domenica 7 settembre 2008

Fannie Mae e Freddie Mac vengono commissariati, Cina, Russia e PIMCO vengono salvati

Venerdì sera è circolata l'indiscrezione che i due giganti dei mutui americani, Fannie Mae e Freddie Mac di cui abbiamo già parlato più volte, sarebbero stati commissariati dal Dipartimento del Tesoro americano nel fine settimana (en). E oggi il segretario del Tesoro Hank Paulson illustra i dettagli del piano del governo (en) per quello che di fatto è l'inizio della madre di tutte le nazionalizzazioni (en).

Il piano viene pubblicizzato come un salvataggio delle due aziende, ma dal tipo di misure adottate, e conoscendo il gioco di Hank Paulson, è facile prevedere che le due aziende di fatto saranno messe in lenta liquidazione e nel lungo periodo scompariranno: la direzione sarà cacciata immediatamente, gli azionisti rischiano di essere completamente azzerati e il modello di business archiviato.

Tutto ciò è buono e giusto, le due aziende sono sostanzialmente fallite a causa di anni di scelte aziendali irresponsabili, la direzione e gli azionisti non meritano alcuna pietà.

Ma se le due aziende non vengono salvate, allora chi è l'obbiettivo del piano di salvataggio?

I creditori. Ossia coloro che hanno prestato ai due colossi gli oltre $5.700 miliardi che le due aziende hanno a loro volta riprestato agli americani per comprare una casa.

Nel caso di fallimento di una azienda finanziaria in genere i creditori prendono il controllo dei beni dell'azienda, li vendono cercando di recuperare il recuperabile, e si spartiscono il ricavato in base alle complesse regole delle leggi fallimentari. In un fallimento normale un creditore che perda il 20% dell'investimento ringrazia la propria stella fortunata.

Ma in questo caso alcuni dei creditori sono colossi finanziari come le banche centrali di mezzo mondo a partire da Cina e Russia, e i fondi d'investimento più grossi degli Stati Uniti come PIMCO. Tutti hanno mandato chiari segnali al governo USA che non avrebbero accettato alcuna perdita (en) fino a minacciare la fine del sistema finanziario mondiale come lo conosciamo (en). La soluzione? Nel piano del Tesoro, il governo americano garantisce i creditori anche quando in base agli accordi contrattuali avrebbero dovuto subire rilevanti perdite.

A quanto ammontino le perdite di Fannie e Freddie nessuno lo sa, perché il fattore comune della crisi finanziaria è il totale offuscamento dei conti di banche e finanziarie. Possiamo prendere per base minima la risibile stima governativa di $25 miliardi, che addirittura non avrebbe richiesto la nazionalizzazione, e le stime medie che sento sono intorno ai $300 miliardi, assumendo che i mutui rispettino effettivamente le linee guida per i mutui prime. Chi aggiunge la possibilità che i mutui possano essere di qualità inferiore a causa di cattiva gestione e addirittura di vera e propria frode arriva facilmente a stimare tra i $500 e i $1.000 miliardi di perdite.

Dunque, le banche centrali e fondi d'investimento fanno in completa e assoluta libertà un pessimo investimento, e al momento di raccogliere quello che hanno seminato invocano la fatina Paulson che trasforma le perdite in profitti a spese del contribuente americano. Dunque si tratta di un salvataggio. Il salvataggio dei profitti delle banche centrali asiatiche e di PIMCO. Per qualche strana ragione la stampa non enfatizza questo dettaglio come meriterebbe.

Per quanto fosse attesa da tempo questa è la notizia finanziaria del 2008. Di fatto il debito pubblico degli Stati Uniti è passato da poco meno di $10.000 miliardi, o 70% del PIL, a più di $15.000 miliardi ossia più del 107% del PIL. Più dell'Italia. In un solo giorno.

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