolversi della crisi, piú mi chiedo come faranno questa volta i nostri amici d'oltre atlantico a scaricare i loro problemi sulle spalle dei necessari "cattivi" (ancora da individuare): non è ipotizzabile che questa volta bastino Irak, Iran o Afghanistan... E non credo gli USA siano disposti a rinunciare pacificamente al ruolo guida della loro finanza/economia e quindi anche della loro moneta.
Conseguenza: a chi toccherà questa volta pagare il conto americano?
E come?
Chi ha voglia di suggerirmi una risposta?

andrea ha detto...

alcuni anni fa, subito dopo l'attacco all'afghanistan, feci un riepilogo:
ww2°, aria, mari e territori vari
vietnam, foresta, palude, ecc..
afghanistan, montagne
kuwait, deserto
praticamente dopo la ww2°sono stati "testati" tutti gli "scenari" (ed è importante per verificare l'efficacia delle armi e i problemi logistici), tranne l'acqua.
ora il polo nord con le grosse possibilità di materie prime sotto il mare, ma ancor più l'antartico, potrebbero essere oggetto di forti golosità legate alle materie prime.
con lo scioglimento dei ghiacci e l'assottigliamento delle parti periferiche della calotta polare, una potenza navale potrebbe avere la meglio sulle altre, a patto di "concordare" come per certe armi(chimico, biologico) di lasciar fuori i paesi belligeranti ma combattere solo per "piantare la propria bandiera" sui poli. è uno scenario da fantascienza, ma molto meno di quanto appare, se si pensa che il ministero britannico della guerra, previde il prossimo conflitto tra il 2020 e il 2030.
attenzione non il "se" ma solo la data.
il vantaggio per i belligeranti sarebbe anche la non necessità di impiegare il nucleare...
quindi una guerra di "distruzione di risorse" e uomini, di impegno economico, e quindi di giustificazione ai sacrifici estremi. giusto quello che ci vuole quando il "sistema" dimostra la sua impossibilità di rispondere ai propri limiti.

Alessandro ha detto...

@Anonimo

[anche a te suggerisco di metterti un nome, magari utilizzando Nome/URL se non vuoi registrarti]

interessante, in effetti le alternative per gli USA sono poche o si mettono in testa che la vita è diversa e molto più frugale di quello a cui sono abituati o qualcun altro si trova un conto da pagare.

In questo momento il conto lo hanno in mano nell'ordine:
* la banca popolare cinese
* lavoratori e pensionati giapponesi
* banche centrali dei paesi arabi
* le banche dei paradisi fiscali nei caraibi (ossia i ricchi di un po' tutto il mondo)
* la banca centrale brasiliana

http://en.wikipedia.org/wiki/United_States_public_debt

Alessandro ha detto...

Non lo dite a Ben, ma $TNX è a 39.50, ossia il rendimento dei titoli a 10 anni è molto molto vicino al 4%.

A breve ci saranno i risultati di una grossa asta di titoli e tutto potrà cambiare.

Alessandro ha detto...

L'asta è stata terribile! Rendimento del 3.99%!