martedì 30 settembre 2008

Hypo RE, HVB, Unicredit crisi a effetto domino

Per dirla con le parole di Affari&Finanza: "Il caso Unicredit comincia a preoccupare..."
... Ieri la banca ha perso il 10% scendendo ai minimi dal '98, oggi ha lasciato sul parterre un altro 12,69% fino a 2,59 euro, nuovo record negativo. Volumi impetuosi, con 448 milioni di titoli scambiati, oltre il doppio della media per 1,2 miliardi di controvalore. In due giorni il gruppo ha vaporizzato una dozzina di miliardi di euro di capitalizzazione, scendendo sotto i 35 miliardi di valore. E senza che i venditori si potessero riparare dietro qualche cattiva notizia particolare.

Lunedì c'era il quasi fallimento di Hypo Re, gruppo tedesco che costringerà a un prestito salvagente da 35 miliardi gli istituti attivi in Germania, dove la banca di Alessandro Profumo è il secondo operatore. Oggi non c'è neppure questo "alibi", anzi il comparto bancario a Piazza Affari e altrove si è mosso in tenue recupero.
Il gruppo bancario più grande d'Italia e tra i più grandi d'Europa è finito nel "cono d'ombra" della crisi finanziaria. Anche cercando sulla stampa italiana non ho trovato spiegazioni convincenti di cosa stia succedendo, ma l'innesco sembra sia stato il quasi-fallimento di Hypo RE, una finanziaria immobiliare tedesca. Il salvataggio sponsorizzato dal governo tedesco prevede la concessione di un prestito miliardario da parte di un consorsio di banche tedesche (en) tra cui anche HVB, banca del gruppo Unicredit (hattip El Gringo). Più di questo non so.

Quello che mi preoccupa invece è il canovaccio che si sta seguendo. Negli Stati Uniti il percorso tipico di una banca verso il collasso è stato questo:
  1. implode un fondo, una divisione o una azienda controllata
  2. iniziano a circolare indiscrezioni su presunti problemi di liquidità e il titolo accumula pesanti perdite
  3. l'amministratore delegato cerca di tranquillizzare i mercati con parole come: "La nostra posizione patrimoniale è eccezionalmente forte e abbiamo disponibile tanta liquidità che rischiamo di affogarci dentro", ma il titolo continua ad accumulare perdite
  4. l'ente regolatore afferma la solidità finanziaria dell'intero sistema e in particolare dell'azienda oggetto di indiscrezioni, ma il titolo continua ad accumulare perdite
  5. per tranquillizzare i mercati l'amministratore delegato annuncia un aumento di capitale "anche se non ne abbiamo nessun bisogno, perché non abbiamo nessuna perdita, ma solo per far vedere che possiamo", il titolo rimbalza
  6. l'amministratore delegato annuncia ingenti perdite e svalutazioni che mandano in fumo il capitale appena raccolto, il titolo torna rapidamente sui minimi
  7. le banche americane, quelle di classe, riescono a ripetere i punti dal 3. al 6. numerose volte (il record è di Merrill Lynch con non meno di 3 aumenti di capitale in un anno)
  8. la banca implode a causa della fuga di depositi e deve essere salvata, nazionalizzata o liquidata
Unicredit in questo momento sembra pericolosamente al punto 4. Se annunciano un aumento di capitale dicendo che non ne hanno bisogno per me è il segnale ed entro ufficialmente nel panico.

La prima legge del panico dice: se proprio devi farti prendere dal panico, vedi bene di essere il primo.

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