sabato 2 agosto 2008

Cosa si può fare per risolvere la crisi?

"Panics do not destroy capital; they merely reveal the extent to which it has been previously destroyed by its betrayal into hopelessly unproductive works".
"Le crisi finanziarie non distruggono il capitale; esse semplicemente rivelano fino a quale punto fosse stato già distrutto dall'impiego capzioso in attività palesemente improduttive"

- John Stuart Mill
La domanda più imbarazzante che mi fanno le persone a cui parlo (lo ammetto, ossessivamente) di quello che sta succedendo all'economia mondiale suona più o meno così: "Ok, il valore degli immobili crolla, le banche implodono, l'economia va a rotoli, ma cosa si può fare?" Sfortunatamente la risposta è: "Non molto".

La radice del problema è sintetizzata alla perfezione dalla frase di John Stuart Mill utilizzata come incipit da London Banker¹ nel suo post di ieri in cui presenta la teoria della defalzione del debito con cui Irving Ficher spiega la genesi della Grande Depressione.

Al colmo della generalizzazione e della semplificazione tutte le crisi finanziarie sono uguali come avevo sostenuto in Si fa presto a dire crisi, la distruzione di ricchezza avviene durante la lunga fase di insostenibile espansione del debito a finanziamento di attività improduttive. La crisi finanziaria è solo il momento di 'epifania' in cui improvvisamente tutti gli attori della tragedia, creditori, debitori e chi passava di lì per caso, realizzano quanto siano state folli e devastanti le proprie azioni. Ormai la ricchezza (il capitale) è scomparsa da tempo e quello che rimane è una mole di "pagherò" che non saranno ripagati e di quotazioni sopravvalutate.

E' successo talmente tante volte nella storia dell'umanità da risultare allo stesso tempo tragico, ridicolo e noioso.

Oggi, nel cuore della crisi finanziaria, girano centinaia di miliardi di dollari di "pagherò" e migliaia di miliardi di dollari di sopravvalutazioni. Quasi tutto ciò che ha un valore ed è considerato un bene (asset) è a rischio, siano essi CDO, depositi bancari, fondi pensione, obbligazioni societarie o immobili, azioni, commodities. Le valutazioni, i numeri sono basati sulla presenza di ricchezza (forza lavoro, capacità produttiva, risorse naturali) che non c'è e che non si può inventare. I numeri quindi si devono aggiustare, qualcuno si troverà molto più povero di quello che credeva e a qualcuno andrà meglio.

L'unica cosa che si può fare ora è cercare di spostare le perdite da Tizio a Caio. Gli interventi delle banche centrali, i salvataggi delle banche sull'orlo del fallimento, i piani di supporto a chi ha un mutuo non sono altro che questo. Tentativi di spostare le enormi perdite di valore da amici di chi a potere a qualcun altro.

E provate a indovinare i politici, i banchieri, i burocrati su chi pensano di spostare tutte le perdite possibili? Eccellente intuizione! Su di te e su di me.

Aggiornamento: mi sono distratto un attimo e negli Stati Uniti è fallita un'altra banca. Niente di spettacolare, una cosetta da nemmeno $250 milioni, a mala pena da prima pagina per l'edizione del sabato.

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¹London Banker è lo pseudonimo di uno dei commentatori regolari del blog di Nouriel Roubini, che ho presentato nel mio Mini "chi è chi" dei blog finanziari, pubblica una volta a settimana sul blog Finance & Markets Monitor e recentemente ha anche iniziato a tenere un suo blog London Banker.

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